Capitolo 14

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6 marzo 2012, Los Angeles, California

David si sveglia verso le sette del mattino. Lentamente, si alza e nota che la sua fidanzata, Julia, si è alzata da parecchio tempo. Probabilmente starà preparando la colazione. Lo fa sempre, anche adesso che è incinta di sette mesi della loro piccola Layla. David le ha detto più volte che non deve farlo per forza, che ci può pensare anche lui a queste cose, ma lei non lo ascolta.
Lui vuole solo che si riposi e che pensi un pò a sé stessa. Spera vivamente che anche Julia lo capisca, un giorno.
Dopo essersi lavato e vestito, David va lentamente in cucina dove trova, come previsto, Julia intenta a preparare delle uova strapazzate.
"Hey Jules" dice teneramente David mentre si avvicina.
Egli la chiama così solo in intimità e lei ricambia con "Davy" come Davy Jones de "I pirati dei Caraibi".
"Ciao, Davy" dice Julia ridacchiando "come hai dormito?".
"Bene, tu?" Chiede David.
"Bene anch'io" dice Julia, anche se, dal tono leggermente stanco con cui lo dice, non sembra.
David, senza farle ulteriori domande, si siede su una sedia del tavolo e osserva Julia.
"Se vuoi posso..." dice David ma Julia, intuendo cosa stava per dire, lo interrompe dicendo : "non serve! Sto bene, Davy! Non preoccuparti per me".
David, nonostante voglia vivamente aiutare la compagna, non insiste per non stressarla. Sa bene cosa provoca lo stress su un feto in crescita.
Poco dopo, Julia serve a David le uova strapazzate, prende un'insalata dal frigo e si siede accanto al compagno.
"Non mangi anche tu le uova?" Chiede David.
"Oh... no" risponde Julia, leggermente presa alla sprovvista "lo sai, le donne incinte devono mangiare di meno".
"Sì, ma questo non significa che non puoi mangiare le stesse cose che mi prepari" le dice David "non sei la mia serva, Jules".
"Lo so" dice pacatamente Julia "è solo che... preferisco così, Davy".
David la guarda sorpreso e non dice altro. Come detto prima, egli evita di litigare con Julia per non stressarla.
Egli, quindi, inizia subito a mangiare. Dopotutto, oggi va di fretta: ha un colloquio presso l'ESB e non può assolutamente tardare.

David è davanti l'ESB. Deve solo entrare, ma le sue gambe non si muovono. Rimangono ferme sull'entrata. Ha paura. Teme che anche questo lavoro sia temporaneo. Che lo licenzino di nuovo, trovando una scusa che possa sembrare plausibile per buttarlo fuori a calci in culo. David non può permettersi ciò di nuovo, non ora che sta per diventare padre.
In quel preciso istante, arriva Liv che, notandolo fermo e immobile davanti alla porta, gli chiede : "deve entrare o?".
"Sì, devo entrare" dice nervosamente David "ho un colloquio con Hendricks".
"Ah!" Esclama Liv "beh... io, invece, devo chiedere un permesso".
"Ok, vada prima lei" le dice David, ancora leggermente ansioso.
Liv entra nel bar, lasciando David fuori.
Nel giro di una decina di minuti, Liv esce dall'ufficio di Hendricks e raggiunge David.
"Come è andata?" Chiede David.
"Bene" dice Liv sorridendo "non sarò a lavoro per un pó ma verrò comunque pagata per quei mesi di assenza".
"Ma per caso è incinta?" Chiede David, sperando che la domanda non sia inappropriata.
"Sì, l'ho scoperto da poco" dice Liv.
"Anche la mia fidanzata è incinta, ma lei è in uno stato più avanzato del suo" dice David, con gli occhi che gli brillano "è una femmina. Abbiamo deciso di chiamarla Layla Audrey".
"Bel nome" commenta Liv "io, comunque, sono Liv".
"David" risponde David "ora dovrei andare. Grazie per la piccola chiaccherata".
"Di nulla" ribatte sorridendo Liv "buona fortunata col colloquio".
Detto ciò, Liv si allontana dal bar e David, facendo un respiro profondo, entra nel locale.

Emma arriva in perfetto orario ai Paramount Pictures. Parcheggia la sua auto nell'enorme parcheggio e si dirige verso lo stage dove sono in corso i provini, ossia lo studio numero 07, lo stesso stage dove fu girato il film La donna che visse due volte di Hitchcock.
Una volta entrata, una donna tarchiata di mezza età le viene incontro e le chiede con voce scortese : "voi siete Emma Briggs?".
"Sì" risponde Emma timidamente.
"Vada in sala d'aspetto" le dice la donna con tono acido "verrà chiamata quando sarà il suo turno".
Sembra che qualcuno si sia svegliato di malumore.
Emma va quindi a sedersi insieme alle altre. Centinaia di ragazze bianche, magre, alte intorno al metro e sessantacinque, dai capelli castano scuro o neri. Tutte sedute nella stessa stanza. Tutte che bramano di ottenere quel ruolo quanto Emma.
Emma è leggermente agitata, ma non lascia che questo la distragga. Dopotutto, ha studiato a memoria il copione. Non possono non sceglierla. Non possono.
Finalmente, dopo venti minuti di attesa, la chiamano.
Emma, seduta stante, si alza.
Nella piccola stanza, vi sono, seduti dinanzi a un tavolo color avorio, tre uomini. Uno, al centro, ha pelle abbronzata e i capelli neri. Porta un orologio rolex argentato al polso destro, che segna le undici e cinquantuno.
A sinistra, invece, vi è un uomo sulla quarantina dai capelli biondi e dalla barba elegantemente folta del medesimo colore. Indossa un maglione color cannella e una giacca blu scuro.
A destra, vi è un uomo sui sessant'anni, basso, tarchiato e mezzo calvo.
"Allora, Amelia" dice l'uomo al centro.
"In realtà è Emma" lo corregge Emma.
"Ah scusa, sono un pò dislessico" si giustifica l'uomo imbarazzato "comunque, io sono il regista, William Alvarado. Loro due sono Caleb Mclean, lo sceneggiatore, e Anthony Hansen, anche se, professionalmente, è noto come Tony Hansen".
"Sai che io ho prodotto il film Will Hunting- Genio ribelle nel lontano 1997? Avevo quarantacinque anni e avevo ancora i capelli in testa" Esclama Tony, il tipo basso e tarchiato, con noncuranza.
Emma non lo calcola e chiede a Alvarado se può iniziare.
Alla risposta affermativa di William, Emma inizia.

Mileva: in realtà, dovrei dirti una cosa, mio caro Albert.
Vedi io... è complicato dirlo, ma... ti amo. Tanto. Forse anche troppo. Penso che insieme potremmo fare grandi cose e nessuno riuscirà a separarci, perchè il nostro amore è più forte dall'invidia della gente. Ovviamente, non ti costringerei mai ad amarmi, ma spero davvero che fra noi ci possa essere qualcosa di importante.
Cosa ne dici, Albert? Mi ami anche tu?

I tre uomini la guardano e, dopo un minuto di silenzio, Emma chiede : "come sono andata?".
Alvarado fa un respiro profondo e dice, in tutta onestà : "non mi è piaciuta per niente la tua interpretazione".
Il mondo di Emma crolla in un istante. Si era fatta un culo così per ottenere la parte eppure....
"Su cosa ho sbagliato?" Chiede umilmente Emma.
"Beh... sembravi che stessi recitando un testo a memoria. Non ho visto alcuna emozione. Eri molto piatta, Emma" le dice Alvarado con un pizzico di insensibilità nella sua voce.
"Oh... io... non me ne ero resa conto" dice Emma "posso riprovarci?".
"No" afferma sicuro Alvarado.
"Ma..." prova a ribattere Emma.
"Niente ma! La prossima!" La interrompe il regista.
Emma è quindi costretta a uscire dalla stanza.

Una volta in macchina, Emma si mette a piangere. Aveva faticato tanto per cercare di recitare il tutto alla perfezione, non era giusto che Alvarado non le permetteva una seconda possibilità.
In quel momento, suona il telefono.
È Sophia.
Singhiozzando, Emma risponde.
"Emma, tutto ok?"
"Sì..."
"Hai ottenuto la parte?"
"No..."
"Mi spiace..."
"Sai, io ci tenevo tanto. Pensavo davvero che sarei riuscita a realizzare il mio sogno e, invece, no"
"Non scoraggiarti! Ricorda che la Rowling ha ricevuto dei rifiuti da parte di dodici case editrici perchè avevano una brutta opinione sul suo libro, Harry Potter. Ora, Harry Potter è uno dei libri più letti al mondo da cui sono stati tratti ben otto film. Solo perchè hai fallito stavolta, non significa che non potrai mai realizzare il tuo sogno"
"È vero... grazie per le tue parole"
"Di nulla, ciao"
"Ciao"
Sophia riattacca e Emma, con una nuova consapevolezza in corpo, accende la macchina e torna a casa.

"Mi raccomando, torna a casa prima di mezzanotte" dice Elijah mentre la figlia si mette il rossetto davanti allo specchio all'entrata, pronta per andare da Abby "e, ricorda...".
"Sì, niente alcool, fumo, droga, sesso e perversioni" lo precede la figlia mentre chiude il rosetto e lo mette in borsa "me lo avrai detto tre miliardi di volte".
"Bene" dice Elijah "allora a dopo".
Mia lo saluta ed esce di casa.
Nel giro di poco, Mia arriva a casa della ragazza.
Non appena entrata, la ragazza nota che l'appartamento di Abby è particolarmente bello a livello estetico, una bellezza rara negli appartamenti di University Hills. Lì, di solito, gli appartamenti più economici, quelli che la maggior parte dei giovani si può permettere, sono tutti mediocri.
"Come hai fatto a permetterti un appartamento del genere?" Chiede Mia ad Abby.
"In realtà, non è mio" dice Abby con una velata malinconia "era di mia zia Maya, che quando è morta, cinque anni fa, me lo ha lasciato nel testamento, visto che non aveva figli".
"E come hanno reagito i tuoi?" Chiede ingenuamente Mia.
Dopo una breve esitazione, Abby afferma : "i miei genitori sono morti l'11 settembre del 2001, a New York".
"Oh..." esclama Mia dispiaciuta "io... non volevo, scusa...".
"Tranquilla, tanto ci sono mai stati nella mia vita" le spiega Abby "mi ha praticamente cresciuto mia zia, anche prima che erano morti".
Dopodiché, Mia e Abby si siedono sul divano e Abby chiede a Mia : "com'è invece casa tua?".
Mia rispose subito : "non vivo per conto mio. Vivo ancora con mio padre".
"Davvero?" Chiede stupita Abby "e... come mai?".
Mia, dopo un attimo di esitazione, risponde tristemente : "vedi, mia madre è morta anni fa e la sua morte l'aveva completamente distrutto. Dopo aver perso entrambi i genitori e mia madre, io sono l'unica cosa che gli è rimasta e io... non voglio lasciarlo da solo. Voglio stargli accanto il più a lungo possibile".
Abby annuisce con la testa e aggiunge con tono serio : "capisco. Sai, mi è piaciuto molto quello che hai detto a riguardo. Scusa, per la domanda impertinente, ma di cosa cosa è morta tua madre?".
"Un brutto male al pancreas" afferma Mia, abbassando il capo.
"Anche mia zia" afferma Abby "mi spiace".
Continuarono a parlare per altre due ore, poi si scambiarono i numeri di telefono e si congedarono.

Emma Briggs and The SevenWhere stories live. Discover now