Jessica

121 10 0
                                    

Pensandoci bene ero lì, in ospedale alle quattro del mattino, davanti ad un tipo che conoscevo a malapena, anzi ogni giorno che passava sentivo di conoscerlo sempre meno, di non capire cosa voleva da me o cosa io volevo da lui.
Alla fine però, in un modo che nemmeno io so spiegare a me stessa, finisco per tornare sempre da lui, sentivo di non poter stargli lontana,  mi attirava come una calamita, come solo lui sapeva fare.

Fu strano vederlo così, in un lettino bianco con indosso solo un camice chiaro, come i suoi occhi.
Mi avvicinai a lui come mi era stato chiesto. Mantenendo le giuste distanze mi limitai a dire:
"Hai avvisato i tuoi genitori?"
"No e non lo farò, a loro non importa niente di me, se non fosse stato così in questo momento non mi troverei alle tre di notte in un lettino di ospedale, solo".
"Non sei solo, ci sono qua io" mi limitai a dire.
"Ti ringrazio di essere venuta"
"Perché mi vuoi qua?"
"Perché mi fai stare bene, ti conosco da soli tre giorni ma sento di averti già incontrata e sento di potermi fidare di te".
"Oh, per me è come se fossi un perfetto sconosciuto, non ti ho mai visto, o almeno penso"
"Perfetto?" Alzò gli occhi di scatto, come se quel semplice complimento potesse aver suscitato in lui qualche emozione.
"sì perfetto, ma non in quel senso, nel senso che sei..."Che situazione imbarazzante che si creò.
"Okay okay ho capito stai tranquilla non ti giustificare, è bello sentirsi dire di essere "perfetti" qualche volta."
"Qualche volta?! Ma tu sei Logan! Hai un mucchio di ragazze che ti corrono dietro, suppongo che ti dicano ben altro che un semplice "perfetto".
"Ad esempio?"
"Devo andare..."
"No rimani"
All'improvviso sentì la sua calda mano afferrare il mio braccio.
Mi spinse a sè. Solo all'ora che fummo vicini vidi i suoi occhi semplicemente "chiari" per quelli che erano realmente.

Un Perfetto SconosciutoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora