La caccia

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° Daryk °

La baciai.

Ero fuori da quella maledetta cella, ero libero di girare per quel posto, libero di mescolarmi nelle ombre e uccidere uno ad uno tutti gli umani che in quel momento dormivano tranquillamente nelle loro stanze, aprendogli la gola con le zanne, squarciandogli il petto con gli artigli.

Avrei potuto uccidere rapidamente anche lei, la ragazza che in quel momento stavo stringendo tra le braccia.

Lo avevo pensato per tutto il tempo. Mentre mi conduceva attraverso i corridoi. Mentre mi fasciava le ferite, parlandomi di quella specie di topo-ninfa che mi aveva curato. In fondo perché non avrei dovuto? Era solo un’altra umana che si divertiva con le creature che non appartenevano al suo mondo.

Tuttavia potevo sfruttarla. Sì, l’avrei usata per scappare. L’avrei convinta ad aiutarmi. In fondo anche lei si sentiva prigioniera di quelle quattro mura, anche se per chissà quale motivo continuava a restare.

Era l’unica ragione per cui non l’avevo uccisa. Era l’unico motivo per cui in quel momento la stavo baciando.

Per un momento, Juliet rimase immobile, con le mani posate sul mio petto, mentre io le passavo le dita tra i lunghi capelli biondo cenere. Poi iniziò a muovere le labbra sulle mie, esitante.

A quella risposta, intensificai il bacio e la ragazza si aggrappò alle mie spalle, mordendomi il labbro inferiore. Pensai che volesse tentare di nuovo di farmi del male per allontanarmi, ma mi ricredetti quando mi salì in braccio, circondandomi i fianchi con le gambe. Il tessuto sottile della camicia da notte che indossava si sollevò, scoprendole le cosce.

Feci scivolare una mano lungo la sua schiena, spostando la bocca sul suo collo. Il suo profumo fresco e dolce mi avvolse, facendo ruggire la pantera dentro di me e provocandomi un ringhio basso e gutturale che mi vibrò in gola. Mossi il bacino, in modo che si scontrasse con quello di lei e percepisse così il mio membro irrigidito dalla voglia.

Un leggero fremito le scosse il corpo, mentre incatenava i suoi occhi ai miei. Per un istante rimasi fermo ad osservare quelle pozze verdi, annebbiate dal desiderio che stava iniziando a prendere possesso anche di lei.

Le leccai il collo, scendendo lungo la clavicola, per poi affondare nella curva dei suoi seni, all’altezza dello sterno. Spostai le dita dalla sua schiena, facendole scorrere sul suo braccio, lasciandole dei piccoli brividi sulla pelle, fino a raggiungere la spalla. Presi la spallina della camicia da notte e la scostai, denudando uno dei suoi seni e catturai il piccolo capezzolo roseo e turgido tra le labbra. Succhiai piano, mentre Juliet lanciava un ansimo che cercò subito di soffocare. Il suo corpo s’inarcò contro al mio, strusciando contro la mia erezione che stava gradualmente aumentando. Torturai il capezzolo con la lingua, creando dei piccoli cerchi attorno ad esso e spingendolo in dentro, per poi morderlo.

- D-Daryk… - gemette la ragazza, con la voce spezzata da un altro ansimo. Quel suono, il mio nome pronunciato dalla sua voce rotta dal piacere, mi annebbiò la mente.

L’afferrai per la vita e la feci sdraiare sul letto, posizionandomi velocemente sopra di lei. Le sollevai la gonna, scoprendo del tutto le sue gambe e anche gli slip in pizzo nero che nascondevano la sua femminilità. La baciai ancora, con più foga, spingendo la lingua all’interno della sua bocca, catturando la sua, intanto che schiacciavo il mio membro contro al sesso di lei. Potevo già percepirne il calore anche attraverso gli indumenti che ci separavano.

- Spogliati – le intimai, con la voce che suonava quasi come un ringhio. La volevo, subito. Volevo perdermi in lei, nel calore che emanava e nel verde liquido dei suoi occhi, mentre gemeva il mio nome.

Juliet's Demon [ IN REVISIONE]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora