02 | S p e n t o

2.1K 211 35
                                    

«Allora - il biondo si sfilò velocemente la giacca di pelle nera, lanciandola sulla poltrona - ci sono novità?»

«Corre voce che sia nata una nuova Sfavilla, e nemmeno molto lontano da qui. Hai sentito qualcosa tu?» domandò annoiato il moro, alzandosi dal divano e stiracchiando le gambe snelle. Aveva passato tutto il giorno chiuso in quell' orribile appartamento ed ora era tremendamente affamato.

«Uhm, no - Luke cercò di far apparire la sua voce più disinteressata possibile - Probabilmente sarà un'altra invenzione di qualche vecchio vampiro decrepito»

«Beh, può darsi» borbottò il coinquilino, scrollando le spalle. Prese poi una scatoletta di arachidi dal frigo, quasi sperando che del normale cibo potesse, in qualche modo, placare la sua fame.

Tutto quel disinteresse da parte di Calum nei confronti della Sfavilla era quasi innaturale ed incomprensibile per un altro vampiro, ma Luke era certo di saperne il motivo. Conosceva l'amico come le sue tasche, e quella che ora era dipinta sul suo viso, non era un'espressione annoiata, bensì rassegnata.
Calum fingeva, fingeva che non gli importasse, che l'idea di tornare in vita non lo allettasse minimamente, ma aveva paura, paura che fosse tutta un'illusione, che non ce l'avrebbe mai fatta, che quella possibilità gliel'avrebbero portata via ancor prima che potesse vederla o sentirne il profumo.
Luke, per quanto egoista e meschino - si rese conto - fosse il proprio pensiero, ne fu felice. Almeno il coinquilino non si sarebbe messo in mezzo tra lui e quel mostriciattolo dagli occhi meravigliosi.

«Sei riuscito a trovare qualcosa? A quest'ora dovrebbe esserci ancora qualcuno in giro, sono affamato» borbottò Calum, con la bocca piena, passando poi la confezione al biondo.

«Sì, c'è stata una festa al White Rose. Quei tre che ho beccato erano completamente andati e non si sono accorti di nulla - ridacchiò freddamente - E comunque penso ci sia qualcuno rimasto oltre l'orario di chiusura, magari fai ancora in tempo»

Rise all'espressione entusiasta del moro e si distese pigramente sul grande divano nero, passandosi una mano sul ciuffo.

«Bene» sospirò poi l'altro, scrollando le spalle e premendo le labbra in una linea dura. Indossò una felpa pesante, prendendo il cellulare ed il portafoglio, e, dopo aver fatto un cenno all'amico, si fiondò fuori dall'appartamento.

«Il solito morto di fame» ridacchiò Luke, sicuro di aver visto Calum leccarsi le labbra affamato, ed ingoió poi un paio di arachidi.

+

Calum non tornò all'alba. Probabilmente si fermò in qualche localetto a divertirsi, e Luke Hemmings beh, dovette tenersi occupato per tutto il giorno a modo suo, ascoltando musica, mangiando inutili schifezze e guardando la TV. Il tutto per sviare i propri pensieri dal ricordo di un paio di grandi occhi color zaffiro.

Il modo in cui lo avevano guardato ed il senso di euforia e vitalità che aveva percepito poi, avevano fatto scattare in lui qualcosa, qualcosa che non sentiva da secoli.

Ormai era praticamente incapace di provare emozioni e sensazioni. La sua pelle era uno scudo di ferro, e così anche il suo cuore, freddo ed immobile. Cosa aveva sperato di trovare in lui quella bambinetta, fissandolo in quel modo? Dolcezza? Compassione? Felicità? Vita?
Si bloccó a quel pensiero.

Ricordava davvero poco della vita lui, della sua famiglia, dei suoi amici. La morte lo aveva strappato da loro troppo presto.

Troppo giovane era Luke Hemmings quando morì.

- Flashback -

Attraverso le stradine scure di Londra, illuminato solo dalla luce della luna, camminava tranquillo un diciottenne biondo, dall'aria misteriosa e un corpo snello ricoperto da un cappotto blu. La vita aveva ancora molto da dargli: sarebbe diventato medico, come suo padre, e avrebbe gestito insieme a lui una piccola clinica, la più conosciuta e rispettata della città. Si sarebbe sposato con una bella ed educata ragazza di alto rango, le avrebbe regalato un bellissimo anello con tanto di diamante e avrebbero avuto molti bambini. Sarebbero poi andati a vivere in una villetta bianca e verde nel centro di Londra e sarebbero invecchiati lentamente, godendosi i piccoli e grandi piaceri della vita, attorniati da tanti nipotini.

Ma Luke non continuò gli studi, non gestì mai quella clinica insieme a suo padre, non si sposò, non ebbe figli e non rivide mai più la sua famiglia.

Morì il 14 ottobre del 1717, la stessa fatidica notte in cui le sue gambe lunghe percorsero quelle stradine, sbranato da un ripugnante e spietato essere troppo affamato per risparmiarlo.

E quella creaturina dagli occhi blu era la sua unica possibilità di rifarsi una vita dopo quasi trecento anni passati ad aspettare e sperare.

- Fine Flashback -

E così, quella notte, dopo aver ricordato questo, decise di ritornare alla villa e finire il lavoro.

Si fece una doccia veloce impostando la temperatura dell'acqua a caso, tanto anche se fosse arrivata a 400°C non l'avrebbe percepita comunque, e si insaponò i capelli biondi con dello shampoo al miele.

Si asciugò velocemente, senza tanta cura, ed indossò il suo paio di jeans più bello insieme ad una semplice maglietta nera. Infilò il prezioso anello argentato, regalo del suo diciottesimo compleanno, e sistemò il ciuffo. (In poche parole si mise tutto in ghingheri per quella che sarebbe stata la sua nuova vita, a discapito della piccola Sfavilla. Atteggiamento stupido, non credete?)

«Wow, ma come siamo belli stasera Hemmings - lo schernì Calum, squadrandolo da capo a piedi - su chi vogliamo fare colpo?»

«Sulla cena mio caro Hood, sulla cena. Se devo mangiarmi una ragazza pretendo almeno che sia bella» mentì.

«Che schizzinoso! E poi non hai già mangiato ieri?» chiese ancora il moro, alzando un sopracciglio. Altra caratteristica di Calum che a Luke non andava proprio a genio: si insospettiva troppo facilmente.

«Ho ancora fame, problemi?» ringhiò il biondo di rimando. Dal canto suo, era sempre stato una persona facilmente irritabile ed erano pochi i vampiri - e le persone in generale - che riuscivano a sopportarlo.

«E poi sarei io il mangione qui, eh?» lo derise l'altro, per niente turbato dal cambiamento d'umore del biondo, il quale scosse la testa e si avviò verso la porta, che attraversò con un soffio.

Calum si preparó mentalmente per quella che sarebbe stata una nottata di pura noia.

+

Un'ombra sfrecciava agile e veloce nella notte, attraversando i vicoli e saltando da un tetto all'altro di una città che ancora non dormiva del tutto.

Correva veloce come il vento, senza sentire la fatica e i muscoli bruciare, con il profilo, che tanti cuori aveva rubato a suo tempo, illuminato dalla luce della luna.

Sentire il vento scompigliargli i capelli era pura libertà per lui, così come urlare a squarciagola mentre si spostava da un cornicione all'altro.

Euforico e malinconico era Luke Hemmings, mentre correva con gli occhi luccicanti di meraviglia, perché - incredibilmente - ancora vivido era, dentro di lui, il ricordo di un giovane scatenato. Di un ragazzo che amava vivere e che, ormai vinta la morte, ora giaceva in un angolino del suo cuore, ancora non del tutto spento.

. . .

"Ma forse - sorrise il suo destino - forse lui riuscirà a trovare un pò di pace,
tra le braccia di un angelo"

Dreamcatcher ✝ luke au (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora