58 - @C0NTROLUCE

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Lista 58

STASERA VI INVIDIO LA VITA di C0NTROLUCE

Negli occhi sento il peso di un eterna stanchezza, ad accogliermi c'è solo il buio

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Negli occhi sento il peso di un eterna stanchezza, ad accogliermi c'è solo il buio.
Disorientata mi risveglio in una landa tenebrosa che violenta i miei sensi riducendoli al minimo, soffoca i suoni circostanti rendendomi sorda, inquina l'aria rendendola irrespirabile, desa come ricolma di polvere e terra. Il panico e lo sgomento, la confusione e infine l'accettazione di avvedersi perduta e dimenticata in questo limbo creato dagli Dei divertiti dalla mia straziante agonia.
Prendo coscienza delle mie paure riconoscendo che le mie ultime preghiere non siano mai state ascoltate, tutto diviene realtà e soccombo ai miei sensi ritrovati dopo intorpidimento iniziale.
Metto a fuoco questo luogo sinistro riconoscendone le attitudini: la foresta del non ritorno erge di fronte ai miei occhi e attende che mi pieghi al suo volere.
Sola, in questa sperduta landa desolata mi addentro in questa foresta amara, lascio che mi avvolga con la sua coperta della notte in pieno giorno e ad ogni passo appare sempre meno cupa e inquietante e dal profumo di casa.
Circondata da troppo dolore e sofferenza, percepisco l'oscurità attraversare il mio corpo, come un alito caldo e minaccioso ma dal tanfo di morte; non posso far altro che inspirare forte questo fetido castigo.
Ed in questa foresta fatta di alberi eterni, querce spoglie e abeti pungenti come siringhe; risorgo e torno a distinguere il buio che cresce e inonda tutto legato alla mia ombra, schiavo si diffonde e di come la luce sconfitta si dissolve, lasciando intorno a me la solitudine dal retrogusto di miseria.
Riconoscendo come una nuova casa questa radura addormentata, quando coccolata dall'ipocrisia accetto quest'atmosfera lugubre, che silenziosa mi insegna ad ascoltare il mio buio, imparando il linguaggio della notte che assomiglia sempre di più al volto del dolore, questo male del mondo lo sento scorrere prepotente nelle vene.
Non ne avevo il minimo sospetto, avrei potuto immaginare di tutto tranne che questa irrazionale conseguenza.

Le mie urla agonizzanti sono l'ultimo suono che affolla la mia mente, un ultimo ricordo lontano che mi riporta alla realtà. Come assuefatta dal potere mi ridesto e sopraffatta da sentimenti di negazione, paura e ipocrisia, mi aggrappo assennata alla vita e a quei solchi impressi lungo mia gola dati dalle urla graffianti. Sempre più frettolosa di stringere quell'ultimo brandello di anima a me rimasta, ma che ormai non sento appartenere più.
Qualcosa mi strozza impedendomi di respirare regolarmente; affanno alla ricerca di aria mentre con entrambe le mani mi affretto a liberare la gola spaventata alla ricerca di qualcosa, ma non incontro nessuno, non c'è niente di cui avere paura se non me stessa.

Dopo aver vomitato l'ultimo brandello della mia umanità mi rialzo più egoista, sovrastata dalla rabbia crescente non c'è più niente che io possa fare, tutto quello che mi avevate promesso mi è stato rubato.
Ho vissuto una vita a servirvi inutilmente.
Una vita prima resa cieca dai sentimenti, poi spezzata e infine buttata nell'oblio più vorace!
Tutto intorno a me marcisce anticipando e deridendo il sapore della favoletta che mi avevate affibbiato. Ridete di come tutta la mia vita sia stata un fallimento! Ridete!
Ridete ancora, mentre tutto intorno a me assume forme diverse e il mio potere cresce..

Sfida di Scrittura Creativa 2.0 (APERTA)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant