She's hurt

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Per tutto il tragitto Barry non fece altro che pensare all'incontro con Hannah. Quella bambina era al centro dei suoi pensieri. Non riusciva a concentrarsi su qualcosa che non fosse lei. Il che era insolito. Era sempre stato invidiato da Oliver per quella sua qualità.

Quasi senza rendersene conto percorse il vialetto di casa, sfilò meccanicamente le chiavi dalla tasca ed aprì la porta. Non fece in tempo ad entrare che i suoi sensi furono inebriati da una piacevole e familiare fragranza. Limone e zenzero.
Due esili e risolute braccia lo strinsero in un caloroso abbraccio. Iris era a casa.

"Poteva anche essere un ladro, sai?"
Fece il ragazzo, ricambiando quel suo gesto con un sorriso. In pochi e brevi istanti ricambiò la stretta e le lasciò un bacio sulla fronte.

"Non tutti i ladri sono così carini." Sentenziò la mora con riluttanza. Rimase tra le sue braccia fin quando non sentì la sua risata cristallina, poi si allontanò da quella impetuosa figura slanciata e riprese a parlare.

"Com'é andata?"

"Caitlin ed io ci occuperemo di Hannah."

Barry si fermò, un lieve senso di nausea invase il suo stomaco. Era il caso di parlarne con Iris? Nella sua mente era sembrato così naturale. Ma ad alta voce suonava diversamente. Avvertiva un certo disagio. Lei, non era mai stata una donna particolarmente gelosa, o se lo era stata non se ne era minimamente rese conto. Ma questa era una notizia decisamente fuori dal comune. Persino per lui che lavorando in centrale di situazioni inusuali ne aveva vissute a bizzeffe.

"Caitlin? Intendi la migliore amica di Felicity?"

Barry annuì leggermente. Osservò con attenzione lo sguardo della ragazza e non potè fare a meno di notare un lieve accenno di disappunto in quest'ultimo. Così si avvicinò e le lasciò un dolce bacio sulle labbra. Al che la mora gli sorrise. Non era mai stato un tipo particolarmente espansivo, tantomeno romantico. Ma Iris era la sua eccezione.

"Questo per cos'era?"

"Per sicurezza, tutto qui."

Si scambiarono uno sguardo complice e si divisero. Lui andò in camera per sistemare delle pratiche, mentre lei rimase in salotto a lavorare ad un progetto sul computer. Dopo mezz'ora il moro scese le scale, si aggiustò il cappotto ed uscì in fretta lasciando la porta socchiusa alle sue spalle.

Caitlin si lasciò andare ad una tazza di caffè fumante, era la terza nel giro di quattro ore. Quando erano piccole Felicity era solita a prenderla più volte in giro per via della sua organizzazione. Ma in quel momento era tutt'altro che organizzata. La giovane stava vivendo una vera e propria crisi di nervi, e anche se si ostinava a negarlo a se stessa, Hannah aveva notevolmente contribuito. La bambina appena arrivata a casa aveva cominciato a piangere e lei, immaginando che avesse fame, le aveva preparato qualcosa. Quello era stato il primo della lunga serie di errori che aveva commesso. Per primo, Hannah le aveva gettato sul viso l'omogeneizzato alla frutta. Poi le aveva reso difficile cambiarle il pannolino. E per Caitlin quella fu una vera impresa omicida. Poiché per quante volte tentò di pulirla, la bambina altrettante glielo impedì. Il bagno fu la perfetta ciliegina sulla torta. La giovane si ritrovò coperta d'acqua dalla testa fino ai piedi. E lo stesso accadde al pavimento circostante. Qualsiasi cosa sembrava essere coperta da uno strato permeabile di acqua. Tutto tranne la bambina ovviamente.

Quel ricordo la costrinse a massaggiarsi le tempie con le dita. Se avesse potuto far qualcosa per alleviare quel dolore che in quel momento le impediva di pensare lucidamente non avrebbe esitato neanche un istante. Si alzò dal morbido tessuto del divano non appena sentì il campanello del suo appartamento suonare ed andò a controllare chi fosse.

"Non hai resistito molto, vedo."

Barry Allen era di fronte a lei, un sorriso sghembo gli ricopriva il viso. Roteò gli occhi e si spostò per permettergli di entrare.

"Ti ho mandato un messaggio perché gli mancavi. Ce la stiamo cavando benissimo. Vero Hannah?"

La mora lanciò un'occhiata alla bambina seduta sul pavimento, Hannah sorrise non appena vide il ragazzo. Le braccia prontamente distese verso la sua figura imponente come quando l'aveva visto al loro primo incontro.

"É omogeneizzato?"

Era incredibile, per avere due anni adorava già un ragazzo.

Caitlin fu risvegliata dal suono della sua voce. Il ragazzo le indicò la guancia ed involontariamente arrossì. Bella mossa.
Si pulì la guancia con un fazzoletto e sospirò, di certo più tardi si sarebbe complimentata con se stessa per quel fallimento.

"Perché non mi hai detto che avevi bisogno di aiuto?" Barry poggiò la bambina sul letto, poi iniziò a rimboccarle le coperte. Pochi secondi dopo Hannah era al caldo, nutrita e pulita, con il viso rilassato ed il petto che s'innalzava ed abbassava ritmicamente.

Barry e Caitlin si guardarono per qualche secondo, un piccolo sorriso balenò sul viso di entrambi. Poi si allontanarono dalla stanza ed andarono in cucina. Lì non avrebbero corso il rischio di svegliare Hannah.

"A quanto pare sei entrato tra le sue simpatie." Caitlin sorrise leggermente. Le si leggeva in viso tutto ciò che provava: delusione nei confronti di se stessa.

Come riusciva Barry Allen a farle fare qualsiasi cosa? Era incredibile, Hannah era completamente ipnotizzata da lui. Non sarebbe stata una sorpresa se la bambina si fosse alzata al suo arrivo, compiendo i suoi primi passi.

"Sono sicuro che tra qualche settimana i nostri ruoli si invertiranno."

Barry fece una breve pausa e per qualche minuto calò il silenzio tra di loro. Poi riprese la conversazione e lasciò andare il corpo contro la sedia posizionata al di sotto del tavolo.

"L'assistente sociale vuole sapere dove vivrà Hannah.."
Esortò Barry, schiarendosi la gola. I suoi occhi si posarono automaticamente sul pavimento.

Entrambi sapevano perfettamente cosa significava.

"Ci serve ancora del tempo."

"Caitlin non abbiamo tempo, tra poco inizieranno le visite da parte dell'assistente. E se lei non vive in un ambiente adeguato."

"Ce la porteranno via, lo so già."

Pronunciò la frase con quel suo solito tono freddo. Non poteva vivere in quella casa. Non riusciva neanche a discuterne in tranquillità senza perdere il controllo.

"Mi dispiace ma io non posso.."

Abbassò il tono della voce e sentì gli occhi divenirle inevitabilmente lucidi. Distolse lo sguardo nel vano tentativo di impedirgli di vederla crollare, ma fu inutile. Barry se ne rese conto. Non si era mai mostrata debole con nessuno oltre Felicity. Neanche con sua madre. E non rientrava tra le sue intenzioni far si che quella fosse la prima volta.

"Tutto quello che stai provando, lo sto passando anche io. Hannah è l'unica cosa che ci rimane di loro. Non permettiamogli di portarcela via."

"No, tu non capisci."

Barry si avvicinò per tentare di asciugarle le lacrime, ma fu inutile. Caitlin si voltò verso il piano di cottura e gli diede le spalle.

"Credo che sia l'ora che tu te ne vada."

Non erano affari suoi, ma non poteva neanche lasciarla andare.

"Lo faremo insieme, prima di portare Hannah. Se non te la sentirai, ti prometto che la prima
cosa che faremo sarà cercare un appartamento."

Barry le appoggiò una mano sulla spalla e nonostante quell'insolito contatto lentamente si girò. Non sapeva esattamente perché, ma le ispirava la sicurezza di cui aveva bisogno in quel momento.

Vide le lacrime solcarle le guance pallide e senza neanche darsi il tempo di riflettere l'abbracciò. Era un abbraccio innocente. E in quella stretta percepì delle sensazioni mai provate prima. Come un forte senso di protezione. Ma non fu quel particolare a lasciarlo perplesso, quanto un brivido talmente intenso da scombussolargli tutto il corpo.

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