14 | F u r b o

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Non era stato poi così difficile far accettare la piccola Katy anche ad Ashton, indubbiamente il vampiro dal cuore più tenero della compagnia, ed ora le giornate di lei trascorrevano tra giochi e coccole da parte dei suoi nuovi "zii".

Ed in soli due giorni aveva anche imparato a distinguerli:

Zio Mike era quello con i capelli tutti da tirare, che le ripeteva sempre frasi come "Luke è stupido", "Luke è una mammina" o "Luke è un marmocchio", sperando che Kathleen le ripetesse.

Zio Cal era quello con le guance mollicce e gli occhi luccicosi, che le lasciava sempre dei bacini sul nasino.

Zio Ash, invece, era quello con le mani giganti che le faceva sempre il solletico e che la imboccava facendo l'aereoplanino.

E Luke, beh...

Luke non sapeva come descriverlo. Si ostinava a chiamarlo "Uke", ridendo subito dopo perchè trovava quella storpiatura divertente, e gli abbracciava il collo ogni volta che poteva.

Era il primo che cercava appena sveglia, e l'ultimo che volesse vedere prima di dormire.

Adorava lasciargli baci umidicci sul guance solo per vedere la faccia buffa (e disgustata) che lui faceva subito dopo, magari rimproverandola e chiamandola "mostraciattolo".

E stava proprio facendo questo, lui, prima che il cellulare gli squillasse nella tasca dei pantaloni, costringendolo a posare la bambina a terra.

«Pronto?» rispose, schiarendosi la gola.

- Parlo con Luke Hemmings?

«Si sono io. Mi dica» accompagnò la piccola in salotto e lasciò che quest' ultima raggiungesse Calum, il quale gli lanciò uno sguardo interrogativo, prima di rinchiudersi in camera.

- Stiamo lavorando sulla scomparsa di Kathleen Collins. Lei era il suo babysitter, dico bene?

«S-sì, io... è-è scomparsa?» Luke si grattò la nuca, parlando con una finta voce preoccupata.

- Sì, sono tre giorni ormai, non ne è stato informato?

«A dire la verità era da un pò che non sentivo i signori Collins, ma non l'ho trovato strano» deglutì «Insomma, non avevo degli orari fissi. Mi hanno sempre chiamato quando avevano degli impegni. Eppure loro non mi hanno avvertito di nulla...» finì, inumidendosi il labbro inferiore attraversato al luccicante piercing nero.

- Loro sono morti in un incidente stradale, signorino Hemmings. Esattamente il giorno della scomparsa della bambina. Davvero lei non ne sapeva niente?

«O-oddio no. I-io... io sono stato fuori città negli ultimi giorni. Ho approffittato dell'assenza di impegni per farmi un giro» sospirò sconfitto «S-sono tornato solo stamattina...»

Si sedette sul materasso, giocando con l'orlo della sua felpa nera. «Senta, posso fare qualcosa per voi? Per aiutarvi nelle indagini? Sono disposto a tutto. Per favore, mi dica cos-»

- Le dispiacerebbe venire questo pomeriggio in centrale per qualche domanda?

«Oh sì. Sì, certo, io... ok» mormorò.

- La ringraziamo del supporto, signorino Hemmings. Arrivederci e buona giornata.

«Arrivederci» rispose riattaccando, prima di lanciare il cellulare dell'altra parte del letto e sbuffare pesantemente. La stanza diventò improvvisamente stretta.

Si alzò passandosi una mano tra i capelli biondi e mordicchiò il piercing, imprecando silenziosamente e scuotendo la testa. Questa volta avrebbe dovuto togliersi dai guai da solo.

Dreamcatcher ✝ luke au (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora