05 | M a l i n c o n i c o

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Ed è inutile dire che il biondo, quella notte, la passò a contemplare la meravigliosa creaturina che, serena e silenziosa, giaceva addormentata fra le sue braccia.

Un po' la invidiava, lui, che oramai non ricordava neanche più cosa significasse dormire, e non poteva fare a meno di chiedersi cosa stesse accadendo in quella dolce testolina.

A cosa pensava? Cosa stava sognando? Il biberon? I genitori? I vari peluche spari sul pavimento? Forse.

In verità Luke, nonostante faticasse ammetterlo perfino a se stesso, desiderava essere lui il solo ed unico protagonista delle fantasie della piccolina. Voleva essere lui, il suo primo ed ultimo pensiero della giornata, il cosiddetto "punto fisso", o, per lo meno, quella mutevole ombra indistinta che, nel sonno, la faceva sorridere così teneramente.

Katy si era addormentata quasi subito, quella notte, appoggiando la testa sul petto freddo di lui, ed era rimasta lì tutto il tempo, senza muoversi o agitarsi, come se quello fosse il rifugio più sicuro e comodo del mondo.

Aveva appena 4 mesi e già sapeva, con certezza, quale fosse il suo posto preferito: le braccia fredde e pallide di quel buffo individuo biondo che, ogni sera, sgattaiolava silenziosamente nella sua cameretta.

Il ragazzo sorrise sornione, godendosi la vista della bimba, e dell'alba, ormai giunta, e visibile dalla finestra. Sospirò ed adagiò la piccola 'bella addormentata' nella culla azzurrina.

«'Giorno mostriciattolo» sussurrò poco dopo, sistemandole meglio la coperta sul corpicino, e dovette trattenersi dal lasciarle un bacio sulla fronte. Senza troppi indugi, poi, uscì velocemente dalla porta-finestra, chiudendola gentilmente dietro di sè.

+

Dalla porta d'ingresso fece capolino la testa bionda del ragazzo che, dopo essersi guardato intorno con circospezione, attraversò il salotto in punta di piedi.

Egli sperò stupidamente che, così facendo, il suo dotatissimo ed acutissimo coinquilino vampiro non si potesse accorgere del suo arrivo clandestino. Ma tutto fu chiaramente vano quando, una voce, proveniente dal nulla, lo fece sobbalzare...

«Oh guarda chi si rivede! Il vagabondo! Si può sapere cos'hai fatto di tanto impegnativo questa notte?- esclamò sarcastico il moro, mantenendo sul volto un'espressione severa - Anzi no, non dirmelo, non mi interessa...» lo liquidò poi, agitando la mano con noncuranza e incrociando le braccia un tempo color caffè latte.

Il biondo scrollò semplicemente le spalle, togliendosi di dosso l'adorata giacca in pelle ed abbandonandola sulla sedia.

«Mi inquieti Lukey» sospirò l'altro, passandosi una mano tra i capelli corvini «sembra che tu mi stia nascondendo qualcosa. Ultimamente sei strano, ecco»

Luke si sedette lentamente sul divano, senza distogliere lo sguardo dagli occhi del moro «Non ti sto nascondendo nulla, davvero...» mentì, e l'altro, in risposta, si morse il labbro inferiore, annuendo.

Il biondo odiava mentire, davvero, e non lo aveva mai fatto con Calum, prima d'ora. L'idea di non essere sincero con il coinquilino e la situazione in sè lo stavano rattristando non poco, ma in fondo era per una buona causa, giusto?

Non sapeva come avrebbe potuto reagire Calum venendo a conoscenza di ciò che -anzi chi- stava nascondendo, e non era per nulla intenzionato a scoprirlo.
Insomma, si trattava di una Sfavilla, no? A chi non avrebbe fatto gola?

Calum, dal canto suo, non aveva pienamente creduto alle parole del biondo, che ultimamente non faceva altro che sparire ogni notte o gironzolare per l'appartamento con un sorriso ebete stampato in faccia -cosa stranissima dato che Luke non sorrideva mai- ed avrebbe sicuramente indagato.

Lo guardava dritto negli occhi Calum Hood, studiandolo silenziosamente con quei suoi grandi pozzi scuri. Ed a Luke, in certi istanti, parevano anche in grado di trafiggerlo, come frecce, come lame infuocate che, neanche fossero state forgiate appositamente per quello, sentiva penetrare lentamente dentro di sè, nel petto, lasciandovi poi spazio al rimorso.

Quel terribile e silenzioso rimorso che solo gli occhi imploranti del tuo migliore amico hanno la capacità di lasciarti.

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«Serata film?» chiese Calum, tutto d'un tratto, buttandosi sul divano e schiacciando il biondo che fino a quel momento se ne era rimasto sdraiato lì, tutto tranquillo.
«Ehi!» ringhiò l'altro, reprimendo una risata e cercando di liberarsi dal peso soffocante del coinquilino.

Si mise poi a sedere e si mordicchiò l'interno della guancia, facendosi serio «Io, uhm, in realtà... dovrei uscire anche questa sera...sì»

All'udire uno sbuffo come risposta, si grattò la nuca nervoso e spostó gli occhi su ciò che aveva davanti, fingendosi completamente interessato alla tv spenta. Il tutto, pur di non incrociare lo sguardo, probabilmente scettico, di Calum.

«Eh no, non dirlo neanche! E poi è tanto che non guardiamo un film!» brontolò il moro, incrociando le braccia in modo infantile.

Luke, dal canto suo, scrollò semplicemente le spalle, continuando a guardare, apaticamente, il vuoto davanti a sè.

«Dai...ti prego» Calum iniziò a piagnucolare ed a strisciarglisi contro, cercando di attirare la sua attenzione.

A quel punto, il più piccolo sbuffò rassegnato e si prese qualche secondo per pensare.

Era da molto che non passava del tempo con Calum - un pò glielo doveva - e un film avrebbe sicuramente tenuto buono il moro per almeno una settimana, prima che questi riniziasse a farsi strane idee sulle uscite notturne di Luke.

Poteva resistere una sera senza rivedere la sua Sfavilla? Forse.

«Okay vecchio...guardiamoci questo film!» sorrise falsamente, dando giocosamente un pugno sulla spalla del coinquilino, per poi alzarsi e raggiungere il piccolo scaffale bianco su cui erano stati riposti tutti i film.

+

E dopo un'ora Luke non ricordava nemmeno più che film avesse scelto.
Continuò a guardare lo schermo, che ormai non gli sembrava altro che un miscuglio confuso di colori e suoni ovattati, chiedendosi come mai, così da un momento all'altro, avesse stranamente iniziato a sentire un fastidioso senso di vuoto dentro di sè.

Amava isolarsi da tutto e da tutti, stando in silenzio e fingendo di non esistere, e durante i film coglieva sempre l'occasione per farlo.
Per il biondo, guardare come il mondo fosse perfettamente in grado di continuare la propria corsa senza di lui beh, era divertente, ma, alla fine, lo faceva comunque sentire solo ed inutile.

Ed era facile dedurre come Luke Hemmings non fosse un amante della compagnia - dato che odiava il caos e qualsiasi cosa troppo rumorosa - ma lì, chiuso in quell'appartamento ed illuminato solo dalla lampada vicino al divano, anche la quiete ed il silenzio che vi regnavano sembravano troppo disagevoli e laceranti per lui.

Ogni tanto, sempre circondato dalla sua bolla di malinconia personale, si girava verso il ragazzo seduto al suo fianco che, luminoso come una stella, fissava lo schermo, completamente immerso nel film.

E sorrideva davanti alla tv Calum Hood, vampiro solare e sempre affamato, ed il suo sorriso era così bello e brillante da essere in grado di contagiare tutti, vampiri e mortali.


Tutti tranne Luke.

. . .

"Ed in quei rari e rubati momenti, silenziosamente, iniziava ad odiarlo per davvero."

Dreamcatcher ✝ luke au (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora