second best

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ship: hyunin

genere: leggermente angst 

un altro giorno era passato, volato via come i piccoli semi piumati dei soffioni, minuti e ad occhi di molti, insignificanti. sentirsi insignificante era stancante, voler essere, o almeno sembrare di essere, meglio di quello che si è, lentamente logora le persone da dentro. ed era così stremante per jeongin pensare a come sarebbe potuto migliorare sotto gli occhi quasi indolenti di hyunjin, che le serate in cui doveva dormire, le passava a rimuginare sempre di più, probabilmente continuava a chiedersi se mai avesse potuto avere un'altra possibilità con lui.


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davanti a tutti, la relazione di hyunjin e jeongin pareva romantica, piena di sentimento, una di quelle coppie che faceva imprecare le persone sole per la loro apparenza. così era stato per molto tempo, almeno finché uno dei due era cambiato. non per cattiveria, sia chiaro, ma quando si incrina lentamente qualcosa, come in un rapporto con una persona, poi, diventa inesorabilmente irrisolvibile.

hyunjin era sempre stato dolce o almeno all'inizio, come una torta alla panna. e a jeongin piaceva proprio per questo, adorava i baci sulle guance, era dipendente dalle sue mani che lo accarezzavano con tranquillità, provava ancora le farfalle quando vedeva il più grande vestito per bene, ma soprattutto, pendeva come ipnotizzato dalle sue labbra. sapeva che prima o poi si sarebbe fatto male, come quando si gioca con una punta di un coltello: puoi passartelo sulla lingua per raccogliere una marmellata dolcissima, ma rischi sempre di tagliare la pelle delicata delle labbra e farti di conseguenza male.

in fondo, anche se non lo sapeva con certezza, aveva un presentimento, dietro quegli occhi da agnellino, c'era il brutto e cattivo lupo di cappuccetto rosso, pronto a mangiarlo ed ingoiarlo, non prima di avergli detto menzogne per farsi adorare. ma faceva finta di niente, non se ne curava, continuava a ripetersi in mente che l'altro era buono, non lo avrebbe mai ferito né gli avrebbe raccontato bugie travestite da fiori bianchi, puri e innocui. era sempre il suo docile e mansueto hyunjin, non dipendeva certo da lui sapere come poi, tutto sarebbe cambiato.

si tenevano ancora per mano, lo stringeva nella stessa maniera di sempre, eppure quello sguardo, quello che forse, rispetto alla sua lingua tagliente e ipocrita, non mentiva, gli diceva che si sbagliava, che il suo coltello ricoperto di marmellata ai mirtilli, scura come i suoi occhi, si era trasformato in uno bagnato d'aceto e sale.

non lo odiava, non ci riusciva: continuava imperterrito ad autoconvincersi che era solo una sua impressione, ma il suo sguardo era cambiato e questo determinava tante cose. jeongin si ricordava perfettamente la prima volta in cui i suoi occhi si erano scontrati con quelli di hyunjin, fuochi d'artificio a mezzanotte. aveva visto quell'interesse che tempo prima ardeva a fuoco moderato nelle macchie d'inchiostro del maggiore, e come abbagliato, voleva vedere da più vicino, capire se fosse bastato un soffio di vento o una tempesta intera per spegnerlo. 

forse era durato anche troppo quel piccolo focolaio, dal tempore avvolgente e rilassante, rispetto alle persone che prima di jeongin si erano avvicinate. sei mesi erano tanti, gli diceva la gente, probabilmente sei quello giusto, rimarcava quasi invidiosa. questi discorsi lo convincevano, servivano a fargli credere ancor di più alle sue idee sul più grande. peccato però, che tutti quanti si sbagliavano, ciechi che provavano a vedere i colori dell'arcobaleno. quell'arcobaleno, era composto solo da una scala di grigi, per quanto sgargiante poteva sembrare ai ciechi. nessuno se ne accorgeva, troppo presi a fantasticare a quanto bello fosse credere di stare insieme ad un tipo così, che per carità, hyunjin aveva tutto quello di cui una persona poteva desiderare, ma era come una carta regalo, bella esteriormente, piena di immagini e colori, apparenti, ma al suo interno era vuota, priva di qualcosa chiamato amore.

lo nascondeva bene, indorava la pillola a tutti quanti, si faceva passare per il dolce e caro hyunjin, quando la persona che veramente era, sembrava quasi apatica e senza emozioni. non sapeva nemmeno il perché si comportasse in quel modo, hyunjin si diceva da solo che non era colpa sua, se in realtà non provava vero amore verso jeongin, oppure verso i suoi amici, ma si sentiva distate da tutti, chilometri, e si giustificava in quel modo.

 a suscitare i suoi sentimenti c'era qualcuno però, una persona in particolare, e no, quella persona non era jeongin, ne era a conoscenza pure lui. il più piccolo se n'era lentamente reso conto, ma hyunjin sembrava non preoccuparsi, liquidava le domande di jeongin con futili risposte, talvolta a monosillabi, dicendo che semplicemente era un periodo strano e si sentiva spesso stanco. 

il senso di rimorso per non essere stato alla sua altezza, trascinava a fondo il povero jeongin, dove sapeva non sarebbe più riuscito ad emergere e respirare a pieni polmoni il profumo di hyunjin, fiori avvelenati d'intolleranza. 

qualcosa era cambiato, sembrava quasi che il più grande se lo dimenticasse, camminasse più veloce solamente per lasciare dietro di sé l'ombra del ragazzo che lo amava, anche lui cieco, come tutti quanti. dopotutto, l'amore è cieco, anche se quello in realtà non si poteva nominare tale. jeongin si impuntava nel continuare a credere che anche se le rose sono belle quanto spinose, quella rosa color pece non avrebbe mai tagliato, ferito il suo cuore innocente.

eppure, qualcuno lo aveva avvertito riguardo al dolce avvelenato di arsenico, era una brutta idea quella di stare con lui, nonostante tutto. ma jeongin, come solito, li smentiva, continuava con le sue idee e convinzioni, anche se tutti quanti se n'erano accorti ancor prima che lo facesse lui. forse, come con un miracolo tutti avevano aperto finalmente gli occhi. ed era inevitabile che vedessero anche loro con quanto trasporto e impeto, seppur nascosti dietro l'angolo di un muro di mattoni secondo loro lontano da occhi indiscreti, hyunjin si abbandonava alle labbra delicate di seungmin.

ignaro jeongin aveva continuato a sperare di apparire migliore agli occhi di hyunjin, che forse quel momento di stanchezza era passato, perché per il minore hyunjin era il suo tutto, probabilmente pure l'aria che respirava. improbabile era comunque la situazione, perché come un presentimento dentro di sé, jeongin sentiva che quando baciava l'altro, hyunjin aveva un'altra persona in mente, dalle fattezze totalmente diverse da quello del più giovane.

pochi giorni dopo era successo. lo aveva scoperto, improvvisamente, come un secchio colmo d'acqua gelata in pieno viso, si era risvegliato. aveva finalmente alzato le palpebre pesanti anche lui, come chiunque fosse stato vicino a loro due. aveva visto entrambi lasciarsi baci a fior di labbra, i loro corpi che si sfioravano e gli occhi chiusi. aveva provato un grande peso sul cuore, probabilmente una di quelle spine aveva fatto centro, lasciando che il muscolo gocciolasse sangue amaro. supponeva non sarebbe mai successo, eppure la scena che aveva davanti agli occhi era più che vera.

pensava dentro di sé, che dopo essere venuto a conoscenza di quello che accadeva dietro le sue spalle, avrebbe reagito così male da non riuscire a respirare di nuovo. invece, l'aveva presa fin troppo bene. certo, non era la più bella cosa scoprire un tradimento in quel modo, anche lui aveva pianto, alla fin fine tutte le insicurezze di cui si era fasciato il corpo come una coperta, si erano rivelate sincere. non era servito a nulla convincersi di ciò che in realtà non era vero, anche lui si era mentito da solo. 

le avrebbe poi ascoltate quelle voci che lo avevano avvertito per tanto tempo, non si sarebbe mai più tappato le orecchie con tappi fatti bugie e fasciato gli occhi con bandane fatte di finzioni. forse gli era servito provare quei sentimenti, fidarsi della persona sbagliata gli aveva insegnato qualcosa che avrebbe ricordato per sempre. si sentiva un po' meglio dopo avergli parlato un'ultima volta, aveva camminato più veloce di lui, lasciandolo, come aveva fatto hyunjin prima di lui, indietro.

però lo stesso, rimaneva un po' innamorato di quello che aveva passato con lui, infatuato più dell'idea dell'amore che di quello che aveva provato veramente. si chiedeva se mai avesse potuto avere un'altra chance, o se hyunjin lo avesse mai rivoluto, in uno strano futuro.


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s.a. 

per niente convinta di questa os, anche abbastanza corta, ma è quasi un mesetto che non aggiorno e mi sentivo in colpa.. 

↪ midnight stories [ skz collection ]Where stories live. Discover now