In partenza dal binario nove e tre quarti

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L'ultimo mese che trascorremmo dai Dursley fu divertentissimo, Dudley aveva paura di noi, gli zii non ci chiudevano nel ripostiglio e si comportavano come se non esistevamo. Se fossimo stati senza l'altro sarebbe sicuramente stato orribile, stancante, noioso e deprimente, ma insieme ci divertiamo un mondo, facemmo tutto quello che volevamo e passammo molto tempo con la nostra civetta, Edvige, avevamo letto questo nome in Storia della Magia perché avevamo iniziato a sbirciare i libri e io addirittura a leggerli. Avevo letto il libro di Trasfigurazione, quello di Incantesimi, quello di Volo, quello  di Difesa contro le Arti Oscure e anche quello di Astronomia, avevo dato un'occhiata anche a Pozioni e Storia della Magia mentre Harry si era limitato a leggere due o tre libri e a dirmi che non riusciva a capire come facessi a leggere così tanto. Leggere mi era sempre piaciuto, ma ovviamente i Dursley non mi hanno mai comprato nessun libro, li ho sempre dovuti prendere in prestito dalle librerie di nascosto. I libri di testo erano interessantissimi. Stesi nel letto leggevano insieme di sera, Harry dopo un pò si addormentava con i libri in mano mentre io rimanevo a leggere fino a notte fonda per poi svegliarmi all'ora di pranzo, senza nessuno che mi urlava  contro. Ogni sera prima di iniziare a leggere io e Harry spuntavamo a turno un altro giorno sul foglio di carta che avevamo appeso alla parate, facendo il conto alla rovescia fino al primo di settembre.
L'ultimo giorno di agosto, il giorno prima della partenza, dovemmo andare dagli zii, a informarli che il giorno dopo ci saremmo dovuti recare a King's Cross. Scendemmo in salone dove loro stavano guardando la Tv e per farci sentire ci schiavismo la voce
"Ehm... zio Vernon" lo chiamò Harry, Zio Vernon grugnì per far capire che stesse ascoltando
"Ehm... domani dobbiamo essere a King's Cross..." dissi
"Per... per andare a Hogwarts" aggiunse Harry, Zio Vernon grugnì di nuovo
"Potete, per caso, darci un passaggio?" chiesi, grugnì di nuovo
"È un sì?" domandai a Harry in un sussurro
"Credo di sì" mi rispose a bassa voce
"Grazie" dicemmo all'unisono, stavamo per tornare di sopra quando lo zio si decise a parlare
"Strano mezzo, il treno, per raggiungere una scuola per maghi. Dì un pò, i tappeti volanti hanno forato?" domandò, stemmo zitti, anche se a dire il vero stavo ridendo internamente
"E comunque, dove si trova questa scuola?" chiese
"Non lo sappiamo" rispose Harry
"Sappiamo solo che dobbiamo prendere il treno delle undici  in punto al binario nove e tre quarti" dissi, zio Vernon e zia Petunia ebbero un soprassalto.
"Binrio che cosa?"
"Nove e tre quarti" rispondemmo all'unisono
"Non fate stupidaggini" disse zio Vernon
"Non esistono binari contrassegnati da questo numero" aggiunse
"È scritto nel biglietto" dissi uscendolo dalla mia tasca per mostrarglielo
"Ma quelli... Sono tutti svitato, matti da legare... Vedrete, vedrete... Aspettate e vedrete. E va bene, vi porteremo a King's Cross. Tanto per la cronaca, a Londra ci dobbiamo andare comunque, domani. Altrimenti non mi prenderei il disturbo" disse zio Vernon
"Perchè dovete andare a Londra?" chiese mio fratello curioso precedendo la mia domanda
"A portare Dudley in ospedale... Bisogna fargli togliere quella dannata coda, prima che vada a Smeltings" ringhiò Zio Vernon
"Okay" dissi trattenendo le risate per poi correre in camera nostra con Harry, arrivati lì scoppiammo a ridere e prendemmo in giro Dudley per ore. Emozionati per domani cercammo di addormentarci alla buon'ora.
"Jiliette" mi chiamò Harry scuotendomi
"Dai, Jiu, è da un'ora che cerco di svegliarti! Oggi andiamo ad Hogwarts" disse Harry continuando a scuotermi
"Vero Hogwarts!" dissi ballando in piedi
"Che ora è?" domandai impanicata
"Sono le sette tranquilla, hai ancora tempo vai a farti la doccia mentre io controllo se abbiamo messo tutto nei bauli" disse iniziando ad aprire il suo baule
"Va bene" dissi andando a farmi la doccia.
Un'ora dopo, avevamo caricato tutto in macchina ed eravamo saliti per partire, Harry stava dormendo impiedi.
"Ehi, ma a che ora ti sei svegliata?" gli chiesi
"A-A-Alle cinque" rispose sbadigliando
"Dormi un pò Harry, così non sarai costretto a dormire nel treno e non sembrerai un morto vivente" dissi, Harry non se lo fece ripetere due volte e si addormentò sulla mia spalla. Raggiungemmo King's Cross
alle dieci e mezza. Gli zii mollarlo i bauli sopra due carrelli e li spinsero verso la stazione personalmente mentre io tenevo la gabbia di Edvide tra le braccia.
"Strano che sia così gentile non trovi?" mi domandò Harry all'orecchio
"Non parlare troppo presto Harry"
"Eccoci arrivati. Binario nove... binario dieci. Il vostro dovrebbe essere da qualche parte in mezzo, ma sembra che non l'abbiano ancora costruito, o sbaglio?" disse prendendomi evidentemente in giro
"Ecco, hai visto" borbottai ad Harry, nonostante tutto lo zio aveva ragione, era evidente. Sopra un binario torreggiava un grosso numero nove, in plastica, e si quello accanto un altrettanto grosso numero dieci, sempre in plastica, ma fra i due non c'era un bel niente
"Auguri per la scuola" disse zio Vernon con un sorriso terribilmente maligno. Si allontanò senza aggiungere altro. Ci voltammo e li vidimo ripartire in macchina, ridevano come pazzi.
"Oh che vadano a quel paese!" dissi appoggiando Edvige sopra il mio baule
"Troveremo quel binario da soli!" esclamai iniziando a camminare seguita da Harry. Chiedemmo a una miriade di persone ma tutti ci guardavano come se fossimo matti e dicevano di non saper nulla.
"Mancani solo dieci minuti" disse Harry inidcando l'orologio della stazione leggermente impanicato
"Lo troveremo Harry, sta tranquillo" lo rassicurai, anche se stavo iniziando anche io a perdere le speranze, in quel momento dietro di noi passò un gruppetto di persone e sia io che Harry per fortuna sentimmo la discussione
"...pieno zeppo di babbani, figurarsi..." bonfocchiò la voce di una donna, io e Harry ci guardammo sorridenti, come se avessimo appena avuto una visione, ci voltammo subito a vedere chi parlava. Era stata una signora grassottella, che si rivolgeva a quattro ragazzi dai capelli rosso fiamma come i miei. Ciascuno di loro spingeva un baule come quello mio e di Harry e avevano anche un gufo.
"Andiamo Harry" dissi camminando verso di loro con un sorriso a trentadue denti. Quando si fermarono facemmo lo stesso accanto a loro
"Allora... Binario numero?" chiese la donna
"Nove e tre quarti!" disse la vocina stridula di una ragazzina che doveva avere un annetto in meno di noi
"Mamma posso andare anch'io?" chiese successivamente
"Tu sei troppo piccola, Ginny. Sta zitta adesso. Va bene Percy, vai avanti tu". Quello che sembrava il più grande fra i ragazzi si avviò verso i binari nove e dieci. Io e Harry rimanemmo a guardare, bene attenti a non battere ciglio per non perdere nessun particolare. Ma proprio nel momento in cui il ragazzo aveva raggiunto la barriera fra un enorme gruppo di turisti ci passò davanti
"MADDAI!" esclamai seccata, tornai a guardare la scena ma il ragazzo di prima era sparito
"Fred, ora tocca a te" disse la donna grassottella, parlando con un ragazzo, che aveva accanto una sua copia, erano gemelli come me e Harry, erano davvero simili, ma c'era qualcosa che li distingueva
"Ma io non sono Fred, sono George" disse il ragazzo
"Parola mia, donna! E dici di essere nostra madre! Non lo vedi che io sono Fred?" domandò l'altro sconcertato
"Scusatemi cari" si scusò la donna
"Te l'abbiamo fatta! Io sono Fred" disse il ragazzo per poi avviarsi
"Sbrigati!" esclamò l'altro gemello, George
"Vado! Vado!" esclamò il ragazzo sparendo, anche l'altro andò verso la barriera e quando era quasi arrivato... sparì, non c'era più, mi avvicinai alla donna seguita da Harry
"Mi scusi" la chiamai
"Salve ragazzi, è la prima volta che andate ad Hogwarts? Anche Ron è nuovo" disse indicando il più giovane dei figli, aveva anche lui i capelli rossi era pieno di lentiggini come me e i suoi fratelli, mi stava fissando con la bocca aperta, come sua sorella d'altronde, rivolsi un sorriso ad entrambi e ritornai a concentrarmi sulla donna
"Sì... Beh... il fatto è... è che non sappiamo come... come..." dissi impacciata
"Come raggiungere il binario?" domandò facendomi un sorriso dolce
"Non preoccupatevi, dovete solo camminare dritto in direzione della barriera fra i binari nove e dieci, non abbiate paura di sbatterci, se siete nervosi correte. Ragazzina, vai prima tu, dopo vai tu e infine va Ron" disse indicando prima me e poi Harry, feci come aveva detto, corsi contro la barriera, chiusi gli occhi, ero pronta all'urto... ma esso non avenne. Mi ritrovai davanti a un treno dove c'era scritto 'Hogwarts Express, ore 11. Mio fratello spuntò accanto a me, ci girammo e guardammo un pò intorno, dove prima c'era la biglietteria c'era un arco in ferro battuto, con su scritto 'Binario nove e tre quarti'
"Ce l'abbiamo fatta!" esclamammo all'unisono. Una nube di fumo proveniente dalla locomotiva si alzava in grossi anelli sopra la testa della folla rumorosa, mentre  gatti di ogni colore si aggiravano qua e là tra le gambe della gente. Gufi e civette si chiamavano vicendevolmente col loro verso cupo, quasi di malumore, sovrastando il circleccio e il rumore dei pesanti bauli che venivano trascinati. Le prime carrozze erano già gremite di studenti, alcuni si sporgevano dai finestrini a parlare con i familiari, altri litigavano il posto. Harry e io spingemmo il nostro carrello lungo il binario in cerca di un posto libero. Passammo accanto ad un ragazzo dalla faccia tonda che stava dicendo: "Nonna, ho perso di nuovo il mio rospo!"
"Oh, Neville" si udì sospirare l'anziana nonna, ridacchiai a quella scena, erano così teneri.
Un ragazzo con le treccine resta era circondato da una piccola folla
"Dai, Lee, un'occhiata soltanto!"
il razzo sollevò il coperchio di una piccola scatola che teneva sulle gambe, e qualcosa, da dentro, sporse una zampa lunga e pelosa, tutti quello intorno iniziarono a gridare e strepitare. Ci facemmo largo fra la folla finché non trovammo uno scompartimento totalmente vuoto verso la coda del treno. Prima di tutto sistemai Edvige e poi cominciammo a tentare di sollevare il baule per caricarlo sul treno
"Non ci riesco!" esclamai seccata con le braccia conserte e le orecchie che mi fumavano dalla rabbia
"Serve una mano?" chiese uno dei gemelli... George credo
"Ti prego, sì" dissi esasperata facendolo ridacchiare
"Piacere mi chiamo..." disse, ma lo interruppi
"George" lo precedenti
"S-Sì..." disse leggermente sconvolto
"Ehi, Fred vieni! C'è bisogno di aiuto!" chiamò il suo gemello, Fred mise dentro il baule di Harry e George sistemò il mio
"Grazie" dicemmo io e Harry all'unisono
"E questa cos'è?" mi domandò George
"Miseriaccia!" esclamò l'altro
"Non sarete mica..." disse George con la bocca spalancata mentre io e Harry ci guardavamo confusi
"Sono proprio loro" confermò Fred mentre io e Harry continuavamo a non capire
"Vero?" chiese per conferma
"Cosa?" domandammo all'unisono
"I gemelli Potter" dissero all'unisono
"Oh... Sì" risposi
"Sì, siamo noi" rispose Harry, i gemello ci fissarono a bocca aperta mentre io e il mio gemello diventavano rossi come due peperoni. Poi con gran sollievo, giunse una voce dalla porta del treno ancora aperta.
"Fred? George? Siete lì?"
"Veniamo mamma"
Con un'ultima occhiata a me e Harry i gemelli saltarono a terra e raggiunsero la loro mamma. Io e Harry ci mettemmo di nascosto a guardarli dal finestrino per osservare la famiglia pel di carota sul binario e sentire cosa dicevano. La madre aveva appena uscito un fazzoletto
"Ron, hai qualcosa sul naso"
il rosso cercò di scansarsi, ma Leo lo afferrò e iniziò a strofinacci la punta del naso
"Mamma... piantala!" disse Eon dicincolandosi facendomi scoppiare a ridere insieme ad Harry
"Ah, Ronnie, piccolo, hai qualcosa sul nasino?" lo prese in giro Fred
"Chiudi il becco!" intimò Ron
"Dov'è Percy?" chiese la madre
"Eccolo che arriva" disse George indicando il ragazzo che andava verso di loro. Si era già cambiato l'abito e indossava l'uniforme di Hogwarts, nel petto aveva una spilla dorata e luminosa con scopra incisa una P
"Non posso trattenermi a lungo mamma" disse
"Sono sulla carrozza di testa, i prefetti hanno due scompartimenti riservati..."
"Oh, tu sei un prefetto Percy?" Chiese George
"Avrestu dovuto dircelo, non ne sapevamo nulla" continuò
"Aaspetta un attimo, mi ricordo di avergli sentito dire qualcosa a riguardo" intervenne l'altro fratello
"Una volta..." aggiunse
"O due"
"Un minuto..."
"Tutta l'estate"
"Oh piantatela!" si lamentò il prefetto Percy mentre io tratteneva le risate
"E come mai Percy ha degli abiti nuovi?" si lamentò Fred
"Perchè lui è un prefetto" rispose la madre
"Bene, caro, buon anno scolastico e...
mandami un gufo quando arrivi" disse dando un bacio nella guancia a suo figlio che poi si allontanò, la madre si rivolse ai gemelli
"E ora, voi due... quest'anno vedete di comportarvi bene. Se ricevo un gufo che mi dice che avete... che avete fatto saltare in aria un gabinetto o..."
"Un gabinetto? Ma noi non abbiamo fatto saltare in aria un gabinetto" disse Fred
"Che bella idea che ci hai dato, grazie mamma!" esclamò George
"Niente scherzi. E badate a Ron"
"Non ti preoccupare"
"Con noi il piccolo Ronnuccio è al sicuro" disse Fred prendendo in giro il suo fratellino
"Chiudete il becco!"
"Ehi, mamma, vediamo se indovini chi abbiamo appena incontrato sul treno!" disse George entusiasta mentre io e Harry ci guardavamo
"Sai quel ragazzo con i capelli neri e la ragazza con i capelli rossi e le le tiggini che erano vicino a noi? Lo sai chi sono?" chiese
"Chi sono?"
"Harry e Jiuliette Potter" rispose il rosso
"Oh, mamma, posso salire a vederli?" chiese la ragazzina entusiasta
"Li hai già visti Ginny, e quei poveri ragazzi non sono mica animali dello zoo. Ma è davvero lui ragazzi?" chiese ai gemelli
"Glielo abbiamo chiesto" risposero all'unisono
"Abbiamo visto le cicatrici"
"Sono proprio come una saetta"
"Peveri cari... non c'è da stupirsi che fossero soli, allora. Sono stati così beneducati  quando mi hanno chiesto come raggiungere il binario!"
"Che carina però" dissi rivolgendomi a Harry che annuì daccordo
"Ma a parte questo, pensi che ricordino che aspetto aveva Tu-Sai-Chi?"
D'un tratto la madre assunse un'aria molto grave
"Ti proibisco di chiederglielo, Fred! Non ti azzardare a farlo. Non c'è bisogno di ricordarglielo il primo giorno di scuola"
"D'accordo! Non ti agitare tanto"
Si udì un fischio.
"Svelti, su!" disse la madre, e i tre ragazzi si arrampicarono sul treno. Si sporsero dal treno per un ultimo bacio di addio e la sorellina si mise a piangere.
"Non piangere, Ginny, ti manderemo stormi di gufi"
"Ti manderemo una tavoletta del gabinetto da Hogwarts"
"Ma George!"
"Scherzo, mà"
Il treno si mosse, vidi la mamma salutare i ragazzi con la mano, e la sorellina, tra il riso e le lacrime, rincorrere il treno, che guadagnò velocità lasciandola indietro, pensai che erano davvero una bella famiglia, erano davvero meravigliosi, avrei voluto anche io una mamma che si preoccupasse per me e Harry.
"Paura?" mi chiese Harry
"Sì, ma nulla è peggio dei Dusley" dissi scoppiando a ridere con Harry, neanche noi due come famiglia eravamo male d'altronde, eravamo solo noi due ma ci volevamo bene
"Hai ragione" disse Harry fra le risate. La porta dello scompartimento si aprì ed entrò il più giovane dei ragazzi con capelli rossi, Ron
"Quel posto è occupato?" chiese
"Il treno è pieno zeppo..."
"No, puoi sederti" risposi sorridendogli, il ragazzo si sedette guardando fuori dal finestrino e facendo finta di non averci visti per bene
"Ehi Ron" disse George aprendo lo scompartimento
"Senti, noi andiamo verso la metà del treno... c'è Lee Jordan che ha una tarantola gigante"
"Va bene" borbottò Ron
"Harry, Jiuliette, ci siamo presentati?" ci chiese Fred
"Siamo..."
"Fred e Gerge... Ho indovinato?" chiesi indicando prima uno e poi l'altro mentre loro annuivano stupefatti
"Che c'è?" chiesi ridacchiando per le loro facce
"Sei la prima che ci distingue e poi dopo averci visti solo una volta e di sfuggita!" dissero all'unisono felici e sorridenti
"C'è sempre una prima volta" dissi alzando le spalle mentre continuavo a ridacchiare, osservai bene i gemelli, erano simili ma c'erano delle piccole cose che li distinguevano, bastava osservarli bene e avere un pò di intuito.
Avevano entrambi le lentiggini cosparse sul naso e le guance, la forma del viso era identica, avevano entrambi dei tratti molto definiti, erano entrambi molto belli, George aveva le labbra leggermente più carnose, e il suo naso tenteva ad andare più verso l'alto, rispetto a quello del gemello che era un pò più al in giù, inoltre avevano entrambi dei bei occhi color nocciola, ma George li aveva pochissimo più chiari, infine la voce di Fred era leggermente più squillante di quella di George che era poco più rauca. Ma queste differenze erano quasi impercettibili. Inoltre anche se dimostravano di essere identici in tutto e per tutto, ero più che sicura che non avevano solo delle piccole differenze nel aspetto fisico ma bensì anche nel carattere. E.da brava curiosona quale sono, le avrei scoperte tutte. I gemelli erano davvero dei tipi simpatici, desiserai davvero di diventare loro amica ad Hogwarts.
"Bene, noi andiamo" dissero per poi uscire
"Fred!" lo chiamai per fermarlo
"Si?" chiese
"No... Non... Non ricordiamo com'era" dissi rispondendo alla sua domanda di prima, Fred mi sorrise
"Mi... Mi dispiace che tu l'abbia sentito, non... non volevamo" disse George grattandosi la nuca dispiaciuto e imbarazzato
"Tranquillo, nessun problema" dissi sorridendogli, lui ricambiò il sorriso
"Ah... E... bel colore di capelli" disse indicando i miei capelli rosso fuoco come i suoi
"Anche i tuoi" dissi sorridendo, lui fece lo stesso e poi andò via dando uno schiaffo a suo fratello e rimproverandolo una volta un pò più lontani.
"Siete davvero Harry e Jiuliette Potter?" chiese d'impulso Ron, annuimmo
"Oh... Beh... continuavo a pensare che fosse uno degli scherzi di Fred e George" disse Ron
"E avete le... le cicatrici quindi" disse, Harry spostò la frangia per fargli vedere la sua, Ron le fissò come se volesse toccarle
"Vuoi toccare?" domandai notando la sua espressione
"Oh... No tranquilla" disse
"Non mi fa male"
"Va bene allora" disse avvicinandosi per toccarla
"Allora è lì che Voi-Sapete-Chi...?" chiese sendosi di nuovo a posto
"Sì" rispose Harry
"Non ricordate proprio niente?"
"Solo una gran luce verde" risposi
"Nella tua famiglia siete tutti maghi?" chiese Harry
"Eh... sì, credo di sì"
"Penso che mamma abbia un cugino di secondo grado che fa il ragioniere... ma non ne parliamo mai"
"Allora voi conoscete già un mucchio di magie!" esclamai, erano sicuramente una di quelle vecchie famiglie di maghi della quale parlava il biondo ossigenato a Diagon Alley
"Ho sentito dire che siete andati a vivere dai babbani... Come sono?" chiese
"Orribili" rispose Harry secco
"Non tutti, ma i nostri zii e nostro cugino sì... decisamente" precisai
"Avremmo preferito avere tre fratelli maghi" aggiunse Harry
"Cinque" lo corresse Ron che si era rabbuiato
"Io sono il sesto della nostra famiglia a frequentare Hogwarts. Potete ben dire che mi tocca essere all'altezza di un sacco di aspettative. Bill e Charlie hanno già finito... Bill era Caposcuola e Charlie Capitano della squadra di Quiddich. E adesso Percy è prefetto. Fred e George sono un po' dei mascalzoni, ma hanno ottimi voti e tutti li trovano davvero spiritosi. In famiglia, ci si aspetta che io faccia bene come gli altri, ma se poi ci riesco, nessuno la considera una grande impresa, visto che loro l'hanno fatto prima di me. E poi, con cinque fratelli, non riesci mai a metterti un vestito nuovo. Io mi vesto con gli abiti smessi di Bill, uso la vecchia bacchetta di Charlie e il vecchio topo di Percy" disse uscendo fuori dalla giacca un topo grigio e grasso, profondamente addormentato.
"Si chiama Crosta ed è inutile, non si sveglia quasi mai. Percy ha ricevuto in dono un gufo da papà, perché è stato fatto prefetto, ma i miei non si potevano perm... cioè, voglio dire, io invece, ho ricevuto Crosta" disse imbarazzato ritornando a guardare fuori dal finestrino, forse pensava di aver detto troppo
"I nostri zii sono perfidi, non abbiamo mai avuto un regalo per il compleanno, e nemmeno un regalo in generale in realtà... anzi, ora che ci penso una volta ci hanno regalato dei calzini bucati..." dissi ridacchiando per fargli capire che non lo avremmo giudicato
"Abbiamo sempre messo gli abiti smessi di Dudley, che è il triplo di noi, quindi tutto ci sta enorme... a lei ogni tanto davano le gonne di quando zia Petunia era piccola... che sono a dir poco orribili!" disse Harry ridendo con me
"È vero! Non ci hanno mai dato un soldo, e ci facevano vivere in un sotto scala, non puoi immaginarti quanto era scomodo, poi quando hanno iniziato a spedirci le lettere di Hogwarts avevano talmente tanta fifa dei maghi che ci hanno dato una nostra camera perché le lettereerano indirizzate al sotto scala, dormiamo insieme in un letto matrimoniale ed Harry russa!" dissi scoppiando a ridere seguita dai due
"Solo quando ho tanto sonno! Tu sbavi!" si difese
"Solo quando ho tanto sonno!" mi difesi mentre tutti eravamo in preda alle risate
"Oltretutto non sapevamo nemmeno di essere maghi finché Hagrid non ce l'ha detto! E non sapevamo nemmeno di essere noi!" aggiunse Harry
"Si, non sapevamo nulla dei nostri genitori, delle cicatrici e di Voldemort" dissi, Ron che prima stava ridendo come un matto si ricompose e trattenne il fiato
"Che hai?" chiesi
"Hai pronunciato il nome di Voi-Sapete-Chi!" esclamò sconvolto
"Avrei creduto che proprio voi... fra tutti..."
"Non sto cercando di fare la coraggiosa o cose del genere, è solo che non sappiamo molte cose e non sapevo che non si potesse dire, dobbiamo imparare ancora molto, capisci?" dissi un pò imbarazzata e dispiaciuta
"Ma no, vedrete, ci sono molti ragazzi che vengono da famiglie babbane e che imparano molto velocemente" mi rassicurò Ron.
Una donna sorridente con due fossette sulle guance aprì lo scompartimento e ci chiese:
"Desiderate qualcosa dal carrello?"
Io e neppure Harry avevamo fatto colazione e nello stesso momento balzammo in piedi avvicinandoci al carrello, Ron bonfocchiò che aveva da mangiare dei panini e noi andammo a comprare qualcosa, all'inizio presi solo un pò di roba per me ma poi notando cosa aveva da mangiare Ron moltiplicai tutto quello che avevo comprato e senza accorgermene anche Harry lo fece, pagando e tornammo ai sedili con le braccia piene zeppe di dolci.
"Fame eh?" chiese Ron
"Da morire" rispondemmo io e Harry all'unisono
"Mamma si dimentica sempre che non mi piace la carne in scatola" si lamentò il rosso
"Non ha molto tempo... sapete, con cinque figli..." aggiunse squadrando il suo panino
"E qual'è il problema, guarda quante cose abbiamo qui!" esclamò Harry
"Guarda, questi sono miei, questi di Harry, questi tuoi e questi potremmo  darli ai gemelli visto che rimangono" dissi dividendo nel frattempo i dolci in quattro parti uguali
"Oh, no... sono vostri"
"L'abbiamo fatto a posta così da riempirci lo stomaco tutti! E poi in cambio se proprio vuoi vi dai uno di quelli"  dissi inidcando i due panini che aveva appoggiato sulle gambe
"Ma è secco e brutto! Sono meglio i dolci... fidatevi"
"Non importa, abbiamo mangiato di peggio e poi condividere non ci dà fastidio, siamo abituati a condividere tutto" disse Harry mettendo la porzioni di dolci di Ron accanto a lui, alla fine Ron si convinse e iniziò a mangiarsi tutto quel ben di dio, era bello vedere che si fosse dimenticato di quei panini e che avesse accettato il nostro regalo.
"E queste cosa sono?" chiesi mostrando a Ron un pacchetto di rane di cioccolato
"Non saranno mica vere!" esclamò Harry quando la rana saltò fuori dallo scatolo e uscì dal finestrino
"Ma dai!" mi lamentai mentre Ron e Harry ridacchiavano
"Non sono vere, ma guardate che figurina c'è detro, mi manca Agrippa"
"Chi?"
"Che cosa?"
domandammo all'unisono.
"Oh, certo, voi non potete saperlo... Dentro le cioccorane, che sono quelle lì" dissi indicando lo scatolo che tenevo in mano
"Ci sono delle figurine... sapete, per fare collezione... Streghe e Maghi famosi. Io ne ho circa cinquecento, ma mi mancano Agrippa e Tolomeo".
Presi la figurina che si trovava all'interno. C'era un'uomo che portava occhiali a mezzaluna, aveva un naso lungo e adunco e capelli, barba e baffi fluenti e argentei. Sotto, c'era scritto il nome: Albus Silente
"Allora è lui Silente" dissi osservando l'uomo
"Silente! È questo?!" disse Harry guardando la figurina
"Ora non ditemi che non sapete niente su di lui!" esclamò Ron
"Jiuliette, potresti darmi un'altra cioccorana? Forse trovo Agrippa"
"Certo, tieni"
"Grazie"
Girai la figurina e lessi:

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⏰ Last updated: May 02 ⏰

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