46. Flying thoughts

420 32 0
                                    

Da Suzuka a Tokyo in treno, da Tokyo a Roma in aereo con scalo ad Abu Dhabi. Da Roma a casa in treno, per altre 5 ore in un Intercity notturno, perché non c'era posto sull'ultimo volo per Venezia.
In totale sono trentadue ore.
Trentadue ore passate davanti a un finestrino, sola, a guardare fuori e chiedersi se aveva fatto la scelta giusta.

Elsa non ha problemi a viaggiare da sola, ormai ci è abituata, anche se preferisce sempre avere compagnia quando può... soprattutto per i viaggi lunghi. Questa volta però avevano tutti altri programmi. I suoi colleghi e alcuni piloti sono partiti direttamente per l'America, Daniel ha deciso di tornare in Australia e Charles ha preso un volo di linea per Ginevra in cui non c'erano più posti liberi per lei...
A Elsa non dispiace viaggiare da sola, davvero. Le piace avere un po' di tempo per sé, per riflettere, per leggere, per dormire...

Il problema è che quando la tua testa rimane sola, per trentadue ore, a pensare e ripensare e immaginare le stesse cose, le stesse situazioni, ti sembra di esplodere.

Appena sale sul treno, a Suzuka, cerca di non pensarci. Parla con gli altri passeggeri, tutti lavoratori della Formula Uno in viaggio verso le loro case nei Paesi del mondo più disparati.
Cerca di non pensarci mentre si concentra sul passaporto, i biglietti, il visto e tutti i controlli all'aeroporto di Tokyo.

Ma, mentre le hostess stanno per aprire il gate davanti a lei e mancano pochi minuti prima di prendere posto in aereo, il suo cellulare riceve un messaggio.

Aaron: Grazie dell'invito. Ci ho pensato, voglio venire e voglio portare Jack. Va bene se arriviamo venerdì?

Elsa rimane per due minuti immobile a fissare lo schermo del cellulare cercando di elaborare le parole nella sua mente come se a rallentatore si incastrassero tutti i pensieri uno sopra l'altro.

Aaron non aveva risposto nulla alla mail che lei gli aveva inviato con in allegato i biglietti per il GP di Austin e i paddock pass come Guest-Vip di Daniel Ricciardo. Non aveva detto quasi nulla nemmeno quando lei l'aveva chiamato per spiegargli.
Aveva solo ascoltato.
"Ho bisogno di rifletterci su" le aveva risposto. Erano passati 3 giorni da quella telefonata. Elsa lavorava di giorno e impazziva di notte, chiedendosi cosa Aaron pensasse di lei e di questa idea assurda, si chiedeva se fosse un'idea così egoista e così pericolosa per Jack, quella di voler tornare nella sua vita, si chiedeva se Aaron avesse capito che tra lei e Daniel c'era qualcosa, si chiedeva se lui le tenesse veramente così tanto a lei da chiederle di conoscere Aaron e Jack.

C'è dell'ironia nel leggere un messaggio che significa "va bene, ci possiamo rincontrare dopo 2 anni di vita passata insieme e 3 anni di vita senza nemmeno parlarci" ma suona come "ok, ci vediamo la settimana prossima, va bene venerdì?".

Certo che va bene, vengo a prendervi in aeroporto.

Tiene il cellulare con la mano sinistra e con la destra trascina il suo trolley mentre con un cenno della testa saluta le hostess e si imbarca sull'aereo.

Mentre nel piccolo finestrino accanto a lei le nuvole di tingono dei colori del tramonto, comincia ad immaginare il momento in cui si rincontreranno.
Che cosa gli dirà? Dovrebbe corrergli incontro o aspetterà lì, ferma? Riconoscerà Jack, così grande, così cambiato? Jack riconoscerà lei?  Cosa dirà, Aaron, di Daniel? E cosa dirà Daniel di lui? Non potrebbero esistere due persone più diverse sulla faccia della terra: tanto serio Aaron, tanto scherzoso Daniel, tanto intellettuale Aaron, tanto scemo Daniel.
Quanto tempo potrà passare con Aaron e Jack senza distrarsi dal lavoro, durante il weekend di gara? Jack sarà felice di vederla o deluso di scoprire com'è diventata, com'è invecchiata.

La sua testa rivede mille volte una scena che non è ancora mai accaduta, ogni tanto si addormenta e sogna tutto di nuovo.
Ha paura. Sente il cuore che le batte forte. Ha paura, ma forse ha più voglia di abbracciarli di nuovo.

Dopo un tempo che sembra durato dieci anni, finalmente l'interfono dell'aereo annuncia "Roma-Fiumicino".

Scende, attende la sua valigia al rullo trasportatore e scrive un messaggio, a Daniel.

Aaron mi ha risposto, ha detto che vuole venire e vuole portare Jack, arrivano venerdì prima della gara.

Nemmeno il tempo di avviarsi con le valigie verso la stazione dei treni che riceve una risposta.

Sono molto felice. Non vedo l'ora di conoscerli. Mi manchi, ci vediamo in Texas.

Elsa sale in treno con il sorriso, ogni volta che pensa a Daniel le sembra che nulla possa andare storto.
Prende posto nella sua cuccetta, il letto in alto come quando da piccola dormiva sul letto a castello, e finalmente si addormenta.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now