Il demone

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Sangue...

Il sangue era ovunque, sgorgava fuori dal mio corpo, lasciando il posto al dolore che mi scorreva nelle vene, simile a lava incandescente. Il suo odore metallico mi stordiva, riempiendo la mia mente solo con immagini di zanne e il suono di ringhi, insieme ad uno più forte e martellante, che però poco a poco si indeboliva. Era il battito del mio cuore. Stavo cadendo in un buio profondo...

E poi udii le grida.

Mi svegliai di soprassalto, spalancando gli occhi, con il respiro pesante. Piccole gocce di sudore mi scivolarono lungo le tempie, lasciando una scia fredda.

Un soffio caldo mi colpiva il viso. Sbattei più volte le palpebre e riuscii a mettere a fuoco il musetto candido di un piccolo furetto bianco, dal corpo lungo e sottile e gli occhi rossi, posato sul mio petto, intento a fissarmi.

- Ciao Sunny...- mormorai, mettendomi a sedere.

Una fitta acuta mi trapassò il fianco, come se la mia carne fosse infilzata da centinaia di aghi roventi. Mi portai una mano in quel punto e sentii qualcosa di umido che bagnava la camicia da notte che portavo. Abbassai gli occhi, notando una piccola macchia scarlatta che spiccava sulla stoffa. Sollevai l'indumento, scoprendo una fasciatura che mi avvolgeva la vita e liberando l'odore pungente del liquido disinfettante, mischiato a quello debole del mio sangue.

Storsi il naso, mentre il ricordo degli artigli della pantera che mi penetravano la carne, tornò vivido nella mia testa.

- Merda... devo essere svenuta- mormorai, con un linguaggio non proprio signorile.

Il piccolo furetto, Sunny, piegò la testa di lato, osservando la ferita.

- Bram ha catturato una pantera- le dissi, alzandomi ed avvicinandomi alla porta. Non udivo alcun suono provenire dal corridoio. Le uniche voci erano quelle di Bram e dei suoi uomini che si innalzavano dalla sala da pranzo al piano terra.

Probabilmente, aveva organizzato una grande cena per festeggiare la cattura, e anche la riuscita del suo spettacolo. La voce si sarebbe sparsa e quello che era successo sarebbe stato sulla bocca di tutti i compagni di affari dell'uomo, che ovviamente sarebbe apparso come un eroe per aver tolto dalla circolazione una bestia pericolosa.

Ripensai al colpo di fucile che avevo sentito poco prima di perdere i sensi. Mi domandai se chi aveva sparato fosse riuscito a colpire la pantera, ferendola.

Un moto di rabbia mi fece salire la bile in gola. Al piano di sotto i cacciatori si godevano cibo e fiumi di alcool, mentre l'animale era al freddo in una cella, affamato e probabilmente ferito.

Senza pensare, afferrai una vestaglia nera e me la infilai, poi aprii la porta, dopo essermi assicurata che nessun domestico stesse passando per i corridoi.

Sunny lanciò un verso acuto, scoprendo i piccoli denti aguzzi.

- Non preoccuparti. Voglio solo assicurarmi che stia bene. Non ci metterò molto- la tranquillizzai, poi uscii, lasciandola sulla soglia, a fissarmi severamente.

Imboccai una rampa stretta di scale, rimanendo nell'ombra ed arrivai alle cucine. Da dentro quella stanza non proveniva nessun suono. Probabilmente erano tutti impegnati a servire e riverire il padrone di casa e i suoi ospiti.

Entrai, guardandomi attentamente attorno, pronta a nascondermi nel caso in cui il mio udito mi avesse ingannata. Ma non c'era nessuno e il cibo era lasciato incustodito, in bella mostra sui tavoli in acciaio. Rapida, presi tutto quello che riuscii ad infilare in un sacchetto che nascosi nelle tasche della vestaglia, poi uscii, sempre tenendo le orecchie tese per cogliere ogni singolo rumore.

Juliet's Demon [ IN REVISIONE]Where stories live. Discover now