Mi lasciai trasportare dalle lacrime che scorrevano senza freno sul mio viso, come un fiume in piena che non conosce ostacoli. Accarezzai lentamente le guance bagnate, sentendo il calore delle lacrime sulle mie dita mentre un nodo alla gola mi impediva di parlare.

Queste lacrime non erano solo il risultato del dolore fisico che provavo, ma anche il riflesso del tormento interiore che mi affligge da tempo. Ogni singola goccia rappresenta un'emozione repressa, un desiderio inespresso, una parola soffocata nel profondo del mio cuore. Sentivo che ogni lacrima che cadeva portava con sé un peso, rendendomi consapevole di quanto debole fossi in realtà.

Da sempre cerco di mostrare sicurezza e di incarnare l'immagine di un leader inattaccabile, ma la realtà è che anch'io sono pieno di incertezze e dubbi. Posso camminare con passo deciso e parlare con autorità, ma dentro di me c'è solo il caos.

Non ho tutte le risposte, non so sempre quale sia la strada giusta da seguire e talvolta mi sento come se stessi navigando in acque sconosciute.

Ma nonostante tutto, devo continuare ad andare avanti, a prendere decisioni e a guidare gli altri, anche se alcune volte è come camminare su un filo sospeso nel vuoto, senza rete di sicurezza.

È come se ogni sforzo, ogni passo che compio, non abbia alcun impatto reale né nella mia vita né in quella degli altri. Delle volte provo un senso di impotenza che mi fa dubitare del valore delle mie scelte e dei miei sforzi. Che mi fa dubitare di me.

Vorrei solo che qualcuno mi stringesse forte, senza dire una parola, solo per farmi sentire che non sono solo. Vorrei poter liberare tutto ciò che ho dentro, gridare al mondo intero tutte le mie paure, i miei dubbi, le mie ansie, senza paura del giudizio o delle conseguenze.

Mi sento soffocare. Sono forte, ho potere, sono temuto, sono circondato da due donne che provano per me un amore sincero, ma mi sento comunque soffocare.

Le menzogne e gli inganni che ho tessuto lungo il mio cammino ora riemergono uno dopo l'altro, rivelando la mia meschinità e il mio scarso valore.

La peggiore, la bugia in cui sto facendo vivere Diamond. La mia piccola Helianthus, my little red rose.

È piccola, innocente e non merita di vivere in una bolla di menzogne.

Mi sento impotente. Ho paura. Vorrei confessarle tutto ma... e se mi rifiutasse? E se iniziasse a odiarmi? E se la perdessi? Non posso rischiare. Non con lei.

Questo nome pesa come un macigno sulle mie spalle. Mi soffoca. Essere un Knight mi ha privato del respiro fin dalla giovinezza, mi ha strappato l'infanzia e l'adolescenza, e ora mi sta distruggendo anche da adulto.

Secondo mia madre, appartenere alla famiglia Knight mi avrebbe garantito un futuro luminoso, invece questo cognome mi ha solo condannato a soffrire ogni giorno della mia vita.

Mi pento, ma ormai non so come rimediare. Non posso dirle la verità, non posso permettere all'odio di sopraffare l'amore che ora prova per me. Non posso diventare l'ennesima delusione nella sua vita.

Lei si fida di me. Ma quando scoprirà che l'uomo che ama con mente, anima e cuore è lo stesso che ha portato Ryan Knight a convincerla a venire in questo inferno chiamato Brasile, mi odierà. Ne sono certo.

Diamond è un'anima pura, perdona ma non dimentica. Potrebbe anche concedermi il perdono, ma non dimenticherà mai il modo in cui le ho nascosto la verità per tutto questo tempo. Si allontanerà da me. O peggio, mi abbandonerà e se ne andrà.

Deglutii a fatica, e solo quando sentii una mano calda stringere la mia, riaprii gli occhi.

La osservai mentre si sedeva accanto a me, avvicinandosi con un sorriso timido prima di abbracciarmi senza dire una parola.

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