Capitolo 10: la decisione di Paine

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Rammentò il sogno. Era l'uomo che Diana non era riuscita ad eliminare.

***

Erano trascorsi dei minuti prima che Paine decidesse di uscire dalla camera e affrontare sua madre. Non le aveva ancora confidato di aver perduto il lavoro, e temeva che la reazione della donna sarebbe stata esagerata, enfatizzata soprattutto dall'abbandono di Franco. Ma in quel momento aveva ben più grossi problemi da risolvere.

La casa era immersa nella penombra, la luce dei lampioni filtrava, debole, attraverso le finestre. L'appartamento era diventato vecchio, e l'assenza di illuminazione ne enfatizzava l'età, anziché nasconderla.

La televisione in cucina era accesa, ma non c'era nessuno a guardarla. Serena non era in casa. Probabilmente Franco aveva dimenticato di spegnere l'apparecchio prima di iniziare il litigio.

Aprì il frigorifero in cerca di qualcosa da mangiare, scelse dell'insalata e si sedette a tavola.

Giunta a metà del piatto, la trasmissione fu interrotta da un'edizione straordinaria del notiziario. Il volto tondo della giornalista apparve sullo schermo, c'era molto vento e i capelli le svolazzavano in tutte le direzioni. A causa del trambusto, si schiacciava contro l'orecchio l'auricolare e parlava ad alta voce. Alle sue spalle le forze dell'ordine avevano formato una muraglia umana contro i curiosi, proteggendo la scena di un crimine. Si sentiva il rumore di un fiume in piena.

Incuriosita, alzò il volume del televisore.

"È stato ritrovato poche ore fa il corpicino senza vita di un bambino..."

Paine fermò la forchetta a metà strada tra la bocca e il piatto, sentì lo stomaco chiudersi.

"I Carabinieri l'hanno trovato nel fiume, poco prima che il corpicino raggiungesse la foce. Se avesse raggiunto il mare, forse, non lo avremmo ritrovato mai più."

La voce della giornalista divenne un ronzio distorto, lontano. Paine fissò lo schermo, anche se combatteva contro se stessa per non farlo e incontrò la fotografia del bambino scomparso.

"Dobbiamo ancora ricevere informazioni dettagliate dagli inquirenti, ma credo non ci siano dubbi: si tratta del piccolo Mattia, scomparso più di due settimane fa..."

"Due settimane..." sussurrò Paine. Se Robert l'avesse contattata un mese prima, quel bambino sarebbe ancora vivo. Il tremendo pensiero fece sgorgare lacrime amare. Si vergognò per aver pensato, anche lontanamente, di abbandonare la missione, di lasciare tutto nelle mani della giustizia umana.

Lasciò cadere la forchetta nel piatto. Il tintinnio che produsse la fece gemere.

"Non ci sono indizi che possano condurre al colpevole dell'omicidio..." continuò la giornalista.

Paine nascose il viso tra le mani. Non contava conoscere chi fosse il reale colpevole. Dovevano essere fermati tutti, venti anni d'assenza dell'Angelo della Morte erano bastati a far dilagare nuovamente la malattia mentale nel mondo.

L'Angelo della MorteWhere stories live. Discover now