Capitolo 6 ~ A mysterious symbol.

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Stiles era rannicchiato sotto le coperte, al buio nella sua stanza, mentre ripensava all'allenamento al loft di Derek. Era stata davvero una giornata faticosa, e i suoi muscoli che non erano abituati a tutto quello sforzo ne stavano risentendo. Sorrise ripensando al pugno sul naso che aveva dato al licantropo, e si appuntò mentalmente di seguire il consiglio di stare attento agli attacchi alle spalle, ricordando come Derek lo aveva poi prontamente intrappolato da dietro senza troppa difficoltà, premendo il proprio corpo contro il suo, procurandogli mille brividi lungo tutta la spina dorsale. Stiles cercò di ignorare quei pensieri e soprattutto le sensazioni che gli provocavano al basso ventre, quando nella sua mente si fece largo l'immagine del licantropo che si avvicinava al suo orecchio strusciandovi piano le labbra. Chiuse gli occhi, avrebbe voluto fare sue quelle labbra, leccarle, morderle, e senza più riuscire a trattenersi, scese con la mano verso l'elastico dei pantaloni iniziando a stuzzicare il suo membro da sopra la stoffa dei boxer. Immaginò Derek sovrastarlo sul letto bloccandolo sotto il suo peso, e gemette forte quando lo immaginò sostituire la sua mano con la propria attorno alla sua erezione. Voleva toccarlo, inebriarsi dell'odore della sua pelle, saggiarne il sapore; voleva sentire Derek ringhiare mentre si perdeva in lui.
Stiles spingeva in modo quasi violento contro il suo pugno, mordendosi a sangue il labbro inferiore per non gridare dal piacere. Ormai era al limite.
<<DEREK!>> quasi urlò, e inarcando la schiena, venne con il suo piacere che usciva a fiotti, marchiandolo, come a ricordagli cosa avesse appena fatto.
Stiles si accasciò contro il materasso ansimante: si era toccato pensando a Derek, e se da una parte gli era piaciuto da morire, dall'altra era spaventato dai suoi stessi desideri, e aveva terribilmente paura che un giorno non sarebbe stato più in grado di controllarsi.

*

Derek quella mattina si era svegliato di soprassalto con il cuore in gola. Sempre lo stesso incubo. Pensava di esserne uscito, ormai erano mesi che non gli succedeva più, invece era successo di nuovo, e stavolta era stato anche peggio delle altre volte. La sua casa era in fiamme. I membri della sua famiglia correvano da una stanza all'altra cercando invano di mettersi in salvo. Vedeva i loro corpi bruciare davanti ai suoi occhi senza che lui potesse far nulla, sentiva le loro grida d'aiuto, percepiva il loro dolore, la paura, la disperazione, e lei era lì, al centro della stanza, che davanti a quell'inferno rideva, ringraziandolo per aver permesso che il suo piano fosse portato a compimento.
Era stata Kate Argent ad avvicinare Derek.
Era stato così stupido, così ingenuo, non gli importava che la loro relazione dovesse rimanere segreta. Poco tempo dopo erano finiti a letto. Lei gli aveva detto di amarlo e lui pensava di amarla a sua volta. Gli aveva fatto un sacco di domande sulla sua famiglia e lui le aveva detto tutto quello che voleva sapere. Certo gli era sembrato strano questo interesse per la sua famiglia, per la sua casa, ma aveva ignorato la cosa pensando di essere semplicemente paranoico.
Solo dopo l'incendio aveva capito veramente che persona fosse, e il suo mondo era andato in pezzi. Undici persone erano morte in quell'incendio, undici persone bruciavano vive mentre lui era a scuola ignaro di tutto, undici persone che lui aveva contribuito ad assassinare.
Dopo la fine della sua storia con Kate, Derek non era più stato lo stesso. Aveva eretto un muro, il suo cuore era diventato di pietra, ma da quando aveva incontrato Stiles era cambiato tutto.
Quel ragazzino logorroico che ne combinava una più del diavolo gli faceva provare delle sensazioni che non aveva più sperimentato con nessuno dopo l'incendio.
Sentiva la costante necessità di proteggerlo. Certe notti si arrampicava sulla sua finestra per accertarsi che stesse bene e più di una volta lo aveva osservato di nascosto durante gli allenamenti con il branco.
Lo desiderava, lo desiderava disperatamente, ma non riusciva ad accettarlo. Non era pronto ad ammettere i suoi sentimenti perché ne aveva dannatamente paura, e per questo cercava in ogni modo di reprimere quello che provava per lui.

*

Il mannaro correva veloce sfrecciando tra gli alberi e saltando con ampi balzi i rovi e i tronchi caduti. Non era più riuscito ad addormentarsi, e aveva deciso di andare a correre nella riserva per liberarsi da quel senso di inquietudine che gli era rimasto addosso, quando delle voci attirarono inevitabilmente la sua attenzione. Rimase nell'ombra, assicurandosi di non essere visto da nessuno, scorgendo poco lontano lo sceriffo Stilinski e i suoi uomini che discutevano animatamente di fronte a quella che aveva tutta l'aria di essere una scena del crimine. Affinò l'udito grazie ai suoi sensi da licantropo, e da alcuni stralci di conversazione tra lo sceriffo e il vice sceriffo, capì che si trattava del cadavere di una giovane donna. Derek si avvicinò cautamente senza fare rumore, e lo spettacolo che si ritrovò davanti gli fece accapponare la pelle. La vittima aveva la gola squarciata e segni di artigli si tutto il corpo, ma la cosa che più colpì Derek era lo strano simbolo che aveva inciso sul ventre. Era una spirale a tre braccia, non tanto diversa da quella che aveva tatuata sulla schiena, e aveva un che di terribilmente familiare, ma non riusciva a ricordare dove l'avesse già vista.
Doveva scoprire cosa significava quel simbolo, lui era l'alpha, ed era suo compito proteggere il suo territorio, il suo branco, e con questi pensieri si allontanò sparendo nella riserva.

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