Your Mouth

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Sotterrarmi non servirà a niente. Ero davanti allo specchio da ore a fare...sinceramente non sapevo neanche che ci facessi li. Pensavo, forse. Si pensavo a oggi. A lui sostanzialmente.
-kate- urlò trent dalla parte opposta della porta
-si?- risposi
-stai bene? Sei li da troppo tempo- annunciò
Mi girai per aprire la porta.
-si sto bene. Mi stavo solo sistemando- mentì
-saresti bella anche senza capelli- scherzò
-ma va a cagare!- risposi
-non ci credi?-
-certo che no. - ci spostammo verso la cucina e notai che la tavola era già apparecchiata.
-seriamente sei bellissima- si lamentò
-trent per favore... Tu sei bello-
-ma stiamo parlando di te. Va beh lasciamo stare. Sei bellissima caso chiuso non puoi più aggiungere parola su questo argomento- ridacchiò
-va bene signor giudice- ci sedemmo e mentre bisticciavamo ci raggiunsero anche Rosalita e mio padre.
-che si mangia?- disse mio padre sfregandosi le mani
-lasagne alla trent- risposi
-uuuh sarà delizioso allora- commentò rosalita
-speriamo- rispose il cuoco. Mio padre e trent erano a capo tavola mentre io e la mia vicina eravamo una di fronte all'altra.
-allora cosa avete fatto oggi?- chiesi dopo aver ingoiato un pezzo di lasagna
-abbiamo girato per i negozi e acquistato qualcosa- rispose mio padre
-si ma stai attento- raccomandai
-ma per chi mi hai preso? Per un settant'enne? Io sono forte come un giovane di vent'anni- disse mostrando il "muscolo" che aveva sul braccio.
-si papa come vuoi-
-e tu dov'eri?-mi domandò
-niente ho fatto un giro..volevo prendermi delle felpe o qualche giacca visto che qui fa un pò freddo-
-ti accompagno io domani se vuoi- s'intromise il biondino
-certo- acconsentì

La serata finì così tra chiacchiere e aneddoti di quando ero piccola. Grazie papà.

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-secondo me dovresti provarti quella nera- indicò il mio ragazzo.
-emh si forse è meglio-appoggiai la giacca blu e presi quella nera. Era una giacca semplice di pelle. Quando infilai anche il braccio sinistro, mi guardai allo specchio.
-si, questa ti sta proprio bene- "justin si sarebbe alzato e mi avrebbe strinto da dietro dicendomi che ero.."
-...io okay?-
-cosa?- scacciai i miei pensieri inopportuni dalla testa.
-te la pago io okay?-
-oh no non c'è bisogno- indietreggiai
-invece si- disse cercando di afferrare l'indumento
-neanche per sogno- lo allontanai

Alla fine riuscì a pagare sotto il mio sguardo assassino. Ci dirigemmo in altri negozi e ci fermammo in un bar per riposarci. Anche trent si era preso una giacca e una maglietta. Nera, ovviamente. "Justin l'avrebbe abbinato alle sue supra "
Basta. Basta.basta. Perchè stavo mettendo in mezzo lui. Perchè lo pensavo. Non era giusto nei miei e nei confronti di trent.
-stai bene?- disse mettendomi una mano sulla spalla
-si-
-ti vedo un pò giù- mi guardò
-no devo solo andare in bagno- mi alzai e cercai il bagno del bar.

Mi sistemai i capelli quando mi scontrai con una persona.

-oh mamma scusi- dissi all'uomo super elegante davanti a me. Gli avevo fatto cadere la birra sulla sua camicia bianca. Quest'ultimo guardò la sua camicia ormai irrecuperabile e poi me.
-mi perdoni sono un disastro-
-era la mia camicia preferita-
-mi spiace se vuole gliela ricompro o le do i soldi-
-non ti preoccupare ne ho altre venti nel mio armadio- sorrise. Salvata per un pelo. -adesso devo andare ho un appuntamento ...stia attenta signorina-
-certo lo farò- ricambiai il sorriso e se n'è andò.

Quando mi ricomposi m'incamminai verso il bagno e notai una busta attaccata al mio piede. Alzai la gamba per raggiungerla e la presi. C'era scritto Hotel Gran New York.  La rigirai tra le mie mani per vedere il destinatario e trovai scritto Malcom Richer. Forse era del signore di prima, gli cadde quando gli sporcai con la coca la camicia. Per sdebitarmi decisi di riportagli ciò che era suo.

All'improvviso la porta del bagno si spalancò violentemente colpendomi la schiena. Ovviamente io dovevo proprio trovarmi li. L'uomo non si girò neanche per chiedere scusa così decisi di intevenire.
-hey mi hai fatto male!- urlai attirando la sua attenzione.
-non dovevi stare là! È colpa tua- l'uomo portava un capello e teneva lo sguardo basso evitando di far vedere il suo volto a me e agli altri. La sua voce assomigliava più a quella di un ragazzo.
-mi bastavano anche delle scuse- lo rimproverai
-no e adesso lasciami stare- si girò. Lo bloccai tirandogli il braccio.
-mi devi delle scuse almeno no?-
-non ti devo proprio niente e ora lasciami-
-chiedimi scusa!- disse trattenendolo
Mi prese per le spalle e mi spinse in un angolo, fuori dalla vista delle persone. Il cappello copriva metà della sua faccia quindi non riuscì a vedere molto. Una cosa mi sembrò familiare.
-non è giornata quindi lasciami stare- disse a pochi centimetri da me. Potei vedere benissimo la sua bocca. Le sua labbra bagnate dalla sua saliva. Erano così familiari. Alzai la mano per spostargli il cappello ma si spostò prima che lo afferrassi.
-kate- trent!
Il ragazzo mi lasciò andare e sparì dalla mia vista in un secondo. Mi sistemai e raggiunsi trent.
-trent- lo chiamai
-scusa pensavo ti avessero rapita o qualcosa del genere...non tornavi più-
-no. torniamo a casa?-
-si- e così tornammo a casa.
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ecco un altro capitolo
Spero vi piaccia.
Ci sentiamo prestuuuuuuu

Xoxo
Popmaisinfinitycorn

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