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La mattina mi alzai piuttosto presto ed ero molto scossa per il sogno che avevo fatto: sognai di nuovo quel lupo e quando smise di parlare io volevo fargli delle domande ma finì il sogno e riuscii nemmeno a spiccicare mezza parola, dovevo trovare il modo di parlargli quindi decisi che la prossima volta che lo avrei rivisto avrei fatto subito le domande e non gli avrei permesso di riprendermi perché non avevo ancora addosso la collana dalla pietra blu.

Mi vestii velocemente e scesi a fare colazione e per la prima volta fui nel salone da sola, era più tranquillo e rilassante ma la pace durò poco perché arrivò subito Klee.

-Buongiorno-dissi sorseggiando il cappuccino

-Buongiornissimo- disse lei

-Klee non fraintendere ma non posso fermarmi e devo andare a lavoro...ciao- mi alzai e me ne andai, giusto in tempo perché stava per arrivare Robert e ci lanciammo un occhiata.

Non so bene il motivo ma quell'uomo mi stava sempre più antipatico e aumentava sempre di più la mia voglia di tirargli un cazzotto sul muso.

Comunque uscii abbastanza velocemente e mi precipitai al bar tanto che mi stupii io stessa della gioia che provavo.

Arrivai fino al bar e iniziai subito a lavorare, non c'era nemmeno bisogno di fare le cose di fretta perché tanto i clienti erano sempre gli stessi e il numero non superava le cinquanta persone, come al solito il cartellone si era sporcato così mi arrampicai con una spugna e iniziai a pulire, mi sentivo piuttosto strana anche perché tutte le volte che mi arrampicavo finivo per cadere o traballare, ma questa volta mi sentivo stabile così feci in fretta e scesi.

Avevo fatto un bel lavoro, poco dopo arrivò anche Molly e si mise a lavorare tranquillamente al contrario del giorno precedente che era stata tutto il tempo con il cellulare in mano a mandare messaggi e a mangiarsi le unghie nervosamente.

Poco dopo arrivarono anche gli JJJ e Patrick e gli servii la colazione ed ero tranquilla finché non si iniziò una discussine che mise a dura prova la mia capacità mentale.

-Come vi siete conosciuti tu e Patrick?- chiese Jeff

-In un orfanotrofio-risponde lui, abbassai lo sguardo come sconfitta perché quella parola mi faceva ricordare chi ero e che cosa mi aspettava una volta tornata a casa

-Neanche noi abbiamo i genitori sai- continuò poi Jeff

-O meglio non li avevamo, poi...-

-Un riccone senza cuore ci ha adottati e ci ha messo in testa l'idea di formare una band!- continuò Johnny piuttosto divertito

-E siamo venuti a sapere che ci aveva scelti solo per il nostro aspetto e che questo era da sempre stato il suo piano- continua Jack rimanendo però a guardare il libro che naturalmente aveva iniziato a leggere da subito, la cosa strana però era che nessuno dei tre ne parlava con amarezza e con fastidio.

-O- riuscii solo a dire.

Johnny mi sorrise e mi rassicurò

-Non sarà un grande padre ma almeno non ci fa mancare nulla... se non l'affetto ovviamente- disse sempre sorridendo

-Almeno si rende conto che siamo noi a mantenere lui, ma non ci possiamo lamentare: i soldi non ci mancano di certo e la nostra paghetta settimanale ci permette di fare quello che vogliamo!-

-Non ne sapevo nulla- dico soltanto

-Non ti preoccupare, non ne siamo sorpresi!- disse Johnny come battuta e tutti iniziammo a ridere

La ragazza che non conosceva il suo segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora