Lezioni private

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‹‹ Ci vediamo più tardi in Sala Comune! ››, disse Harry ai suoi due migliori amici alzandosi da tavola.

Aveva scorto appena in tempo una familiare testa bionda sparire al di là della porta d'ingresso della Sala Grande e si era affrettato a trangugiare l'ultimo pezzo di torta che aveva nel piatto.

Sapeva fin troppo bene che il carattere di Malfoy era piuttosto irascibile e non voleva certo farlo arrabbiare per il suo ritardo, non se in ballo c'erano le loro "esercitazioni".

Sbuffò al pensiero di quella punizione: lui non aveva bisogno di ripetizioni in Difesa contro le Arti Oscure. Insomma, lui era il Prescelto! Aveva già affrontato Voldemort, in più di una situazione! E ne era uscito vincitore!

Iniziò a correre per i corridoi, ma non riuscì ad incrociare Malfoy da nessuna parte. Stava salendo una rampa di scale, quando questa cominciò a muoversi. Harry si trovò davanti alla porta di un altro corridoio e, approfittando della situazione, decise di prendere una scorciatoia.

Corse a perdifiato lungo un corridoio deserto, salì diverse rampe di scale e finalmente arrivò al settimo piano. Con immensa soddisfazione, vide Malfoy che stava arrivando in quel momento dal lato opposto del corridoio.

‹‹ Notevole... ››, commentò il Serpeverde una volta che si furono avvicinati.

Harry, ancora ansimante per la corsa, sorrise.

Il biondo camminò per tre volte davanti all'arazzo di "Barnaba il Babbeo bastonato dai troll" ed improvvisamente davanti ai loro occhi apparve una grande porta. La varcarono in fretta e si ritrovarono davanti ad una stanza ampia ed accogliente, con un grande spazio vuoto al centro, dove si trovava solo un grande tappeto decorato e, all'estremità opposta alla porta, un divano in pelle verde posto di fronte ad un caminetto acceso.

‹‹ Caspita... ››, commentò Harry facendo qualche passo nella stanza.

Il Serpeverde ghignò compiaciuto.

Il moretto vagò per la stanza, sfiorando la pelle del divano ed allungando le mani verso le fiamme scoppiettanti.

‹‹ Sei pronto? ››, gli chiese l'altro.

Harry si voltò a guardarlo. Non aveva percepito astio o sfida nelle sue parole. Era stata solo... una domanda. Una semplicissima domanda.

Annuì ed impugnò la bacchetta, imitato subito dopo da Draco.

‹‹ Con gli incantesimi verbali te la cavi abbastanza bene, il problema è che non riesci a fare praticamente nulla se tieni chiusa quella tua boccaccia... ››

‹‹ Ehi! ››, lo interruppe il Grifondoro, piccato.

Draco fece finta di non averlo sentito. ‹‹ Inizieremo provando a bisbigliare gli incantesimi, devi riuscire a trasmettere il tuo potere attraverso la bacchetta senza l'ausilio della voce. Avanti, prova a disarmarmi! ››, gli disse allargando le braccia.

Harry gli puntò contro la bacchetta e sussurrò, più silenziosamente possibile: ‹‹ Expelliarmus! ››

Un raggio di luce rossa partì dalla bacchetta e colpì Draco in pieno. Il Serpeverde barcollò, riprese la bacchetta che gli era stata sottratta ed annuì. ‹‹ Bene. Ora prova a non usare la voce. ››

Riprese la posizione di prima ed attese.

Di nuovo, Harry gli puntò contro la bacchetta e pensò: "Expelliarmus!"

Non successe nulla.

‹‹Avanti, Potter! Mettici un po' di impegno, per Salazar!››

Harry riprovò e riprovò, ma senza successo.

Unspoken - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora