Odio

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- Cosa… cos’è lei? – domandò il demone pantera, cercando di mettersi a sedere. Una smorfia di dolore gli attraversò lo sguardo, mentre ricadeva a terra con un tonfo. Delle gocce di sudore gli imperlavano la fronte e la carnagione del suo volto si era fatta pallida.

La bambina si chinò accanto al ragazzo, osservando attentamente i tagli che gli percorrevano la schiena.

- Io sono una ninfa dei boschi – lo informò poi.

Daryk spostò lo sguardo da lei a me, con la sorpresa a dipingergli le iridi gialle. Tentò di dire qualcosa, ma un lamento gli spezzò il fiato quando Sunny gli premette una mano al centro della schiena.

- Che… cazzo fai?! – ruggì, scoprendo i lunghi canini.

Per tutta risposta l’altra gli tirò uno schiaffo dietro alla nuca. – Non si usano certe parole davanti ad una bambina – lo rimproverò, lasciando il ragazzo ancora più basito.

Io mi morsi il labbro inferiore per cercare di trattenere una risata. Non era proprio il momento per mettermi a ridere, dato che il demone si sarebbe sicuramente arrabbiato e, inoltre, sanguinava ancora.

La piccola ninfa chiuse gli occhi e iniziò a bisbigliare delle frasi in una lingua antica che non conoscevo. Una luce bianca dalle sfumature rossastre, passò dalle sue dita alla schiena del ragazzo, insinuandosi sotto la pelle, fino a formare una scia che correva lungo tutta la sua spina dorsale. Altre linee di luce si diramarono da quella principale, disegnando una trama reticolata.

Vidi i muscoli ripararsi e il flusso di sangue diminuire fino ad arrestarsi, mentre un forte calore si diffondeva attraverso il corpo del demone, raggiungendo le mie mani che ancora erano posate sulle sue spalle.

La bambina pronunciò un’ultima parola, poi riaprì gli occhi. La luce sparì e lei interruppe il contatto, rimettendosi in piedi.

- Va meglio? – gli chiese, poi sbadigliò sonoramente , strofinandosi le palpebre con le mani.

- Sì… ti ringrazio – disse Daryk, riuscendo a mettersi a sedere. – Sembri distrutta –.

- Quando Sunny compie un incantesimo potente come questo, consuma energia. Si stanca facilmente – gli dissi, rivolgendo alla ninfa un sorriso di gratitudine. Sapevo bene che se fosse stato per lei, avrebbe lasciato il demone pantera in quelle condizioni, visto tutti i problemi che aveva tentato di causarmi.

Lei annuì per confermare le mie parole, poi in un secondo tornò alla sua forma animale. Il furetto candido si arrampicò sulla brandina e si acciambellò in un angolo, addormentandosi quasi immediatamente.

Il ragazzo tornò a rivolgere la sua attenzione verso di me. – Come mai una ninfa dei boschi vive qui? Te l’ha regalato tuo marito come animale da compagnia? – domandò, con il suo solito tono distaccato.

Ovvio che la pensasse così. Per un attimo fui tentata di colpirlo e non con un semplice schiaffo come aveva fatto la bambina, intendevo colpirlo seriamente. Poi il mio sguardo cadde sulla sua schiena. Sunny aveva fatto in modo che le ferite smettessero di sanguinare, ma i tagli erano ancora presenti.

- Riesci ad alzarti? – gli domandai.

Il ragazzo sollevò un sopracciglio e senza rispondere si mise in piedi, anche se con fatica. Lo vidi stringere i denti per trattenere un lamento. Non voleva darmi a vedere che soffriva. Probabilmente era convinto che lo rendesse debole.

- Devo fasciarti le ferite finché non sarai in grado di rimarginarti da solo, ma per farlo ti devo portare fuori dai sotterranei – lo informai, prendendo in braccio il furetto che mi guardò per un attimo con gli occhi semichiusi, prima di tornare a dormire, cadendo a peso morto sulla mia spalla.

Juliet's Demon [ IN REVISIONE]Where stories live. Discover now