16. Odio profondo.

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"Siamo arrivati." Mi sussurra, con un filo di malinconia nella voce. So che voleva rimanere in quel posto, anche io avrei preferito restare, però sono già le dodici e mezzo e devo tornare a casa entro l'una.

Ho assolutamente bisogno del mio zaino, se entro senza, mia madre si insospettirà. Il lato positivo è che ora so la strada per andare in quel posto: diventerà il mio rifugio.

"Brian." Lo chiamo, preoccupata.

"Cosa c'è?" Chiede, risvegliandosi, visto che prima aveva uno sguardo assente.

"Come faccio ad entrare a casa senza lo zaino? Mia madre si insospettirà." Gli faccio notare, agitandomi.

"Entriamo a casa tua di nascosto e lo prendiamo." Propone, come se fosse la cosa più normale del mondo.

"E se ci scoprono?" Chiedo, mettendomi le mani nei capelli.

"Noi siamo molto più furbi di loro." Risponde, facendomi l'occhiolino. Sorrido e lui rimette in moto la macchina. Arriviamo a casa mia cercando di non farci scoprire e noto che la finestra della mia camera è aperta.

Mi viene da ridere nel pensare alla fuga con Brian per andare alla festa. Quest'ultimo mi guarda confuso.

"Perchè stai sorridendo?" Chiede dopo, e rimango esterrefatta quando mi accorgo che sto ridacchiando da sola.

"Pensavo." Liquido tutto con un gesto della mano, facendolo incuriosire ancora di più. Scuoto la testa e il sorriso mi muore in faccia, quando lui pronuncia testuali parole:

"Okay. Ora arrampicati e sali." Mi ordina, indicando l'albero. Faccio come mi dice con facilità con il suo aiuto ed entro con più fatica dalla finestra. Una volta dentro gli do l'okay, alzando il pollice a Brian, che fa un cenno del capo per avvisarmi di stare attenta.

Entro in camera e prendo lo zaino, poi per non essere sospetta tolgo i vestiti che mi ha dato Brian e metto i miei, se mi avesse visto con altri di quelli addosso, mia madre si sarebbe insospettita ancora di più.

Metto i vestiti che ho indossato prima in una busta e li metto nello zaino, così li avrei lavati e riconsegnati al ragazzo che mi aspetta fuori.

Scendo dalla finestra e mi aggrappo all'albero, poi mi tiro giù lentamente e riporto i piedi per terra con un piccolo salto, prima che Brian possa aiutarmi.

"Fatto!" Gli dico con aria trionfante, mostrandogli lo zaino. Guarda confuso i miei vestiti e piega la testa di lato. È così carino mentre fa questa buffa espressione che sorrido.

"Gli ho cambiati per non far insospettire mia madre, dato che quelli che mi hai dato tu sono diversi dal mio guardaroba, e credimi, mia madre conosce tutti i miei vestiti a memoria! Quelli di tua cugina li ho messi nello zaino, appena rientro li lavo e te li porto." Gli spiego, e, finalmente, capisce tutto.

"Okay, hai pensato proprio a tutto." Mi fa i complimenti, divertito. "Ora torniamo a casa, manca ancora mezz'ora."

"In realtà, adesso che ci penso, oggi usciamo all'una e venti, quindi abbiamo più di mezz'ora." Gli faccio notare, battendo un dito sul mento, come per immaginare.

"Va bene, vorrà dire devo sopportarti ancora un po'." Ha l'aria stanca per finta mentre pronuncia testuali parole, poi fa spallucce, come per rassegnarsi.

"Che hai detto?" Chiedo in tono minaccioso ma scherzoso, mentre mette in moto la macchina.

"Niente, stavo scherzando." Mi fa notare, sorridendo. Faccio la linguaccia e durante il tragitto continuiamo a stuzzicarci come due bambini.

"Ma sta zitta!" Mi schernisce ridendo, una volta arrivati a casa sua e usciti dalla macchina.

"È la verità, te lo giuro. Quello li si è messo a correre mezzo nudo per strada per colpa di una stupida scommessa persa." Mi vengono i brividi ripensando a quella che abbiamo fatto prima, ma lui sembra non pensarci e secondo me va meglio così.

Ho bisogno di te. [#1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora