Ritrovarsi

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Mi ritrovai in un'enorme stanza bianca, non c'erano ne porte ne finestre, c'ero solo io e altre cinque sedie vuote, posizionate in cerchio. Non riuscivo a capire dome mi trovassi, mi sentivo spaesato, perché vi erano presenti quelle sedie? Cosa avranno voluto significare? D'un tratto, la temperatura iniziò ad aumentare, le pareti iniziarono a sciogliersi e su di esse apparve una parola, più precisamente una parola e il significato di essa...

Ritrovarsi, capitare in un luogo, in una situazione, involontariamente o inaspettatamente, ritrovarsi nei guai...

La stanza iniziò ad ardere, non riuscivo ad alzarmi da quella sedia, non potevo nemmeno urlare, il mio sguardo era fisso su quella definizione, che svanì poi all'improvviso, bruciata dalla fiamme che si stavano lentamente propagando. Quando il bianco delle pareti iniziò a cedere, mi apparve una luce, in lontananza potei notare un cerchio rosso avvicinarsi a me, ruotava in senso orario, dentro questo cerchio, ne apparve un altro, di dimensioni minori. Dall'allineamento di questi due cerchi, ne scaturì un fulmine giallo e molto luminoso. A quel punto riconobbi quell'immagine, mi ricordai a chi appartenesse, a quell'uomo e a quella donna vestiti di nero, purtroppo ancora inerme, non riuscivo a capire cosa centrasse tutto questo con il distintivo. Mi svegliai di colpo, in realtà fu Alexandra a svegliarmi, mi aveva sentito piangere e urlare, si trattava di un incubo, che lasciò in me, quel giorno, una forte sensazione di malessere.

Manhattan, 29 giugno 2015

Passai l'intera giornata a riflettere sul significato di quell'incubo, alle varie connessioni che potrebbero nascere, il perché della presenza di quelle sedie vuote, ma soprattutto la presenza di quelle fiamme e di quel distintivo. Ma forse, la risposta, era più vicina di quanto pensassi...

Ero in cucina, a prepararmi una tazza di tè, quando sentii chiamarmi da Alexandra, appena entrai nella sua stanza, disse, "Andrea! Devi assolutamente guardare qua!"

Mi mostrò il suo video, che ormai aveva raggiunto visualizzazioni mostre, ma la cosa importante che dovevo guardare era che sotto di esso, venne postato un altro video di risposta a quello postato dalla ragazza americana. Il video s'intitolava "Australian boy time less" (Ragazzo australiano senza tempo), Aiden, era il nome di questo ragazzo, affermava di avere i nostri stessi sintomi e ci invitava ad incontrarci il prima possibile. Dopo lo sfortunato piano d'azione, cogliemmo la palla al balzo per allontanarci da qui, decidemmo così di prendere il primo volo disponibile per Sidney.

Sidney, 1 luglio 2015

Dopo un lunghissimo ed estenuante viaggio, eravamo finalmente arrivati nella grande città australiana per incontrare Aiden, un ragazzo che affermava di soffrire dei nostri stessi disturbi temporali. Prima di partire riuscimmo a contattarlo, egli ci diede diverse informazioni riguardanti la sua persona, tra cui il suo indirizzo di casa, quello sarebbe stato il luogo del nostro incontro.

Aiden ci stava aspettando sul ciglio della strada, davanti la sua abitazione, la prima impressione fu buona, egli era un ragazzo di bell'aspetto, aveva la nostra stessa età, anch'esso biondo e con gli occhi azzurri, aveva un fisico molto muscoloso, frutto della sua passione per il rugby che lo spinse a diventare capitano della squadra del college dove studiava medicina legale. Ma ovviamente, come per me e Alexandra, la sua quotidianità fu interrotta quel terribile 21 maggio 2015, quando avvertì una forte scossa di terremoto, mentre si trovava in macchina per andare al college.

Ci raccontò che nessun'altra persona presente in strada sentì la scossa, dopo una settimana iniziarono a manifestarsi i primi effetti, non capiva più in che ora e in che giorno si trovava, aveva sensazioni di vuoto, uno specchio provò a risucchiarlo (ipotizzai che questa sensazione fosse dovuta alla dissoluzione del riflesso), ovviamente poi gli specchi non rifletterono più la sua immagine. Tutto ciò non gli permetteva di concentrarsi sullo studio e di essere al massimo della forma durante lo sport, cadde così anche lui in uno stato di disperazione. Ma cosa ben peggiore fu, che il suo amato padre non si ricordava più di lui, ci disse che insieme a sua madre provarono a portarlo in diversi ospedali e i vari esami al cranio non evidenziarono nessun tipo di trauma, di conseguenza non c'era nessuna perdita di memoria, provarono persino con l'ipnosi per cercare di suscitare una qualche reazione emotiva, ma niente, suo padre ricordava perfettamente la sua vita e cosa aveva fatto o mangiato il giorno precedente, ma non si ricordava di aver mai concepito suo figlio insieme a sua moglie. Per precauzione ogni giorno Aiden scriveva delle lettere rivolte a sua madre, dove erano raccolti tutti i suoi dati, delle foto insieme a lei e a suo padre, ma soprattutto della scossa e di quegli effetti, tangibili ad occhio nudo ed inspiegabili, aveva molta paura che la perdita di memoria potesse colpire da un momento all'altro anche sua madre, per questo si preparava al peggio.

I Senza TempoWhere stories live. Discover now