Domande senza risposta

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La scoperta di questa leggenda, le verità di Zeshin, non fecero altro che far accrescere la nostra quantità di domande a cui mancava ancora una risposta concreta, molti erano i nostri dubbi, eppure, avevamo di fronte l'unica persona che sapeva qualcosa, ma non eravamo in possesso della fiducia necessaria per credergli. Fu un grosso errore.

Eravamo ancora nella stanza con il saggio, come già detto la quantità di domande era tanta, ma non riuscivamo a formularne una... Adrian però ruppe quel silenzio confusionario che si era creato, domandandogli sul come si fosse imbattuto in questa leggenda, la risposta non si fece attendere ma fu piuttosto amara da apprendere... "Quando mia nipote, Aiko, iniziò a manifestare i primi effetti di questo blocco, capii subito che ci fosse qualcosa che non andava, ma non sapevo minimamente attribuire un significato a ciò che vedevo... Continuavo a fargli domande, la sua sofferenza traspariva ogni giorno di più, ci fu un breve lasso di tempo dove mia nipote, non aveva ancora accettato e preso pienamente possesso di queste sue nuove capacità. Un giorno, Aiko mi rivelò, che prima di tutto questo, il giorno 21 maggio, avvertì una forte scossa di terremoto, cosa comune da queste parti, peccato che andando ad analizzare gli eventi sismici di quel giorno, i rilevatori smentirono il suo racconto.

Aiko non racconta false verità, qualcosa di strano doveva essere successo e questo dettaglio, fece scaturire in me un'illuminazione. Mi recai nella mia biblioteca personale, i libri erano l'unica soluzione, ma qualcosa è andato storto... la mia personale collezione di libri andò misteriosamente a fuoco, non ne è rimasto niente. Ragazzi... ciò che vi ho detto riguardo la vostra storia e condizione è la verità la mia mente non mi inganna, mai, però, purtroppo non potremmo mai più avere la conferma assoluta, erano libri antichissimi quelli che parlavano della vostra leggenda, scritti dai miei avi e introvabili in altri luoghi, mi dispiace."

Fu uno schock, sapere ciò, Zeshin era visibilmente dispiaciuto, infatti aggiunse, "Io confidavo in voi ragazzi, la leggenda sarebbe stata esatta se voi foste arrivati fin qui a cercare mia nipote, ed è successo, l'importante è questo... Grazie ad alcuni calcoli molto complessi, sono riuscito a rintracciare i vostri dati anagrafici, dopodiché, mi sono servito dell'aiuto dei miei fedeli monaci, mandati appositamente per analizzare le vostre singole storie cercando di capire i vostri spostamenti, non vi ho fatto chiamare, perché, dopo aver avuto la conferma dell'esistenza di altrie persone senza tempo, sarebbe stata solo una questione di giorni prima che voi arrivaste qui da noi."

Zeshin continuò a parlare, rivelandoci un dettaglio non indifferente... "C'è un problema però, nel vostro percorso si sono aggiunti due strane figure, quell'uomo e quella donna misteriosi, l'interesse che dimostrano nei vostri confronti mi incuriosisce e spaventa allo stesso tempo, loro potrebbero essere l'elemento in grado di distruggere le certezze finora costruite e appurate dalla leggenda. Io penso che loro centrino qualcosa con tutto ciò e credo fermamente che a bloccare lo scorrimento del tempo..." Proprio in quel momento così importante per noi, un momento fondamentale, gli squillò il telefono, era un monaco, il tempio è stato preso d'assalto.

L'anziano non esitò un secondo ad andare a proteggere l'unica cosa veramente preziosa per lui, sua nipote. Quando arrivammo al tempio, già all'esterno si notava che c'era qualcosa di strano, le persone e i monaci scappavano impauriti, questa volta l'atmosfera di serenità e di felicità si misero da parte, per lasciare spazio a momenti di angoscia e terrore. Decidemmo di dividerci, sapevamo che se fossimo entrati tutti dentro al tempio avremmo alimentato ulteriore confusione, io e Zeshin entrammo nel Vihara, gli altri rimasero a presidiare la zona esterna all'ingresso. All'interno della stanza, ecco che, feci il mio secondo incontro con quello strano individuo vestito di nero, era lui che stava seminando il terrore qui all'interno della struttura e le parole di Zeshin si rivelarono più profetiche che mai... Il suo strano distintivo brillava così tanto da riuscire a distrarmi da tutto quell'oro presente nel Vihara, avvenne anche un fatto inspiegabile, l'uomo continuava a sparare alle ultime persone rimaste li dentro, che cercavano di scappare e mettersi in salvo, me egli, più mirava a loro, più continuava a non colpirle... Cosa stava succedendo? Questo ancora non mi era dato saperlo, l'impressione che mi si presentava davanti, era quella di osservare una grande forza invisibile che deviava i proiettili dalla traiettoria designata, anche a pochi metri di distanza dall'obbiettivo. Sembrava come se quelle persone non fossero destinate a morire quel giorno, in quel preciso istante. Appena l'uomo ci vide, si avvicinò a noi, ma senza provare a spararci, Zeshin corse alla disperata ricerca di sua nipote, io invece mi ritrovai faccia a faccia con quella persona. Egli mi disse, "Ci incontriamo di nuovo..." Risposi, "Cosa vuoi da me? Ma soprattutto da tutti noi? Perché ci segui?!", "Non posso rispondere a questa tua domanda, vorrei che tu sapessi che la vita ti porta a prendere delle decisioni difficili, ma ti dona anche seconde possibilità, queste possibilità possono però compromettere la vita di un altro levandogli tutto. Però non preoccuparti, presto tutto si risolverà per il meglio e tu, insieme ai tuoi amici, sparirete per sempre da questo mondo..."

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