Baby, you are all that I adore

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Percy non amava toccare Annabeth quando c'erano troppi sguardi attenti puntati su di loro. Gli dava fastidio anche solo l'idea che qualcuno potesse far parte di un contatto tra loro due. Eppure, era comunque difficile riuscire a trattenersi quando l'unica cosa che avrebbe voluto fare era stringerla a sé ogni singolo istante.

- Ed era un sogno allucinante perché io ero Artex, no? E stavo correndo super veloce ma poi ho iniziato a volare e quando mi sono girata -sempre rimanendo il cavallo- ho visto un paio di ali dello stesso colore del mio manto. - Sorrise gesticolando. - è allucinante, no? - ripeté, voltandosi verso Percy mentre andavano verso l'Arena.

Il ragazzo la guardò dall'alto, sorrise e poi si assicurò che non ci fosse nessuno per avvolgerle le spalle esili, attirandola al suo fianco caldo.

Annabeth gli avvolse un braccio attorno al bacino e sollevò il volto solo per trovare le sue labbra. Sorrise mentre lo baciava e poi tornarono a camminare stretti, un po' per il freddo e un po' perché -cavolo- lo volevano davvero.

- Annabeth - la chiamò, spingendola a spostare i suoi occhi grigi sul suo volto.

- Mmh - si limitò a rispondergli con un mezzo sorriso, sistemando il braccio attorno ai suoi fianchi.

- Voglio baciarti.

Annabeth corrugò la fronte e poi rise. - Fallo - gli disse tranquilla, bramando già le labbra sulle proprie.

- Andremmo in fascia protetta se dovessi baciarti come voglio qui - borbottò e successe tutto in una frazione di secondo. La prese delicatamente per il polso e la trascinò lungo la parete dell'Arena, camminando così veloce che Annabeth fu costretta a corrergli dietro per stare al suo passo mentre rideva.

- Sei pazzo! - esclamò quando si fermarono, sistemandogli le mani sul petto e poggiandosi al muro alle sue spalle.

Percy sorrise, avvicinandosi a lei, facendo aderire paurosamente i loro corpi e scacchiandola contro la parete dell'Arena, strappandole un sorriso che arrivò fino agli occhi luminosi. - Si. E adesso ti bacio.

Le mani grandi si modellarono attorno al bel viso di Annabeth e Percy la attirò a sé premendo le labbra sulle sue, schiudendogliele con la lingua in una frazione di secondo.

La accarezzò piano, si concesse un'esplorazione languida di quella bocca che -forse- gli piaceva più del dovuto e le passò le mani sulle spalle, sulle curve del seno e sui fianchi, stringendoglieli delicatamente prima di palparle i glutei.

Annabeth inarcò la schiena verso il muro, aprì la bocca un po' di più come se quello potesse essere abbastanza per avere Percy ancora un po', per sentirlo ancora più suo. E poi le diede una pacca al sedere abbastanza forte da farla sussultare per la sorpresa. Si allontanò da lui solo per incrociare quello sguardo carico di malizia e divertimento, scoppiando a ridere.

Buttò la testa all'indietro e si aggrappò alle sue spalle, dandogli un bacio a stampo che sapeva ancora delle loro labbra. Gli morse il labbro inferiore, tirandolo tra i denti e Percy mugolò in protesta, attaccandola nuovamente al muro e premendo le labbra sulle sue per poterla baciare ancora.

- Ma quanto sei bella? - soffiò sul suo volto, continuando a cingerlo con le mani incredibilmente calde per il freddo di febbraio che non dava tregua.

Annabeth rise e gli baciò la punta del naso, sollevandosi sulle punte prima di baciarlo nuovamente a stampo con uno schiocco. - Adesso andiamo ad allenarci.

Percy borbottò contrariato, baciandola ancora e la ragazza rise, spingendolo via dalle spalle e scivolando tra il suo corpo e il muro consapevole che, se solo l'avesse baciata ancora, il suo senso di responsabilità sarebbe andato a farsi benedire.

Angel with a shotgunDove le storie prendono vita. Scoprilo ora