Capitolo 1 - I'm so sorry!

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Passavo in quella via come ogni mattina per andare a lavorare, ed ogni mattina vedevo un ragazzo, di un palazzo, fissare il cielo. Da quello che riuscivo a vedere sembrava che sorridesse. Ma come ogni solita e noiosa mattina continuai a camminare, ritenendo inutile fermarsi ogni giorno, a fissarlo senza che il ragazzo mi degnasse di uno sguardo.
Arrivato in anticipo-stranamente- al lavoro, salutai Niall, un mio caro e vecchio amico, anche se di vecchio non aveva proprio niente. Come al solito, era vestito magnificamente per lavorare in ufficio. "Louis..mi stai ascoltando?" Guardai il mio amico con un cipiglio, non ricordando che mi stesse parlando..perché insomma, diciamocelo..quel ragazzo a volte parlava un po' troppo, ma forse era una cosa delle cose che adoro di quel ragazzo. "Uhm, ecco..no. Scusami. Dicevi?" Vidi il suo volto quasi arrabbiarsi, ma poi cambió velocemente espressione girandosi verso il suo compagno, Josh (Si,erano fidanzati da ormai due mesi.) e sorridere. "Bene, dicevo. Hai voglia di uscire con me e Josh? questa sera. Anzi, non devi nemmeno decidere! vieni e basta." Lo guardai male, prima di rispondere. Volevo farlo impaurire un po' ma niente, i miei sguardi assassini su di lui non avevano effetto. "Niall, credo che per sta sera non si possa fare, vedi..Cindy mi asp-"
"Louis, tu non ami quella stupida ochetta. Andiamo! Hai 25 anni e ti devo venire a dire io, queste cose? Siete cosí finti insieme. Quindi, se non vieni tu..verremo noi a farti alzare quel culo, che devo dire, favoloso..dal letto. Hai capito?" Guardai Josh, che stava sbuffando all'affermazione del mio culo. "Niall, chi ti dice che io stia a letto? E poi, diciamo che oggi non si puó fare perché Cindy mi deve dire una cosa-da lei definita- "molto importante" e credo di sapere che cosa voglia dirmi"
"E cosa credi ti voglia dire?"
Ma quanto poteva essere stupido a volte questo ragazzo?
"Mi vuole ovviamente lasciare, e io glielo lascieró fare."
Rise, prima di girarsi verso il ragazzo, annuire convinto e andarsene, senza nemmeno salutarmi.
Io andai verso la mia scrivania, al secondo piano. Decisi che era ora di fare gli ultimi conti, per l'industria. Cosi sarei stato libero per il resto del fine settimana. Era dura fare il contabile, era dura arrivare a lavorare vedendo tante persone sconosciute, ma per mia fortuna c'era Liam James Payne, il miglior contabile di Londra, seduto vicino a me, vicino la mia scrivania.
"Ciao Louis, come va con Cindy?"
"Credo male, ma va bene cosí. Te l'ho giá detto di non provare niente per lei. Ma cosí hanno deciso i miei genitori, ho almeno provato a far funzionare le cose."
"Non capisco come la tua famiglia possa decidere chi tu debba amare. Ma insomma, dove siamo? all'era dei principi? assurdo."
Annui, combattuto. Questa era la tragica situazione in cui mi trovavo. I miei genitori, anche se io avessi compiuto ormai 25 anni, decidevano tutto quello che io dovevo fare. Alla fine é grazie a loro se sono quello che sono. "I soldi non crescono dagli alberi, Louis." Dice sempre mio padre, e si. Ne sono consapevole, ma sono stufo di stare ai loro ordini, e questa sará l'ultima cosa che faró per loro. Voglio solo trovare la persona giusta con cui condividere la mia vita, potere amare quella persona. E invece mi ritrovo con quella specie di ragazza in casa mia, che nemmeno mi piace. C'é cosa piú ingiusta di cosí?
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Finito il turno di lavoro,andai nel ristorante indicato su messaggio da Cindy, aspettandola fuori, un po' in ansia. Forse non vuole dirmi che vuole lasciarmi, ma invece vuole sposarmi. E io..non potró dire nulla.
La vidi arrivare, come sempre, con il suo solito sorrisino, ed un abito troppo attillato per una ragazza cosi..alle buone maniere?
"Buonasera, Louis."
"Buonasera, Cindy. Passata bene la giornata?"
"Fantasticamente, grazie. Ma piuttosto, io e te..dobbiamo parlare. E credo che, non ci sará una cena."
In quel momento, internamente, stavo saltando dalla gioia, ma non lo diedi a vedere e mi limitai solo a guardarla, con un piccolo sorrisetto sghembo in volto.
"Io non ce la faccio più, Louis. Dovremmo rompere."
Fantastico, pensai.
Semplice, ma d'effetto.
"É okay per me, hai ragione, non credo possa andare avanti. Io per la mia e tu, per la tua strada, va bene?"
Mi guardó e sorrise,come se avessi detto la cosa piú bella di sempre.
Mi salutó e poi se ne andó di "corsa" dal suo amante. Si, perché potró anche essere idiota,ma ci vedo ancora benissimo.
Io, invece me la presi con comodo e rifeci la strada a piedi, ripassando dal palazzo, guardando in alto speranzoso di vedere il ragazzo affacciato alla finestra,ma non lo vidi. Continuai a guardare il cielo stellato, finché non sentì un dolore lancinante al fondoschiena. "Oddio, scusa mi dispiace! non volevo..io..io non guardavo dove andavo!" Guardai in alto, vedendo il volto di un ragazzo. Il volto di un ragazzo che mi era familiare. Era sicuramente lui. "Non ti preoccupare..diciamo che a volte capita anche a me." Dissi,anche se non era vero.
"Oh..scusami ancora,ecco..prendi." Mi tese la mano,che io presi,e lui mi tiró su,mentre io alla bella e meglio,cercavo di sistemare il vestito. Vidi che il ragazzo mi fissava,pensieroso per poi vederlo sorridere. E credetemi se vi dico che quel sorriso era la cosa piú bella che vidi in quel momento,piú bello delle stelle che stavo guardando. "Sei il ragazzo che vedo dal mio balcone la mattina!"
Si,sono io.
"E tu sei il ragazzo che fissa il cielo,giusto?"
"Esatto,Harry Styles."
"Louis..Louis Tomlinson."
Bene,ora so come si chiama.
"Ora scusami,devo proprio andare.."
"Ti vedró anche domani,Harry?" Dissi io,senza nemmeno pensarci,ma ero felice,ora il ragazzo di quel palazzo era un viso più dettagliato,ed era una persona entrata nella mia vita,in uno strano modo,ma almeno adesso era una minima parte del mio mondo.
"Come sempre,Louis." Sorrise appena,forse pensando al cielo mattutino,che guardava giornalmente. "A domani,allora."
"A domani." E me ne andai,felice di averlo conosciuto,e di aver condiviso qualche minuto con lui.

If I could fly.Место, где живут истории. Откройте их для себя