80. Resta se tu m'ami pt II

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Lando esce per primo e prende posto sul gradino più basso, poi arriva Charles che saluta tutti e si prende il suo secondo gradino... ma quando esce Carlos e tutta la folla sotto il podio lo acclama gridando, senza nemmeno un attimo di esitazione, si appoggia a Lando che gli porge il suo braccio per aiutarlo a salire.

Senza dirsi niente. Come se fosse semplicemente una cosa normale.
Perché è questo quello che fanno le persone. Si aiutano, si fidano e si supportano e si appoggiano gli uni sugli altri.
Ad Elsa non sfugge quel gesto e sa che non sarà l'unica ad averlo notato.
Ma mentre li guarda pensa a quanto vorrebbe avere qualcuno a cui appoggiarsi in quel momento.

E invece è ancora da sola, proprio nel momento in cui il suo problema le crolla di nuovo addosso.

Aspetta che tutti escano dal circuito e che tutti tornino in albergo e prende l'ultimo taxi. Torna in camera, sospira, si fa una doccia calda per cercare di confortarsi.
Poi si riveste, guarda il suo cellulare che aveva buttato sopra le lenzuola del sul letto. Sospira ancora e lo chiama.

"Daniel, ti devo parlare di una cosa. È importante."

"Dove sei? Arrivo."

"Sono in camera, ma non voglio stare qui a parlare"

"Va bene. Ho una macchina nel parcheggio sotto l'albergo, ci vediamo lì?"

Così Daniel esce dalla sua camera d'albergo, e, continuando a guardarsi intorno sperando che nessuno lo riconoscesse, arriva al parcheggio ed era salito in macchina.

L'aspetta lì, seduto al posto del guidatore, tamburellando con le dita sul volante, nervoso, mentre si chiede cosa dovrà dirgli di così importante.

Poi la vede arrivare.

Entrambi indossavano i vestiti più scuri che avessero trovato nella valigia, e, entrambi, senza essersi messi d'accordo, avevano un cappellino da baseball nero in testa, senza loghi né marche, in piena notte.
L'unico scopo era quello di cercare di non farsi riconoscere, o quanto meno di tenere il volto un po' più nascosto all'obiettivo dei fotografi.

Elsa apre la portiera e si siede al posto del passeggero.

"Dove andiamo?"

"Lontano da qui, per favore"

Daniel mette in moto e comincia a guidare verso il mare, verso il primo posto che gli è venuto in mente, una baia una quarantina di chilometri fuori Melbourne in cui era passato un giorno per caso, mentre correva per allenarsi, e guardando il mare, gli alberi e la tranquillità di quel posto dove non c'era altro che una panchina rivolta verso la spiaggia aveva pensato che un giorno ci avrebbe portato una ragazza.

Per tutto il tragitto non parlano. Non sanno cosa dirsi.
Ed hanno entrambi paura.
Paura di parlarsi, di avvicinarsi ancora, di giocare con il fuoco dopo che entrambi erano già rimasti scottati una volta.
Paura di ricominciare di nuovo quando avevano già cercato di dirsi addio un sacco di volte.

Elsa ha ancora più paura di lui. È molto nervosa e mentre guarda l'autostrada che corre veloce oltre il parabrezza sotto la luce dei lampioni, comincia ad immaginare come potrebbe reagire Daniel quando glielo dirà, e senza che se ne accorga le sue gambe accavallate l'una sull'altra cominciano a tremare su e giù in un tick nervoso involontario.

Daniel invece se ne accorge.
E con lo stesso gesto dolcissimo che lei aveva visto fare a Tom Holland con Zendaya durante un'intervista, stacca la mano destra dal volante e la appoggia sul suo ginocchio per farlo smettere di tremare, per dirle 'sono qui' senza dirle niente.

Poi arrivano al mare. Elsa non può far a meno di sorridere, colpita dalla bellezza e dalla dolcezza del posto che ha scelto. Molto più bello di quanto lei avesse sperato.

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⏰ Last updated: May 03 ⏰

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