71. Quando nevica (LEC) pt I

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"Ehm... Ciao Elsa, come stai? A te piace la neve, no?"

"Ciao Charles... In che senso?"

"Dai, vieni in Val Gardena con noi come l'anno scorso... così mi fai anche i test e non devo andare in Svizzera, per favore... ti metto in vivavoce così parli con Andrea che ti spiega"

"Ciao Elsa! Sono Joris, ti prego vieni, mi sento solo con questi qua che fanno sport tutto il giornoo, ti prego vieni a mangiare dolci con mee"

"Joris! fai parlare Andrea! Andrea ti prego convincila"

Era iniziata così, con una telefonata in italiano con l'allegro trio non troppo sobrio all'altro capo del telefono. Nella testa le rimbombava ancora il suono delle risate di quella settimana sulla neve con cui aveva iniziato il 2023, ma mentre cominciava a rispondere cercava di radunare tutte le sue forze mentali per non cedere, per non dirgli di sì come se fosse una passeggiata al centro commerciale dietro casa, per non ritrovarsi a dover cercare la tuta da neve che da dieci mesi stava comoda in qualche scatola remota nella sua cabina armadio... ma sapeva benissimo che sarebbe finita così.

"Ciao Elsa, sono Andrea... il qui presente pilota Charles Leclerc, iscritto con il numero 16 al campionato di Formula Uno 2024, voleva chiederti se, per la tua infinita cortesia e gentilezza, volessi accettare un suo invito in questa struttura in questo ridente posticino di montagna... per somministrargli i test pre stagionali. Abbiamo già a disposizione tutte le attrezzature, ECG, emocromo, VES, VO2 spirometria... E ovviamente offriamo viaggio, vitto, alloggio e facilities... spa inclusa... insomma... dai Elsa che non vieni a fare una simpatica gita in montagna con noi?"

Ad Elsa veniva da ridere ascoltando Andrea che radunava tutte le parole forbite in Italiano che gli venivano in mente per formare due frasi... per poi cedere alla suo meraviglioso accento toscano perché sa benissimo quanto lei lo adori. Ma Elsa, mentre lo ascoltava, si metteva le mani nei capelli a considerare il numero di mail, certificati e telefonate che avrebbe dovuto fare per questa 'simpatica gita in montagna', e rideva per non piangere, sperando di avere anche solo una piccolissima possibilità di non cedere.

"Andre, passami Charles.
Charles, come c'era scritto nella mail che avete appena letto con un mese di ritardo, io ero anche disposta a fare come l'anno scorso, che ho girato il mondo ancora prima che iniziasse la stagione per somministrarvi i vostri test psicofisici direttamente ai vostri training camp, ma visto che tu (come molti altri piloti a cui ho già detto di no) non mi hai prenotato in anticipo, visto che avevo messo come scadenza il 31 dicembre, e, soprattutto, visto che non ho poi molta voglia di andare avanti e indietro in 20 posti diversi per rincorrervi organizzando tutto all'ultimo, quest'anno niente... come hai trovato scritto nella mail ti ho fissato un appuntamento nel mio studio a Ginevra per fine gennaio."

"No dai... ti prego... Elsa... a fine Gennaio mi sa che devo essere quasi tutti i giorni a Maranello a lavorare per la macchina nuova... e poi a Ginevra non mi piace, il tuo studio sembra un ospedale"

"Charles, il mio studio non sembra un ospedale, il mio studio è in un ospedale... una clinica privata, per la precisione, che la FIA paga probabilmente più che l'affitto di un attico in centro a Milano, e non so nemmeno perché, visto che non sono mai lì a lavorare ma sempre sull'aereo per corrervi dietro.
Dai, vedrai che un giorno tra fine gennaio e i primi di febbraio lo troveremo... vieni qui, facciamo tutti i test in day hospital, e entro le 5 di pomeriggio sei libero"

"Noo...ti prego... per favoree..."

Sentendo la sua voce, anche se sapeva benissimo che stava strascicando le parole di proposito per accentuare il tono lamentoso, Elsa avrebbe voluto avere le cuffie che la professoressa Sprite dava agli studenti di Hogwards per proteggersi dall'urlo delle mandragole, perché così era lei con Charles: poteva sostenere con lui qualsiasi discorso e rimanere fermissima nelle sue opinioni e convincerlo a fare qualsiasi cosa... ma non riusciva a sentirlo piangere.

Charles odia gli ospedali e ha sempre avuto molta ansia prima di ogni visita medica, Elsa se n'era accorta meno di un minuto dopo averlo incontrato per la prima volta, dal modo in cui camminava un passo dietro a lei trattenendo il respiro mentre percorrevano i pochi passi che dividevano la sala d'attesa dall'ambulatorio. Era solo un ragazzino, vent'anni appena compiuti, alla sua prima visita per la superlicenza per una carriera in Formula Uno che doveva ancora iniziare.
Aveva visto che in sala d'attesa era seduto accanto a qualcun altro, che poi era Andrea ma Elsa ancora non lo conosceva, e a un solo sguardo le era sembrato una bella persona. Quando lei aveva chiamato il nome del ragazzo, mentre lui si alzava, Andrea gli aveva detto qualcosa per fargli coraggio, ed Elsa aveva colto uno sguardo molto dolce tra i due.

'La persona che era con te in sala d'attesa era il tuo personal trainer, giusto? Se vuoi può rimanere con te durante la visita' dall'espressione che si era formata sul suo viso a quella domanda, le era sembrato di avergli fatto un regalo, ma i suoi occhi erano troppo timidi per formulare delle parole per rispondere a di sì a quella proposta. Allora Elsa l'aveva guardato negli occhi e gli aveva fatto segno di 'sì' con la testa come ad aspettare una sua conferma. Erano tornati indietro, in sala d'attesa, ed Elsa aveva chiesto ad Andrea se poteva entrare con loro ed assistere alla visita.

Quel giorno aveva cambiato il modo di lavorare di Elsa. Non ci aveva mai dato molta importanza, ma in effetti non c'è nessuno che conosca i piloti meglio dei loro preparatori atletici e il loro contributo durante i test sotto sforzo può essere fondamentale perché sanno molto bene fino a che punto i loro ragazzi si possono spingere. Da lì in poi, aveva sempre cercato il più possibile di collaborare con i preparatori atletici, ed essere arrivata ad unire i 'loro' test dei training camp ai 'suoi' test ufficiali per la FIA era una grande vittoria... però... la fatica di dover continuare a viaggiare anche nei mesi di pausa dal campionato... nelle ultime tre settimane era già stata a Dubai, a Monaco e in Inghilterra...

"Elsaaa! Sono Joriss, ci sei ancoraa? Dai, ti prego vieni, non ci ricordiamo più come si gioca a scala quaranta... ti aspettiamo"

"... mph... va bene... Ma come ci arrivo fin lì? Sono più di quattro ore di macchina per me... e alla mia Giulia Quadrifoglio non piace guidare sulla neve..."

"Eh, se prendevi la Stelvio come ti avevo detto io..." - risponde Charles - "comunque ti prendo l'elicottero, non preoccuparti."

"IN ELICOTTERO?! Charles ma sei scemo? Gli elicotteri si usano per cose importanti, tipo trasportare feriti e viveri, non per persone ricche che non hanno voglia di perdere tempo sulle strade come i comuni mortali... no, no, piuttosto vengo in macchina e mi paghi la benzina, visto che la cara Giulia beve più di Raikkonen al galà della FIA... e in effetti inquina poco meno dell'elicottero, per questo la tengo sempre in garage"

"No Elsa, aspetta - interviene Joris - domani viene qui anche Antonio, puoi chiedere a lui che ti venga a prendere così andate insieme!"

"Assolutamente, gli dico subito, tanto mi deve più di un favore!" risponde Charles.

Beh, un pilota Ferrari come autista personale... come rifiutare... pensa Elsa

Ed era finita così. Non è difficile capire perché con tutti i professionisti migliori del mondo che Leclerc avrebbe potuto assumere nel suo team come assistenti, avesse scelto il suo migliore amico.
Joris era una delle persone più simpatiche che lei avesse mai incontrato, parlava tre lingue, e non si vergognava di sparare cavolate in tutte e tre, rideva sempre, era sempre entusiasta di fare qualsiasi cosa anche se era più impacciato di Charles e dei suoi amici atleti, e si lasciava trascinare sulle montagne russe anche se aveva paura dell'altezza... e nel frattempo, con un ottimo equilibrio tra leggerezza e intelligenza, risolveva problemi, molti più di quanto gli altri immaginassero.

Così aveva riaperto la valigia, la stessa che qualche mese prima aveva sognato di preparare per una vacanza romantica con qualcun altro... e l'aveva riempita con pochi vestiti e tanti strumenti di lavoro... lasciando un po' di spazio, poco ma sufficiente, per qualche piccola scatola di giochi da tavolo.

Are You Ok || Formula 1Where stories live. Discover now