21. So sorry.

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GENN'S POV
Brandelli, frammenti di pensieri mi formicolano nel cervello, ma non riesco ad afferrarne neanche uno, non riusco a fermarmi su nessun idea nonostante i miei sforzi.
Continuo a baciarla con la certezza di aver perduto tutto, anche la memoria, anche la semplice facoltà di riflettere, ma va bene, sto con lei e sono felice, per quanto possibile, per quanto un suicida possa essere felice.
Ma la mia mente inizia ad offuscarsi, non lo merito. Non merito felicità, non merito Laura e non posso essere così egoista da stare con lei, la farò soffrire, la farò impazzire.
Mi stacco dalle sue labbra
<<non volevo farlo.>>
Lei è molto agitata, è così piccola, crede di conoscere il mondo, di conoscere me, è così ingenua, così fottutamente ingenua. Potrei approfittarmene, ma il mio ultimo barlume di coscienza dice di andarmene e basta, di lasciar che viva la sua vita senza di me...già...di lasciarla vivere.
<<n..no..non scusarti! Per me va ben..>> la interrompo prima finisca di dire quella parola.
<<per me no.>>
<<Se è per quello che è successo, Genn, a me non importa, qualunque cosa ti abbia spinto a farlo, io ti aiuterò>>
"Qualunque cosa" è così difficile capire che non è stata una "cosa" ma sono io?! Sono io che sono sbagliato? Pensavo che fissi diverso, ma ho oltrepassato quella zona parecchi anni fa. Sono un errore. Un virus e come ogni virus ho la capacità di contaminare chi mi sta intorno e io non posso farle questo.
<<È inutile. Sono troppo perso per essere salvato.>>
Ho provato ad uccidere il dolore ma ne ho solo attirato dell'altro,
Sarei dovuto morire, pregando, sanguinando e urlando. Le mie ferite bramano la morte, la mia anima brama la liberazione. Mi è stata negata, mi sarà negata ancora?
Lei non parla, sta ferma immobile.
Io prendo il giubbotto che avevo lasciato sul divano, lo metto e mi dirigo verso la porta.
<<Aspetta!>> grida lei.
La guardo, involontariamente le sorrido, non avrei voluto, non avrei dovuto, quando me ne rendo conto mi giro dall'altra parte, giro la maniglia, le do l'ultimo saluto.
<<mi dispiace. Devo andare.>> ed esco, allontanandomi sempre di più, svanendo tra la nebbia che in questo momento sta avvolgendo la città.

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SPAZIO AUTRICE:
Ehy persone! Non odiatemi ma sì, Genn se ne è andato lasciando Laura. Non ce la faccio a scrivere qualcosa di felice, mi disp.
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FRASE:
Nascondi le cose lontane:
Le cose son ebbre di pianto.
Giovanni Pascoli (nebbia)

Urban strangers || I'll follow you into the dark•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora