Capitolo 5: l'incontro con Robert

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Margot, ripresasi dal turbamento, afferrò il braccio a Paine e tentò di allontanarla a sua volta dalla postazione. "Sei licenziata ragazzina, non sperare di recuperare il lavoro!"

Paine si liberò dalla stretta. "Per essere licenziata dovrei avere un lavoro, e non mi sembra che questo posto lo sia. Ora togliti di mezzo." Ritornò al monitor. Stava cercando, nell'archivio della polizia, un duplice omicidio di due coniugi. Il motore di ricerca diede centinaia di casi. Lei specificò nel database che era interessata ai coniugi Gallo.

La ricerca tradì le sue speranze.

Teresa e Sergio Gallo, deceduti dieci anni prima, i cui cadaveri furono rinvenuti dal figlio e famoso scrittore Alberto Gallo. Al momento non era ancora stato arrestato nessuno per il duplice omicidio, il caso era stato archiviato.

L'incubo di quella notte aveva un fondo di verità, le vittime di Alberto le avevano fatto visita. "Ma non può aver ucciso tante persone..." Si prese il viso tra le mani e rifletté. Cosa le stava accadendo? Cosa doveva fare?

Era necessario avvisare la polizia della pericolosità di Alberto, ma avrebbero dato ascolto a semplici illazioni? Non avrebbero creduto ai sogni di una nevrotica.

"Paine, ho chiamato la polizia..." la minacciò Margot "...tra poco sarà qui. Ti porterà finalmente in carcere, l'ho sempre detto a Serena che non avevi le rotelle a posto. Magari ti porteranno in manicomio. Peccato che non è più consentita la giustizia personale, altrimenti ti avrei fatto vedere io!"

Il viso di Paine si illuminò. "Giustizia personale..." ripeté sottovoce.

"Esatto, piccola pazza. Ti strozzerei con le mie mani, ci penserà Dio poi a processarti!"

"Le vittime chiedono giustizia..." disse con occhi vuoti.

"Cosa? Paine sei completamente ammattita?"

Cancellò la cronologia delle sue ricerche, e spense il computer.

Sapeva cosa fare.

Margot la guardò andare via, con un'espressione atterrita. La bocca tremolante. "Sei licenziata!" urlò alla stanza vuota. "Licenziata!" ripeté, ma Paine non la udiva già da un pezzo.

***

Era pomeriggio inoltrato e non pioveva più. Aveva indugiato per le strade della città prima di convincersi su ciò che le stavano chiedendo. Fermare Alberto, con le parole o con la forza.

Si era avventurata per la salita che conduceva alle sontuose palazzine a ridosso delle pendici del Vesuvio. Immerse nel verde rigoglioso, un miraggio nel cuore della città. Pian piano che ci si allontanava dal caotico centro cittadino, la natura si riappropriava di ciò che le era stato sottratto.

Paine si era fermata davanti all'abitazione di Alberto, fingendo di attendere, alla fermata deserta, l'autobus. Da quella posizione vedeva il portone, la lastra di vetro che aveva disintegrato nel sogno mancava. Poteva entrare nel palazzo tranquillamente, senza essere vista.

L'Angelo della MorteWo Geschichten leben. Entdecke jetzt