Capitolo 5

138 8 0
                                    

"Sai quali crimini hai commesso passando la giornata di ieri con quella mortale?"

"Sì signore"

Quella voce rimbombava tutto intorno a me così che sembrava di parlare con l'aria anziché con un arcangelo.

"Per avere infranto le seguenti leggi fondamentali del patto angelico: aver comunicato in modo diretto con un mortale, svelando la nostra esistenza; non aver rispettato il vincolo imposto dai patti coi demoni dell'alba; aver mostrato i nostri poteri a un mortale; e cosa più importante, esserti innamorata di una tua protetta; col potere conferitomi da nostro Padre ti sollevo dal tuo attuale incarico e ti esilio in modo definitivo dal paradiso. La tua punizione inizierà tra sette giorni allo scoccare dell'alba. Usa bene il tempo che ti rimane per salutare la tua protetta."

Mentre diceva queste parole sentii il mio cuore rompersi di nuovo. Dopo essere stata scacciata una volta per aver difeso la mia più cara amica ora ero bandita per sempre solo perché mi ero innamorata di Jayda. Dopo avermi dato un ultimo sguardo l'arcangelo spari tornando in paradiso. Rimasi li su quel tetto a pensare ancora per parecchio tempo, troppo presa dai ricordi che non volevano lasciarmi in pace nemmeno dopo tutto quel tempo.

Flashback

"Dai che tanto non mi prendi, sei una lumaca Alice"

Rideva a più non posso un giovane angelo dai lunghi capelli castani chiari e dagli occhi verdi-marroni, che volava spensierata con quelle ali tanto invidiate dagli altri angeli per la loro bellezza: erano grandi e forti ma leggere, con un apertura alare di circa quattro metri, tanto forti da poterla portare in alto fin sopra gli aerei. Erano bianche e lucenti, splendide e soffici con dei riflessi oro su ogni penna. Delle ali da togliere il fiato a tutti, anche agli arcangeli più importanti. Ali che anche solo a vederle ispiravano sicurezza e forza. Ali calde e accoglienti, morbide come un cuscino. Ali che rappresentavano lealtà,forza, amore, gentilezza, durezza ma dalla forma affusolata astuta quasi, cosi da far intuire come riuscisse bene a capire gli altri, anche nel profondo.

"Stai attenta che arrivo"

La minacciavo amichevolmente come sempre.l inseguendola in volo. Eravamo amiche praticamente da sempre, dalla prima volta che ci eravamo viste eramo diventate inseparabili. Eravamo molto simili sotto tanti aspetti soprattutto caratterialmente. Eravamo i due angeli piu invidiati del paradiso, soprattutto a causa delle nostre ali, ogni angelo avrebbe fatto la fila per pasare del tempo con noi. Era tutto perfetto in quel momento è nessuno, soprattutto noi, avevamo la minima preoccupazione per il futuro. Eravamo in paradiso alla fine. Ma come in ogni storia che valga la pena leggere nulla dura un eterno, neanche in paradiso.

Fine flashback

Era ormai mezzogiorno quando mi risvegliai dai miei pensieri. Dovevo andare da lei. Dovevo spiegarle. Ma come? Come spiegarle che a causa di quella giornata indimenticabile dovevo lasciarla? Era la mia ancora non potevo lasciarla. Avrei trovato un compromesso. Non potevo lasciarla, non ora che finalmente si era accorta di me.

JaydaWhere stories live. Discover now