58 - @_serelunatiche

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Lista 58

BAMBINA STRALUNATA di _serelunatiche

Luna amava tutto ciò che era visibile, con bordo

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Luna amava tutto ciò che era visibile, con bordo. Il suo corpo delineava un confine. E Federico questo lo sapeva. Lei teneva al controllo. Lui tentava di non averlo mai. Dentro di se Luna, sapeva che quella linea labile, indefinita, pulsava e la squarciava. La tagliava in due e il buio di lui penetrava, le entrava sotto pelle. Si cibava delle briciole che lui le dava, della sorpresa che impaziente le scoppiava tra vertebra e vertebra. Stillava in lei frammenti di pura inconsapevolezza. Sbiadivano i bordi e i confini. Federico la tentava. La faceva camminare sul quel filo, dapprima adagio e poi come una furia. E il cuore galoppava. La nostalgia di lui sembrava amore. La luna della notte le metteva addosso strane voglie. Federico la persuadeva a lasciarsi andare a raggiungerlo dove nessuno aveva fatto mai.


Era successo così. Si era allontanata dal suo autocontrollo e la notte l'aveva inghiottita. Sempre nello stesso posto. Sempre con addosso la sensazione che con lui la luna, quella vera, avrebbe potuto sfiorarla.

Mille passi per arrivare al centro del suo cuore. Li aveva contati tutti. Più volte, per esser sicura di non sbagliare direzione. Tutto portava a Federico, al centro di quella radura, esplosa sotto la luce lunare. Colma di speranze nei suoi occhi celesti. Lui l'aspettava lì, fermo, in attesa di tutte quelle voglie che i loro corpi avevano intuito prima del loro sguardo.

Consumavano l'amore e Federico perdeva i confini, le sussurrava «tu sei la mia bambina stralunata». Lo lasciava farsi del male e poi gli leccava le ferite.

Lui dentro agli occhi aveva la morte e la luna. E lei in quei momenti restava in attesa, come un angelo custode che non sa salvare nemmeno se stessa.

Mille passi per arrivare alla radura in cui il suo cuore aveva battuto per l'ultima volta. Mille passi la dividevano da quello spazio indefinito dove il suo amore per l'ultima volta l'aveva guardata.

Luna sapeva di essersi rotta, non subito, ma più Federico si lasciava andare alle tenebre, più lei perdeva pezzi di se.

«Tu sei Luna, la bambina stralunata che tutto illumina».

Il tempo è l'unità di misura per tutte le cose importanti. E fare quei mille passi, verso di lui, l'avevano spenta. Luna non illuminava nemmeno più se stessa.

«Finiremo con l'ammazzarci Federico.»

Lui le rispondeva che erano cresciuti simili, pieni di mancanze e carezze.

«Finiremo ammazzati qui e nessuno saprà dove cercarci.» continuava lei.

Federico ribatteva che lei sarebbe stata eterna perché Luna era destinata ad illuminare il mondo.

In una notte qualunque sentì la morte strisciarle attorno, delineare i bordi del proprio corpo, allontanarsi continuare tra le siringhe buttate a terra, la stagnola ormai finita e avvicinarsi a Federico. La vide come un mantello, coprirlo, acquietarlo e addormentarlo per sempre.

Il suo amore si sgretolò ai suoi piedi.


Tutto ciò che è visibile ha un contorno. Un bordo. Una linea guida. Il corpo di Luna aveva compreso di aver bisogno di un confine. Era servito l'amore e la morte per scuotere quella linea labile che si era costruita addosso. Aveva compreso che non tutto ha un inizio e una fine. Ci sono sentimenti che adagio si tengono stretti dentro.

Mille passi per arrivare al centro del suo cuore. Li aveva contati tutti. Più volte, per esser sicura di non sbagliare direzione. La rotta giusta del suo cuore. Fino ad arrivare lì al centro della radura con la notte alta. Una rosa nera nella mano. Gli occhi al cielo celeste. La luna splendente.

«Federico la tua bambina stralunata ti dice addio.»

Sfida di Scrittura Creativa 2.0 (APERTA)Where stories live. Discover now