Prologo

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Salve a tutti! Dopo tante peripezie, ho finalmente deciso di pubblicare questa Drarry a cui lavoro da un po'.

Dopo il mio primo esperimento con una one-shot (la trovate al seguente link: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2992453&i=1 ) questa è la mia prima fanfiction "seria" su questa coppia, quindi siate clementi... Anzi no, siate severissimi! Le critiche costruttive sono ben accette!

Vi rubo ancora qualche secondo: vorrei dedicare "Unspoken" a due persone speciali.

La prima è Ele, un'amica con cui condivido la passione per le Drarry. L'idea di questa storia è nata grazie a lei ed è stata sempre lei a convincermi a pubblicare questa fanfiction, nonostante le mie mille riserve ed i miei infiniti dubbi. Probabilmente senza di lei questa creaturina sarebbe ancora nella sua cartelletta a prendere polvere! Grazie collega!

E poi c'è Spencer Tita, autrice su EFP, grazie alla quale ho scoperto il mondo delle Drarry e senza la quale non sarei qui a scrivere oggi. Grazie Tita!

Detto questo, spero di ricevere le vostre opinioni per questo primo capitolo. Per ora, vi auguro una

BUONA LETTURA!



L'ormai familiare dolore alla cicatrice prese a tormentarlo, agitando il suo sonno.

Harry Potter, il Bambino-che-è-sopravvissuto, il cosiddetto Prescelto, stava avendo un altro dei suoi incubi che avevano come soggetto fisso, ormai, solo Voldemort.

Nel sogno si trovava al Ministero della Magia, più precisamente nell'atrio della grande struttura, circondato da scaglie di vetro e frammenti di ogni genere.

Voldemort era, chissà come, entrato in possesso del suo corpo.

Sentiva il dolore provocato dalla sua presenza dilaniarlo dall'interno, eppure non riusciva a farlo smettere, non riusciva a cacciare lo spirito del Mago Oscuro da sé.

In quel momento, pur di non dover sopportare oltre quel dolore, avrebbe preferito morire.

Non riusciva a concentrarsi: tutti i suoi pensieri erano diretti a Sirius, il suo padrino. Vederlo sparire così, per sempre, alla sua vista, lo aveva sconvolto. Aveva sentito che qualcosa dentro di sé si era spezzato, rotto, irrimediabilmente. Aveva pianto, urlato, ma quel vuoto non si era riempito.

In quel momento, in balia del controllo di Voldemort, il suo più grande desiderio era quello di morire per potersi ricongiungere a Sirius. Ai suoi genitori. Alla sua famiglia.

I suoi occhi stanchi si posarono su Ron ed Hermione.

Erano fermi, a pochi metri di distanza da lui, e lo fissavano preoccupati. I loro volti erano pieni di graffi; alcuni, più profondi di altri, ancora sanguinanti.

Eppure le loro espressioni mostravano solo fiducia.

Sì, loro riponevano fiducia in lui, in Harry!

Credevano davvero che lui sarebbe uscito vincitore da quella battaglia, che sarebbe riuscito a cavarsela anche quella volta.

Per loro, si disse Harry.

Avrebbe riempito quel vuoto che sentiva dentro con l'affetto che provava per loro.

E fu proprio grazie a quella rinata scintilla che trovò la forza di sibilare, prima a voce bassa, poi sempre più forte: ‹‹ Tu sei il debole. ››

Percepì una fitta di dolore più intensa delle altre, come se la creatura dentro di sé si stesse ribellando.

Gemette forte, combattendo contro quel potere a lui estraneo e nemico. Tutti i presenti poterono udire quel suono che, però, non li rassicurò affatto.

Unspoken - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora