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ANNE's POV

Corsi in cucina come se fosse l'ultima volta che avrei visto i miei genitori. Erano seduti sul divano con il volume della televisione a uno, erano quasi incapaci di intendere e di volere.

"Mamma, papà. Come mi chiamo?" domandai all'istante per verificare che fossero sani mentalmente, avendo il timore che Jade avesse intrappolato anche loro.

Il loro sguardo era sorpreso, le loro pupille si dilatarono leggermente. Mio padre accennò ad un mezzo sorriso pensando che quella storia mi stava dando al cervello.

"Anne, stai bene?" domandò mia madre, prendendo il viso tra le mani.

'Si ricordano il mio nome' pensai, sollevata. "Si sto bene, scusatemi" li lasciai soli. Mi facevano una pena vederli così, nessuno poteva capire il loro dolore, nemmeno io che ero l'unica figlia rimasta.


I raggi del sole filtravano tra le tapparelle. Questo splendeva in tutta la sua bellezza e ciò significava che ne Jade ne tantomeno la nonna 2.0 avrebbero potuto agire. Pensandoci meglio, credo che in quel mostro qualcosa della nonna, la mia vera nonna, era rimasto altrimenti perché non avrebbe dovuto uccidermi?

Mentre maledicevo il momento in cui infilai le scarpette alla bambola, mi chiedevo quest'ultima dove fosse finita. Dopo la piccola gara tra me e l'essere non si è capito più nulla.

L'ultima volta che la vidi era nella mia camera quando le infilai le scarpette di legno, poi del fumo pericoloso iniziò a cospargersi per tutta la stanza e io, temendo per la mia incolumità, fuggii. In ogni caso, nella mia stanza non c'era.

Adesso che il fantasma aveva acquisito ulteriori poteri, quindi poteva impadronirsi di persone vive e morte, chi l'avrebbe fermata?

Io comunque ci avrei provato, indipendentemente dall'esito che ne sarebbe scaturito.

Mente locale. Allora, per distruggere i fantasmi e gli Horcrux-fantasmi c'è bisogno della luce; visto che di notte di luce ce n'è poca, sarò io a illuminare la casa come un'albero di natale.

Concordai con i miei genitori che tutte le luci della casa dovevano restare accese almeno per quella notte (anche se poi le tasse sarebbero aumentate notevolmente), oltre ad accendere delle candele distribuite in ogni angolo dell'abitazione. In questo modo potevo verificare la mia teoria.

Con tutta calma, cenammo squisitamente e successivamente ognuno prese posizione nella propria camera. Io non riuscivo a chiudere occhio ansiosa del mio piano.

L'unica stanza priva di luce era quella di Jade. Decidemmo, o meglio decisi, di chiudere tutte le finestre, spegnere tutte le luci e mi assicurai che nemmeno un filtro di luce filtrasse in quella camera.

Non riuscendo a dormire, decisi di andare nella camera di Jade. Passai prima dalla stanza dei miei che dormivano profondamente, avrebbero meritato una vita migliore.

Non so per quale motivo, ma le luci della casa mi trasmettevano una certa sicurezza. Arrivai dinanzi alla tanto amata quanto odiata porta. Non era bloccata ne chiusa a chiave, così la aprii e ciò che si presentò dinanzi ai miei occhi fu qualcosa di insolito.

Horror DestinationWhere stories live. Discover now