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Alaska finì di cantare e rimase a fissarlo, aspettandosi un qualcosa, mentre Harry rifletteva, perso totalmente nel testo della canzone.

Ci fu qualche minuto di silenzio, nel quale i loro occhi si incontrarono senza staccarsi, quelli di lui illuminati dalla gioia, ma con un velo di malinconia

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Ci fu qualche minuto di silenzio, nel quale i loro occhi si incontrarono senza staccarsi, quelli di lui illuminati dalla gioia, ma con un velo di malinconia.

"C'è qualcosa che non va" la ragazza poggió la chitarra sul divano e si avvicinò abbastanza da rimanere in piedi proprio di fronte a lui, a pochi centimetri di distanza, sempre occhi negli occhi.
Tutte le voci nella sua testa iniziarono a farsi sentire, ogni secondo di silenzio corrispondeva ad un ottava in più di urla nella sua mente.
Il ragazzo notò il cambiamento dello sguardo della rossa, sempre più distante, vuoto.

"La adoro, Lasky" sussurró sincero, cercando di riacquistare la sua attenzione;
la sua voce roca si insinuó in quel caos, di nuovo, riportandola alla realtà.

"Perché hai quella faccia allora?" chiese con voce piccola, si inginocchió sul tappeto così da poterlo guardare meglio.

Prese ad accarezzarle il viso, consapevole del fatto che lei fosse già al corrente di ciò che avrebbe esternato a breve, ma comunque sospiró e cercó di abbozzare un sorriso:
"Perché vorrei riuscire a restare al tuo fianco, senza aver paura delle conseguenze, non mi importa se non possiamo stare insieme, ho solo bisogno di averti accanto, perché sono stufo di farmi lacerare dalla tua mancanza ogni giorno"

Quelle parole la colpirono dritta al cuore, nonostante furono esattamente ciò che pensava avrebbe detto, sentirle uscire dalla sua bocca ebbe un effetto contrastante.
A metà tra la tristezza e il compiacimento.
Harry sapeva esaltare il suo ego come nessun altro, infatti tendeva sempre ad evitare certi discorsi, proprio per non farla andare troppo in là con i film mentali, ma a volte, era impossibile persino per lui non cedere di fronte a quegli occhi, che furono sempre la sua più grande debolezza.

"Sono troppe volte che riesci a farmi dire ciò che non vorrei dire, stronza di una rossa" con una sola mossa si alzò in piedi trasportandola con sé, la ragazza gli cinse la vita con le gambe e si strinsero in un abbraccio.
Quando i suoi piedi toccarono terra di nuovo, le squilló il telefono.

"Suppongo sia il tuo nuovo giocattolo" sbuffó un sorriso saccente, seguito da uno sguardo di fuoco da parte di lei, che si affrettó a rispondere:

"Hey Calum" le parole le uscirono di bocca insieme ad un sorriso.

"Hey rossa, a che ora vuoi che venga?"

"Sono pronta anche ora se vuoi" guardò intensamente Harry, il quale assunse un'espressione di leggero rammarico.

"Arrivo allora"

Conclusa la breve chiamata, ci fu un attimo di silenzio, il riccio la guardò ancora per un po', poi prese la sua giacca, lasció un bacio tra i capelli della rossa e si precipitó fuori.

Let me look in your eyesWhere stories live. Discover now