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Jack camminava per il viale ormai vuoto, la scuola era deserta, si sentiva solo il rombo di qualche motore in lontananza e il fruscio delle foglie.

Johnson ripensava a quello che era stata la sua chiacchierata con Mahone.

Non poteva ancora credere a quello che il ragazzo nuovo gli aveva detto, Emily non era un oggetto da vincere come ad una lotteria ma una persona con dei sentimenti.

Jack non l'avrebbe mai e poi mai fatta soffrire, non avrebbe mai giocato con il suo cuore perché a differenza di Austin lui l'amava davvero.

Jack non aveva voglia di tornare a casa, camminava lentamente lungo il marciapiede che costeggiava la scuola.

Si soffermò a guardare il campo da Football dove gli Eagles si stavano riscaldando per la partita che si sarebbe tenuta la sera stessa prima della festa a casa del capitano.

In quel momento a Jack venne un'idea, non avrebbe mai battuto Austin a basket ma sarebbe potuto entrare nella squadra di football per dimostrare al nuovo arrivato e ad Emily che lui non era una nullità.

Lui non poteva sapere che Emily lo adorava per quello che era e anche se lo sapeva tutto quello non gli bastava, voleva far vedere ad Austin che anche lui era in grado di diventare popolare.

Jack non era mai stato bravo nello sport e neanche gli interessava, fino a quel momento, il momento in cui un ragazzo Texano entrò a far parte delle vite di quei ragazzi del Midwest.

Delle gocce d'acqua cominciarono a scendere dal cielo bagnando i capelli, la faccia e i vestiti di Jack che però continuava a camminare non curante del fatto che la pioggia si stava intensificando.

I capelli tirati su col gel cominciavano a ricadergli delicatamente sulla fronte mentre un piede gli finì dentro una pozzanghera che si era formata da poco.

Una macchina passò accanto a lui ad alta velocità alzando degli schizzi che colpirono Jack ma lui non ci fece molto caso.

Di solito avrebbe urlato contro l'autista mandandolo a quel paese seguito da Justin ma mon era in vena di arrabbiarsi ancora.

La sua mente era concentrata totalmente su altre cose.

In giro di pochi minuti arrivò a casa che era più vicino di quello che pensava.

Da due anni aveva cambiato casa a causa di un leggero terremoto che aveva fatto crollare una delle pareti di quella vecchia e ora quella nuova era molto più vicina alla scuola.

A volte quando si tenevano le partite notturne non riusciva a dormire dati i cori che si alzavano ad ogni touchdown fatto dalla loro squadra o i fischi contro le squadre avversarie.

Jack aprì piano la porta di casa per poi chiudersela alle spalle.

Si levò immediatamente le scarpe sporche e salì in camera silenziosamente.

Sua madre stava dormendo e non l'avrebbe svegliata per nessun motivo al mondo.

La mamma faceva i turni di notte all'ospedale quindi le capitava di dormire tutto il giorno per ritrovare le forze.

Jack la stimava tanto per questo ma non glielo aveva mai detto, lui era così non era capace di esternare i suoi sentimenti neanche con la persona che lo aveva messo al mondo.

Emily stava seduta sulla sua scrivania mentre guardava il cielo.

La pioggia cadeva incessantemente sul tetto provocando un suono rilassante che fece chiudere gli occhi alla ragazza bionda che in mente aveva solo un pensiero, quello di avvertire la sua amica del tradimento di Jack.

Non aveva la minima idea di come dirglielo o di come introdurre il discorso, aveva paura che la sua amica pensasse che lei si stava inventando tutto perché era gelosa del loro stupendo rapporto, così lo chiamava Britney.

Ma soprattutto aveva paura di ferirla, lei lo amava davvero mentre lui la stava solo usando, aveva paura della reazione che avrebbe avuto ma constatò che la cosa più giusta da fare era dirle la verità.

Emily era caduta da li a poco in un sonno profondo dominato ancora una volta da incubi che la fecero svegliare di scatto con le lacrime agli occhi.

Finalmente la tempesta passò e mentre un sole splendente prendeva il posto delle nuvole grigie Jack stava rovistando nel suo armadio alla ricerca dei vestiti più giusti da indossare per la partita e per la festa.

Non voleva essere troppo elegante ma non voleva presentarsi neanche con i calzoncini corti che lui tanto amava o con dei semplici jeans.

Alla fine però optò per una semplice maglia bianca a maniche lunghe e dei jeans grigi strappati sulle ginocchia.

Jack non se ne rendeva conto ma aveva qualcosa che lo rendeva così speciale solo per il fatto di essere se stesso.

Era una ragazzo che non faceva molto caso a quello che indossava al contrario di Justin che era perfetto in ogni situazione ma finiva con l'essere perfetto anche lui.

Erano le sei e mezza ormai e i quattro amici si trovavano fuori lo stadio pronti a prendere i posti sugli spalti.

-ciao ragazzi-

Disse Austin salutando con un bacio le ragazze e con un abbraccio amichevole Justin e Jack.

Johnson si rese conto in quel momento di quanto falso fosse quel ragazzo ma non disse niente, non voleva rovinare quella giornata ancora di più ma soprattutto non voleva litigare con Austin davanti ai suoi amici.

Scusate per il ritardo spero che il capitolo vi piaccia ♡

Un bacio dalla vostra Eleonora :*

Wrong one || Jack Johnson || Austin MahoneWhere stories live. Discover now