Capitolo 7

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I giorni trascorrono piuttosto in fretta tra università e gli allenamenti di Cata. Insieme abbiamo deciso che sarebbe meglio iniziare ad allenarsi come ho fatto anche io, solo a ricordarmi mi viene la pelle d'oca.

FLASHBACK

- Maledetta benda e maledette sorprese, se inciampo un'altra volta giuro che ti castro Dorian Bennet Diamond! - lo minaccio dopo essere inciampata per l'ennesima volta. Lo sento ridere e questo mi fa arrabbiare di più.
- Smettila! Sei diventato sordo o cosa? Non capisco cosa ci trovi di così divertente! - gli urlo lasciandogli la mano.
- Abbi un po' di pazienza, donna!!- mi dice ancora ridendo sollevandomi a mo' di sposa.
Qualche minuto dopo si ferma e mi rimette giù. Dopo avermi dato un bacio sul collo, mi toglie la benda e mi guardo intorno, senza capire; ci sono vari attrezzi da palestra, un ring e una parete piena di armi di ogni tipo.
- Che significa? - gli chiedo un tantino confusa.
- Significa che è giunta ora di mettere il tuo bel culetto al lavoro!- mi dice lui sorridendo e io non so se ridere o piangere.

FINE FLASHBACK

Scuoto la testa e rido, ricordando la reazione di Cataleya quando ha visto la palestra. All'inizio si è lamentata moltissimo e ha smadonnato a più non posso, non la riconoscevo più. Sembrava qualcosa tra uno scaricatore di porto e un camionista russo ubriaco. Io e Derek ci eravamo divisi i compiti, io l'avrei aiutata a diventare un ottimo cecchino, mentre lui l'allenava nella lotta. Ma la mia pazienza, dopo soli due giorni e tanti buchi nel muro, ha fatto le valige e se n'è andata, così ho lasciato tutto nelle mani di Derek, so che lui se la caverà meglio di me. Il fatto di passare più tempo insieme gli ha uniti. Anche se sono passati solo pochi giorni, vedo Cata essere più a suo agio vicino a Derek e l'umore di entrambi è migliorato di molto,mentre il mio è peggiorato notevolmente dato che oggi è sabato e stasera ci sarà la festa. Non mi piace l'idea di tornare in quel posto, che un tempo amavo, e portarci anche mia sorella. La festa dovrebbe iniziare verso le undici di sera cosi alle dieci io e Cata iniziamo a prepararci. Lei è molto agitata all' idea di entrare in questo mondo , che ho cercato in tutti i modi di nasconderle. Cerco di stare calma perché due Hutcher agitate non portano nulla di buono. Dopo una doccia veloce iniziamo a vestirci. Prima di tutto ci acconciamo i capelli. Cafa decide di lasciarli lisci mentre io, dopo avergli arricciati, li fermo su un lato con un fermaglio a forma di rosa, ricoperto da diamanti. Apparteneva alla madre di Dorian, che me l'ha regalato il giorno del nostro matrimonio e oltre ad essere simbolo della nostra famiglia da anni e anche l'unica cosa che mi rimane di lei. Dopo di che ci trucchiamo, non eccessivamente perché comunque avremmo portato le maschere. Infatti sia io che Cata mettiamo solo un po' di mascara e un rossetto rosso sangue. Infine ci vestiamo, prendiamo i mantelli col cappuccio, dello stesso colore degli abiti, le maschere e usciamo. Ad attenderci vicino alla macchina, troviamo Derek, vestito con uno smoking blu notte, abbinato all'abito di Cata, con camicia bianca e cravatta dello stesso colore dello smoking.
- Pronte? - ci dice aprendo la portiera posteriore della sua macchina e aiutandoci ad entrare.
- Siamo nate pronte! - gli dico sistemandomi sul sedile posteriore insieme a Cata. Durante il tragitto nessuno dice niente, l'agitazione e tanta. Quando intravedo i cancelli mi sento mancare.
- Emma tutto apposto? - mi chiede preoccupato Derek e Cata mi stringe la mano per rassicurarmi.
- Si, ma sarebbe meglio indossare le maschere, non manca molto all'entrata. Io e mia sorella indossiamo le maschere e io mi sporgo in avanti per aiutare Derek, che stava guidando, ad indossare la sua. In poco tempo arriviamo davanti ai cancelli di ferro e Cata rimane a bocca aperta quando legge la frase incisa sopra; "Lasciate ogni speranza voi ch'entrate!". Anche a me aveva fatto lo stesso effetto la prima volta, solo che dopo Dorian mi ha spiegato la storia dietro a quella frase, e mi sono tranquillizzata, un pochino. Il suo bisnonno, il creatore di questo posto, dopo un viaggio in Italia, durante il quale ha letto e riletto la Divina Commedia, ha deciso che questa frase avrebbe dato il tocco finale alla sua creazione, e aveva ragione. Se vuoi entrare all'Inferno non ti serve sperare di uscirne sano e salvo. Entri a tuo rischio e pericolo, io l'ho imparato a spese mie. Prendo un respiro profondo e mentre le guardie aprono i cancelli stringo la mano di mia sorella. Ho una fottuta paura che le possa succedere qualcosa... Spero solo che la Fortuna questa sera sia dalla nostra parte... Cerco di calmare il mio cuore che ha preso a battere all'impazzata e mi preparo mentalmente a ritornare nel regno di Lucifero dove dovrò mettere a tacere i fantasmi del passato. Guardo verso l'entrata e vedo altre due guardie vicino alla porta e un uomo con un mantello nero,e una maschera nera che gli copre metà viso. Quando vede la nostra macchina scende le scale e riesco a intravedere una piccola rosa rossa all'occhiello. Sorrido e mi calmo subito riconoscendo Dorian, il mio male e la mia cura. Derek ferma la macchina e mentre Dorian ci apre la portiera, mi giro verso mia sorella e le sorrido. Scendiamo e affianco a Dorian e Derek ci avviamo verso l'entrata.
- Benvenuta all'Inferno sorellina, il luogo in cui ogni cosa è permessa.

Non lasciarmiWo Geschichten leben. Entdecke jetzt