Epilogo

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Pov Jayda

La vidi svanire lentamente tra le mie braccia. Ero sconvolta, scioccata: l'amore della mia vita, l'angelo che mi aveva protetto per anni, era appena morta tra le mie braccia. Come sabbia al vento il suo corpo era sparito dalle mia braccia, portato via dal vento, mentre il sole faceva la sua comparsa all'orizzonte. Rimasi li, in ginocchio, per quelle che mi parvero delle ore.
Poi, come seguendo un lontano richiamo, mi alzai in piedi e camminai senza sapere verso dove. A un certo punto, non so come, mi ritrovai sul tetto di un palazzo. A sinistra potevo vedere il sole sorgere lento dal mare, indifferente a ciò che era appena accaduto. Un fruscio dietro di me e poi una voce
"Finalmente sei arrivata, siedi, ho una storia da raccontarti"
Senza girarmi obbedii e ascoltai quella voce lontana e melodiosa
"Tutto ebbe inizio molto tempo fa, in paradiso.."

Flashback

Due angeli si rincorrevano felici nel cielo del paradiso. Erano due giovani angeli, una con le ali bianche e dorate, ampie e forti, l'altra con delle splendide ali bianche, luminose e possenti. Avevano entrambe un ruolo di prestigio nel paradiso: sedevano sui sette troni accanto a Dio. L'angelo dalle ali dorate sedeva sulla sedia di sinistra più lontana da Dio, mentre l'altra era sulla prima sedia, sempre sulla sinistra, dopo Dio. L'unica sedia posta sulla destra era occupata da Gabriele, il fratello dell'angelo dalle bianche ali. Il quel periodo un angelo di nome Lucifero stava cercando di ottenere il potere, corrompendo gli altri angeli con l'odio e l'invidia. Gabriele, che era tra i suoi simpatizzanti, era invidioso di una sola cosa: le ali dorate della giovane, che facevano sfigurare le sue semplici e normalissime ali color panna. Così iniziò ad avvicinarsi alla giovane, corteggiandola e convincendola che l'angelo dalle ali bianche era solo invidiosa del rapporto speciale che lui e lei avevano ora. Così quando l'angelo dalle bianche ali cercò di avvisare l'amica, ella la cacciò malamente, accusandola davanti a tutti di essere dalla parte di Lucifero. Quella sera stessa, Gabriele cerco di tagliare le ali del giovane angelo nel sonno ma venne fermato dalla sorella e dell'angelo maestro, un angelo coi capelli neri e le ali bianche. Purtroppo nella lotta Gabriele uccise l'angelo maestro e fu accusato davanti a Dio di ciò. Lucifero sfruttò quest'occasione per cercare di usurpare il trono di Dio ma fallì miseramente. Lucifero e i suoi seguaci, Gabriele compreso, vennero scagliati nell'inferno. L'angelo dalle ali bianche luminose venne processato, perché considerato complice del fratello dell'omicidio dell'angelo maestro, e l'unico testimone che avrebbe potuto scagionarla era proprio l'amica, che troppo arrabbiata con lei, si rifiutò di parlare, segnando la sua condanna. L'angelo venne scaraventato giù dal paradiso, l'ultima immagine che i suoi occhi videro furono quelli pieni di rancore e odio dell'amica. Quando impattò a terra sentii un dolore indescrivibile nel corpo. Non un solo osso o centimetro di pelle si era salvato dall'impatto. Dovette attendere che le ferite guarirono prima di potersi alzare e verificare i danni: il suo corpo era pieno di cicatrici, viso e ali compresi. Quel giorno iniziò la sua pena: costretta a girare per il mondo in eterno, senza potersi mai fermare ne comunicare col paradiso. Ella seguii da vicino i suoi protetti, difendendoli da ogni dolore, e segnando sulla sua stessa pelle i ricordi dei suoi sbagli. Passò il tempo e l'angelo compiva perfettamente il suo lavoro, fino fino a che incontrò una protetta molto particolare. Per questa protetta lei ruppe regole eterne, venendo allontanata dal suo ruolo, ma rimase salda al suo fianco, difendendola ancora fino alla morte.

Finita la storia mi girai e finalmente vidi chi era l'angelo che mi era venuto a raccontare tutto ciò. Era un angelo con lunghi capelli castani e occhi verdi-marroni. Le ali erano bianche e oro.
L'angelo del racconto.
'Era innocente....allora come adesso...e io l'ho cacciata...'
Questi erano i miei pensieri.
"Perché non l'hai difesa? Era innocente, era tua amica"
"Per lo stesso motivo per cui l'hai allontanata anche tu. Ero arrabbiata, offesa perché non credeva nel mio giudizio. E poi fui troppo orgogliosa per ammettere il mio errore, e lei ne pagò le conseguenze in silenzio, pur di non mettermi nei guai. Ha sempre messo gli altri prima di lei"
Disse a testa bassa, la voce stanca da millenni di colpa mai rivelata.
"Se n'è andata sul serio vero..?"
Chiesi triste mentre guardavo l'angelo. Lei, guardando il sole che era ormai sorto mi parlò senza girarsi
"Si, se n'è andata. Non potrà tornare indietro. Ma non devi abbarterti per questo. Lei ti amava, avrebbe voluto che tu vivessi la tua vita in modo felice. Tu hai un pezzo di lei, dentro di te. Il suo ultimo dono, possiamo dire. Trattalo con cura, e non dimenticarla."
Detto ciò, si alzò in volo nell'alba e sparì. Io rimasi a osservare il cielo anche dopo che non potei più vederla, ripensando a quello che mi aveva detto. Mi avvicinai al bordo del tetto. Era alto....forse...
Prima che potei fare un passo, una brezza calda mi circondò e mi sembrò di sentire il suo profumo. Alzai lo sguardo e vidi come la sua ombra nel cielo sorridermi. Annuii piano, prima di allontanarmi dal bordo e scendere dal palazzo.

Qualche anno dopo

"Sil! Scendi a salutare tuo padre che sta uscendo!"
Un piccolo tornado biondo scuro di cinque anni corse giù a rotta di collo, saltando in braccio all'uomo accanto a me. Lui la prese al volo stringendola forte al petto
"Tornerò presto bimba promesso. Papà va solo un paio di giorni fuori a lavorare poi torna. Tu fai la brava con la mamma ok?"
La bimba annui. Era bellissima, il mio orgoglio. Loro erano il mio orgoglio.
"Dai Lucas, ora vai o farai tardi"
"Ok amore...non temere torno prestissimo...sicura di farcela da sola?"
Chiese lui preocupato. Sorrisi e gli accarezzai una guancia
"Io e Sil staremo bene, vero angioletto?"
La piccola annui seriamente, muovendo quella massa bionda di capelli ribelli che aveva e che le nascosero gli occhi, color del mare in tempesta.
"Visto? Andrà tutto bene"
Gli diedi un bacio
"Ora vai..."
"Ok...ti chiamo appena arrivo. Ti amo Jayda"
"Ti amo anch'io Lucas"
Lo guardai sparire dietro la prima curva. Io e Lucas ci eravamo sposati anni prima. Lo avevo conosciuto subito dopo che lei morì e lui mi restò sempre accanto. Era un uomo dolce e buono. Mi aveva salvato. Guardai il cielo e come sempre vidi la sua ombra tra le nuvole
'Proteggilo amore mio, fallo tornare da me' pensai mentre sorridevo. Lei mi aveva fatto un dono, un dono molto prezioso. Guardai la bimba che correva per casa, giocando col cane. Era un amore, un angelo, proprio come sua madre.
'Grazie amore, grazie di tutto...la piccola ti conoscerà, non le farò dimenticare che grande persona fu sua madre, te lo giuro Alice. Nostra figlia sarà anche il tuo orgoglio.'

Fine

JaydaWhere stories live. Discover now