Capitolo 14: La mia vita

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Mi avvicinai al portico e mi fermai davanti alla porta, inspirando profondamente e bussando

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Mi avvicinai al portico e mi fermai davanti alla porta, inspirando profondamente e bussando. Si aprì e davanti a me c'era una donna con i capelli castano chiaro e gli occhi verdi brillanti, proprio come quelli di Lauren.

Era sua sorella?

"Salve, sto cercando Lauren Jauregui", balbettai nervosamente, stringendo forte le mani. Poi mi resi conto di aver dimenticato di presentarmi e aggiunsi frettolosamente: "Sono Camila Cabello, una sua compagna di classe".

"Sono la madre di Lauren", sorrise calorosamente, allungando la mano che strinsi. No, era sua madre. Poi girò la testa oltre la spalla. "Lauren, la tua compagna di classe è qui per vederti!".

"Scendo subito", la sentii rispondere. Una volta sentita la sua voce, mi sentii sollevata per non aver sbagliato casa, ma mi sentii comunque un po' in ansia per essere rimasta sola con sua madre.

"Prego, entra", disse lei. Annuii, entrando in casa sua che mi sembrò accogliente dalla porta aperta all'ampio corridoio. Era l'esatto contrario di quello che avevo immaginato. Infatti, immaginavo che Lauren vivesse da sola in un piccolo appartamento disordinato (per qualche motivo, ero così convinta che avesse un cattivo rapporto con i suoi genitori) o in un'enorme villa come quelle belle ragazze dei film. Invece, la sua casa era abbastanza normale e aveva un'atmosfera accogliente.

Alle pareti erano appese fotografie di Lauren e dei suoi genitori. Il pavimento era un parquet vecchio stile, con una miscela di marroni profondi e casalinghi che mi ricordavano i chicchi di caffè, e c'erano alcuni vasi di piante che davano il benvenuto agli ospiti.

Ciò che più mi colpì furono le file di bellissimi quadri che conducevano al corridoio, fino al soggiorno. Bellissimi ritratti di volti sconosciuti, paesaggi mozzafiato, alcuni erano solo forme ma con bellissimi sprazzi di colore.

"Sono tutti dipinti da Lauren", sorrise la signora Jauregui, facendomi uscire dal mio stato di trance. Indicò la foto di una ragazzina che riconobbi subito. Lauren aveva forse 10 anni e teneva un pennello in una mano e una tavolozza di legno nell'altra con un sorriso larghissimo sul volto. "Lauren ha sempre amato l'arte fin da bambina. Quando dipingeva, però, faceva un gran casino in casa", sospirò pesantemente.

"Non sapevo che le piacesse l'arte", mormorai con un filo di voce. Ora che ci penso, non sapevo molto di Lauren.

"Va ancora in giro a fare la figa?", chiese con un sopracciglio alzato.

Tanto per cominciare, non viene mai a scuola.

Si chinò verso di me e sussurrò: "Non lasciarti ingannare dal suo aspetto, in realtà non è poi così figa, secondo me", cosa che mi fece ridere.

"Ecco, dovresti dare un'occhiata a queste se non mi credi", disse, allontanandosi e tornando con un grosso raccoglitore pieno di foto di Lauren quando era più giovane. Mi spiegò ogni aneddoto, facendomi spesso ridere.

Y.O.L.O || CamrenWhere stories live. Discover now