Capitolo 25

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Come avevo detto, ho iniziato a scrivere una nuova storia Larry. Si intitola
"Stranger in Moscow"
la trovate tra le opere nel mio profilo e mi farebbe davvero piacere se passasse a leggerla. Grazie.

Erano le nove del mattino quando Harry e Louis tornarono a casa. Stavano ridendo insieme per una battuta fatta dal più grande, a detta di Harry era davvero pessima, ma questa è un'altra storia, anche perché non importava cosa diceva Louis, qualunque battuta era pur sempre divertente. Louis amava veder Harry sorridere, ancor di più sentirlo ridere, era uno dei suoni più belli che avesse mai sentito e sarebbe rimasto ore e ore ad ascoltarla. Fu per questo che mentre aprirono la porta di casa e la richiusero alle loro spalle, Louis si porse verso Harry e appoggiò le sue labbra su quelle del più piccolo, il quale sorrise dolcemente del bacio.

«Ehm» qualcuno si schiarì la voce.

In men che non si dica, entrambi si allontanarono l'uno dall'altro, voltandosi per veder chi fosse e più che atro chi li aveva visti baciarsi. Harry quasi svenne quando notò che era solo sua madre. Se fosse stato suo padre, a quest'ora sarebbe stato all'ospedale per quante botte gli avrebbe dato, e per tutti gli insulti omofobi che gli avrebbe rifilato. Si volse verso Louis con un'espressione sollevata in viso, ma il più grande sembrava ancora terrorizzato.

«Lou, va tutto bene, mia mamma sa di noi.» gli disse accarezzandogli una guancia per poi abbracciarlo.

«Scusate per avervi interrotti, ma Harry, di là c'è tuo padre e ringrazia il cielo che non ci sia stato lui al mio posto. Dovete fare più attenzione.»

«Hai ragione, Anne.» rispose Louis lasciando andare Harry dall'abbraccio, ma circondandogli un fianco con il braccio in modo tale da tenerlo vicino a sé.

«Grazie mamma.» le sorrise Harry.

«Anne, hai visto il mio portafoglio?» non appena udirono la voce di Robin, tutti si tesero.
Louis lasciò Harry, Harry andò verso sua madre e Anne andò incontro a Robin il quale stava già avanzando verso la sala.

«Louis? Cosa ci fai qui?» chiese Robin non appena li vide tutti e tre stranamente fissi a guardarlo in modo strano. Prima che Louis poté proferir una sola parola, Harry aprì la bocca anticipandolo.

«C-come mai siete già a casa?» chiese Harry balbettando per il nervoso, suo padre aveva sempre avuto questo effetto su di lui. E Louis sospirò grato perché non sapeva davvero che rispondere al padre di Harry.

«Siamo tornati prima. Problemi?»

«N-no.»

«Bene. E Louis, rispondi alla mia domanda.»

«Beh io... Ero con Harry.» rispose dicendo la verità dopotutto. Anche se, non sarebbe mai venuto a conoscenza di quello che veramente era successo tra loro due.

«A fare?»

«Robin, finiscila.» lo ammonì Anne.

«Sto solo chiedendo.»

«Harry, Louis, potete andare in sala e sedervi sul divano.»

«Sì.» rispose Louis e stava quasi per prendere la mano di Harry tra la sua perché sapeva che in quel momento il più piccolo era completamente terrorizzato, ma non poteva far altro che sedersi accanto a lui e lasciare che le loro gambe di toccassero. Quello era il massimo contatto che potevano avere avanti a suo padre. Anne affiancò suo marito incrociando le braccia al petto e guardando Robin preoccupata.

«Sono stato in un convento per un po' e questo mi ha fatto pensare molto. Harry, puoi dirmi il motivo per cui non ti ho mai visto stare con una ragazza?» il respiro di Harry si bloccò per qualche istante. Doveva tornare a respirare e calmarsi più in fretta possibile.

I wanted to tell you all my secrets but you became one of themKde žijí příběhy. Začni objevovat