Capitolo 10

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Pov alice

Per fortuna ero riuscita a girarmi in tempo, colpendo con la schiena le rocce e proteggendo Jayda dall'impatto. Sentii le ossa rompersi quando impattai contro gli scogli. Un dolore lancinante mi percorse interamente, bloccandomi sofferente al suolo. Lentamente e con molto dolore riuscii ad alzarmi fino a mettermi seduta con la schiena contro la parete rocciosa. Velocemente cercai di valutare i danni: dovevo avere un paio di costole rotte, di sicuro le ali erano inutilizzabili, faceva malissimo muoverle e molto probabilmente erano rotte in più punti. Vedevo il sangue sporcare le rocce sottostanti e ben presto mi si appannarono gli occhi.
'Devo riportarla su...qui è troppo pericoloso per lei' pensai mentre a denti stretti tentai di alzarmi. Sentivo dolore ovunque, sembrava che non mi fosse rimasto nemmeno un osso intero in corpo.
Quando stavo per muovermi sentii un sibilio nell'aria e feci appena in tempo ad abbassarmi per evitare il filo della lama. Alzai lo sguardo e vidi il demone sollevato dalle rocce, in tutto il suo oscuro splendore, armato con uno spadone a due mani.
"Siamo alla resa dei conti Alice. Come tanti anni fa, ricordi?" Ghigno
Io ringhiai sottovoce mentre cercavo un posto in cui poggiare al sicuro Jayda. Trovai una roccia pianeggiante abbastanza alta da tenerla al sicuro
"Torno subito piccola, fai la brava ok?" Sussurrai dolcemente appoggiandola con tutta le delicatezza di cui ero capace. Le lasciai un bacio sulla fronte e poi mi girai. 'A noi due Gabriele'

Pov Jayda

Piano riacquistai la percezione del mio corpo. Mi sentivo come in caduta libera nel vuoto, poi una mano calda che mi afferrava e il buio.
Non so quanto sia passato. Sentii delle voci lontane, mi sembrano familiari ma non riuscì a capire. Sentii che ero in braccio a qualcuno ma gli occhi non volevano saperne di aprirsi. A un certo punto sentii freddo sotto di me, ero su qualcosa di rigido. Le braccia calde si allontanarono.
"Torno subito piccola, fai la brava ok?"
La riconobbi, era la sua voce. Era lei. Sentii che mi lasciava un bacio leggero in fronte e poi si allontanò. Lottai contro i miei occhi e finalmente riescii ad aprirli. Ciò che vidi mi sconvolse. Un paio di ali color cenere insanguinate, aperte per quanto possibile, nascondevano in parte il mare in tempesta mentre in aria sopra di lei c'era Daniel, completamente trasfigurato: gli occhi sembravano metallo fuso, le ali sulla sua schiena erano nere come la notte, grandi e pericolose, con degli uncini sulle punte. Il suo viso sembrava continuare a mutare, passando dal viso che avevo conosciuto fin'ora a quello di un mostro, i denti affilati sfoderati da un ghigno maligno. Anche le sue mani avevano ora degli artigli affilati, uno per chiascun dito. In mano aveva una spada molto grossa e dall'aria pericolosa. Ero paralizzata dalla paura.
"Pronta a finire il nostro giochetto Alice?"
Disse con voce bassa, sembrava quasi provenire dall'inferno stesso.
Senza una parola la vidi alzarsi in volo con uno scatto e colpirlo con una spada comparsa all'improvviso nelle sue mani. Purtroppo fu troppo lenta e il colpo venne parato con facilità. La vidi cercare di sopraffarlo ma era evidente che attualmente lui era più forte.
"Non impari mai nulla dal passato vero? Non puoi difendere l'umana, proprio come non hai potuto difendere lei." Disse mentre la respingeva, facendola cadere a terra, perdendo la spada. Lei lentamente cercò di rialzarsi e recuperarla ma lui le fu sopra in un attimo.
"Te la ricordi vero? Quella piccola stupida credeva sul serio di potermi raggirare. Non vedi come la storia si ripete? Ti sei dedicata totalmente a lei e il risultato? Ti ha allontanato, non ti ha ascoltato, ti ha dannato. È colpa sua se sei qui....se siamo qui"
La vedevo che fremeva di rabbia a quelle parole, ma non capivo...a chi si stava riferendo? Sembrava si conoscessero molto bene.
"Non parlare così di lei. Tu non sai niente...lasciala in pace..."
La sua voce era così bassa e flebile....Sembrava quella di uno uomo in punto di morte. Dire che sentirla così mi spaventò era dir poco. Non poteva lasciarmi....mi resi conto in quel momento dell'errore che avevo fatto: per paura l'avevo allontanata, l'avevo odiata e fatta star male solo per non ammettere che anche io provavo le stesse cose.
"Ahahah la storia si ripete, hai dedicato la vita a lei e ti ha tradito, ti ha dannato. Ora ami quest'umana che non solo ti odia ma che dopo tutto quello che hai fatto per lei non ti ha nemmeno creduto. E sta volta, non sarai dannata. Sta volta avrai la pace eterna sorella"
Alzò gli occhi verso di me. In quegli occhi potei vedere tutto il senso di colpa e l'amore che provava. Distolse gli occhi da me per puntarli su di lui, che aveva già alzato la spada, pronto per il colpo mortale.
"Un ultimo desiderio sorella?" Disse sprezzante.
"Si....mi dispiace fratello, ma sta volta vinco io"
Disse rolando di lato e afferrando la spada, prima di buttarsi addosso a lui e trafiggerlo al cuore. Fece un passo indietro mentre lo vidi cadere indietro, inghiottito dal mare in tempesta. Era finita. Mi avvicinai piano a lei. Era ancora di spalle, immobile contro alle onde rabbiose del mare che avevano preso con loro quel mostro. Le toccai una spalla per farla girare e solo in quel momento vidi che non era uscita illesa dalla battaglia come credevo. Un taglio profondo le percorreva l'intero corpo, partendo dalla spalla destra, passando in mezzo ai seni, fino ad arrivare all'anca sinistra.
"Cosa ti ha fatto..?"

Pov alice

Ero stravolta, ferita e probabilmente quella sarebbe stata la mia ultima sera ma non appena incontrai i suoi occhi non mi importò più di nulla. Sembrava sconvolta e quando seguii il suo sguardo capii. Era un taglio bello grande e profondo, era comprensibile fosse sconvolta.
Lentamente, senza dire una parola, riuscii ad alzarmi in volo e sbsttei le ali per portarla via da li. Mentre volavo fino al bordo della scogliera sentivo mille fuochi briciarmi. In mezzo a tutto quel dolore c'era una sola chiara: dovevo portarla al sicuro.
Finalmente arrivai sulla scogliera e mi lasciai cadere stremata sull'erba. Era salva.
'Sta volta ci sono riuscita, ho vinto io...ti ho venditicato' pensai mentre rivedevo nella mia memte un paio di occhi verdi vivaci, un sorriso che mi scaldava il cuore e delle ali splendide.
Sentii Jayda accanto a me: meritava delle risposte ma ora non era il momento...avevo una cosa più importante da dirle.
"Jayda...io...non sono mai stata una brava compagna..ma ci ho provato...mi dispiace...ti amo Jayda..perdonami se puoi.." Dissi con le ultime forze prima di iniziare a sparire. Le ultime parole che sentii furono come trasportate dal vento e mi vecero sorridere...
"Ti amo anch'io Alice..."

JaydaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora