The three of us

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"Non significa che se lascio il cellulare o il tablet in casa, hai automaticamente il permesso di frugare nei miei affari personali!"

"Davvero Caitlin? Ti sorprende? Non vedo come dovrebbe, dato che lavori per un genio del genere e non mi dici assolutamente nulla! E poi ho tutto il diritto di essere coinvolto se riguarda Hannah."

Le urla di Caitlin risuonavano per tutta la casa, persino attraverso le mura. Il suo tono fermo e autoritario creava un perfetto contrasto con quello calmo e rilassato di Barry.

"Non sono affari tuoi, Barry! E tutto questo non c'entra assolutamente nulla con lei."

"Stai lavorando all'acceleratore di particelle, c'entra con Hannah dal momento in cui è tua figlia. E quel lavoro occupa tutto il tuo tempo."

"Lei non é mia figlia."

"Come pensi che reagirebbe Felicity dopo ciò che hai appena detto?"

E tutto d'un tratto le urla cessarono, tra di loro calò un lungo silenzio, rotto solo ed esclusivamente dal pianto incessante di Hannah.

"Non permetterti di nominarla."

Concluse infine Caitlin con un tono agghiacciante, la voce incrinata e gli occhi lucidi.

"Caitlin.."

La ragazza si strinse il cappotto ed afferrò il tablet, dopodiché prese le chiavi dell'auto ed uscì. Lasciandolo nuovamente davanti all'uscio della porta.

Barry rimase fermo, sbigottito da quella sua funesta reazione. Deglutì lentamente e si diresse verso la camera di Hannah. Prese la bambina tra le braccia e con un lento movimento di quest'ultime la condusse nuovamente nel mondo dei sogni. Senza rendersene conto strinse quel piccolo corpo con maggiore intensità, quasi come se avesse bisogno di un conforto che da fin troppo tempo aveva perduto. Osservava e contemplava l'aria beata e rilassata che l'avvolgeva e quando la bionda nel sonno si lasciò andare ad un sorriso furtivo non poté fare a meno di lasciarle un delicato bacio sulla fronte.

"So cosa significa essere privati della famiglia, non lascerò che ti accada lo stesso."

Sussurrò Barry con una lieve senso di nausea dovuto al ricordo della sua infanzia. Si sedette sul divano e lasciò Hannah tra le proprie braccia.

Che problemi aveva Caitlin? Perché non si rendeva conto che aveva delle responsabilità? Aveva sempre pensato di essere stato fin troppo rigido nel giudicarla, eppure lei nelle ultime ventiquatt'ore non aveva fatto altro che peggiorare le cose.

I pensieri presero il sopravvento e si ritrovò a sospirare su quanto era accaduto. In parte era stata colpa sua, non rientrava tra le sue intenzioni violare la sua privacy, ma un alcuni momenti lei era così fredda ed enigmatica, mentre in altri sembrava così sensibile. Le sue reazioni ed i suoi comportamenti non facevano far altro che pensare che probabilmente aveva il timore di lasciarsi andare.

Barry appoggiò la bambina nella culla e la coprì con la coperta, poi si guardò intorno e notò uno scatolone posto al centro della stanza, si avvicinò e con un lieve movimento della forbice la aprì.

Vi erano macchine da corsa, supereroi di ogni genere e una pila di fumetti in ordine. Un orso di pezza in particolare si distingueva nel mezzo. Lo prese e lo appoggiò accanto alla piccola chioma bionda, la quale senza esitare, lo strinse nel sonno.

"Vedo che ti piace."

Mormorò Barry, con un ampio sorriso sul volto. Le accarezzò i capelli con il dorso della mano e si allontanò, intento a sistemare tutti scatoloni.


Erano passate tre ore da quando si era allontanata da casa. Per l'ennesima volta aveva reagito d'impulso, il dolore aveva prevalso sulla logica. Era corsa agli star labs in lacrime e si era chiusa in bagno per sistemarsi il trucco. Nessuno sembrava essersi accorto delle sue condizioni, nessuno apparte il dottor Wells e Ronnie.

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