ObsessionS

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-terra chiama kate- mi chiamò il ragazzo davanti a me. Sventolava la mano davanti alla mia faccia cercando di ottenere la mia attenzione.

-si trent- risposi

-si cosa?- chiese confuso

-a quello che stavi dicendo no?- dissi come se fosse ovvio.

Non riuscivo a spiegare ciò che avevo sognato l'altra sera. Mille domande e nessuna risposta. Troppi pensieri senza una fine.

-...padre?- mi domandò. Avevo paura che si stuffasse di me per la mia continua distrazione così risposi con un semplice 'si'

Finimmo di fare colazione e mi cambiai.
Il mio lavoro non aveva orari regolari, se ti chiamavano dovevi recarti li.
Per questo giorno optai per un outfit professionale: un completo da ufficio con tacchi neri. Mi guardai allo specchio e sorrisi soddisfatta. Amavo vestirmi così.
Sentì delle braccia stringermi da dietro.

-sei bellissima- disse il mio ragazzo

Li lasciai un bacio sulla guancia e uscimmo da casa.

-guido io- disse correndo verso il posto del guidatore

-rompila e ti rompo io- dissi minacciandolo

-ti amo anch'io- disse ridendo

Arrivammo presto al lavoro di mio padre. Quell'edificio era così alto che per guardarlo interamente dovevi per forza piegare il tuo collo fino a farti venire un torcicollo.

Schiacciai il tasto dell'ascensore per chiamarlo e salimmo in cima.
Quando le porte dell'ascensore si aprirono una donna giovane ci accolse.

-ah trent sei tu- disse togliendo il suo sorriso da 'lavoro' e montrando la sua stanchezza.

-perdonami claire ti voglio presentare una persona- disse portandomi davanti al suo tavolo bianco.

-lei è la mia ragazza, kate-

-kate lei è una mia collega-

-collega?- disse alzando un sopracciglio

-amica pardon-

-ah ecco- disse ridacchiando.

-piacere- dissi stringendole la mano

-trent parla sempre anzi troppo di te ormai so tutto- affermò toccandosi la fronte

-spero positivamente- scherzai

-state troppo bene insieme voi due!-

-dici?- disse trent

-trent sei tu?- urlò un uomo dall'altra parte della porta.

-papà!- dissi entrando nel suo ufficio. Con lui non mi mostrerò mai formale, è l'unico momento in cui potevo essere infantile. Per infantile intendo infantile al cento uno percento.

-ciao principessa- disse baciandomi la testa -allora come va il lavoro?-

-tutto bene è divertente-

-ah una cosa... tieni- disse passandomi una busta

-cos'è?- chiesi

-la metà dei guadagni della nostra casa a new york-

- grazie papà- lo abbracciai

-usali in maniera responsabile per favore...e non per shopping okay?-

-okay papà-

Stavo per chiedergli come stava procedendo il suo progetto nella costruzione di una casa per i bambini poveri ma il telefonò squillò.

ForeverOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz