Due

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Si cerca una luce per salvarsi, o anche solo per non perdere del tutto la speranza.

Eppure ogni sforzo sembra comunque vano, perché le cose non cambiano, mai.

Restano immutabili, almeno fino a che due universi opposti non si scontrano.


Cammina lentamente, per le vie male illuminate di quella grande città che non conosce ancora del tutto nonostante ci viva da sempre, accompagnata dalla musica che sente piano attraverso le cuffiette. 

Cammina, e intanto vorrebbe che la sua testa non fosse così piena di pensieri, di dubbi, di domande senza risposta, di parole che non sono mai riuscite ad uscire dalla sua gola, forse a causa di quella paura, di quel timore che è il suo compagno di vita e che non aiuta la sua situazione, in nessun caso.

Cammina, e vorrebbe non doversi sentire preda dello sbaraglio, dell'angoscia, della tristezza. Non dovrebbe vedere la vita con quei colori spenti che tanto odia e da cui non riesce mai ad allontanarsi, nonostante i suoi sforzi. Non dovrebbe vedere tutto catturato dalle ombre e dal dolore.

Perché, in fondo, quel poco che ha non è male, anzi. È molto più di quanto abbia mai potuto sperare in quella vita che ha saputo soltanto infliggere un colpo dopo l'altro, scavando ferite sempre più ampie, sempre più profonde in quel cuore che giorno dopo giorno sta perdendo la sua forza per reagire. Perché nessuno riesce sempre a stare in piedi da solo. Eppure... Non reagisce, non si difende; lascia che tutto dentro di sé scorra mentre lei resta inerme, troppo schiacciata dalle cose che ha dentro e che non fanno altro che pesare come macigni. Non vede a colori, lei.

Lei, schiva a causa di tutte quelle cose che ha vissuto e che l'hanno resa quella che è adesso; silenziosa, con troppe parole intrappolate in gola e morte lì, a causa di quel dolore sordo e costante che schiaccia ogni cosa e che le toglie lentamente ogni forza; persa, senza un posto dove potersi sentire a casa davvero.

Madison – la sua migliore amica e la stessa persona che le sta tenendo compagnia con numerosi messaggi da quando lei l'ha riaccompagnata a casa qualche minuto prima – dice che è forte. Glielo ripete costantemente e le porta sotto gli occhi così tanti esempi a cui sicuramente lei ci avrebbe creduto, se fosse stata un'altra persona.

Ma Letizia no, non ci crede, non ci riesce, nonostante si sforzi. Perché non si vede forte, non si è mai vista con una qualità simile; anche perché le sue – di qualità – non è mai riuscita a vederle, non è mai riuscita a scorgerle, neppure una volta, troppo presa a cercare di restare a galla, di non cadere in quella prigione fatta da troppe mancanze e da troppe ferite che ancora hanno bisogno di qualcuno che le curi. Un qualcuno che non è ancora arrivato.

Non si vede forte, lei. Prova soltanto a non mollare mai e a vedere la vita nel modo più positivo possibile, cercando quella speranza di cui ha costantemente bisogno. Quella speranza che, tuttavia, non è mai riuscita a trovare e a tenersi dentro al cuore. Ecco perché è così, ecco perché non riesce a vedere a colori, in nessun caso.

Non ci riesce. Non ha speranza e non sa più come fare per non lasciarsi sopraffare da tutto quello che le appesantisce il cuore, cibandosi di ogni cosa buona che con fatica riesce a creare.

Ed ecco che la miriade di pensieri nella sua testa torna a pesare; ad infierire; a confonderla con sempre maggior insistenza e prepotenza, come a volerle ricordare che non c'è scampo dalle decisioni della vita, di cui lei – come tutti gli altri – è una vittima che non potrà mai trovare alcuna via di fuga.

Burn with you || c.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora