Non so cosa diavolo ci veda in me, ma potrei giurare di aver fatto colpo.
Superato l'imbarazzo iniziale mi sento sempre più a mio agio. Matthew mi fa parlare un sacco. Mi chiede della mia vita, dei miei interessi. Pone domande senza essere invadente.
Se non fosse un potenziale omicida lo troverei perfetto.
Anche il nostro appuntamento procede a gonfie vele.
Lui pratica le arti marziali, ha girato moltissimi luoghi nel mondo, apprezza tantissimo le attività all'aperto e ha una passione per le escursioni e la pesca.

Evito di sorridere vittoriosa quando mi invita ad andare insieme a lui a pescare, domenica mattina.
«Ti farò sapere», rispondo. «Mi piacerebbe molto»
«Piacerebbe molto anche a me», solo adesso mi rendo conto di quanto si sia avvicinato durante il corso della serata. Eravamo l'uno davanti all'altro e adesso è praticamente al mio fianco.

Vedo che guarda qualcosa oltre le mie spalle e mi giro per vedere che cosa sta fissando. Un uomo.
Imprimo i dettagli del suo viso nella testa, cercando di memorizzarli per dare una descrizione dettagliata.
«Scusami un attimo», si alza e mi lascia un leggero buffetto sulla guancia. «Arrivo tra poco»
«Ehm, va bene».
Muove un passo in avanti e poi si volta verso di me: «Ti va di andare in un posto, dopo?».
L'agitazione torna ad impossessarsi del mio corpo.

Vorrei fargli cento domande, ma mi limito a dire: «Certamente», sperando che il posto non sia la scena di un crimine. O casa sua.
Approfitto della sua assenza per fiondarmi in bagno e avvertire Evan della piega che ha preso la serata. Doveva essere solo una cena e invece adesso non so dove andremo.

Volevo dirti che va tutto bene. Mi ha proposto di andare in un posto, ma non so ancora dove. Ti tengo aggiornato.

Cancello il messaggio che ho appena inviato e torno al tavolo con disinvoltura. Evan non risponderà. Mi sono dimenticata di dirgli che ho portato con me il rilevatore di posizione che mi ha dato la sera in cui siamo stati al teatro, ma scommetto che lui lo sa già. Qualcosa dentro di me mi dice che Evan sa esattamente dove mi trovo in questo momento. Forse penso questo solo per calmarmi.
Mi aiuta immaginare che Evan mi raggiungerebbe in ogni dove pur di aiutarmi in caso di pericolo.
Lo farebbe sul serio?
Sì. La mia stupida voce interiore suggerisce di sì.

Matthew mi porta ad una festa. Più precisamente in un locale letteralmente invaso da una quantità talmente grande di persone da sembrare piccole formiche. Noi siamo entrati dalla porta d'ingresso, ma non abbiamo fatto la fila. Ci hanno fatti passare con un gran sorriso e dei saluti calorosi per Matthew. La gente sembra volergli bene.

Sussulto quando mi prende la mano con una presa salda e lascia intrecciare le nostre dita. «Non voglio perderti tra la gente!», urla per farsi sentire nonostante la musica.
Si muove piano tra le persone ed io non posso fare a meno di seguirlo. Ci avviciniamo al bar e sento la schiena imperlata di sudore. Sono agitata. Le luci stroboscopiche e la musica fortissima, inoltre, non mi aiutano a mantenere la calma.

Delle ragazze mi spintonano mentre mi passano accanto e Matthew circonda la mia vita con un braccio per tenermi più vicina e al tempo stesso proteggermi dagli spintoni. Il suo profumo è tutto ciò che sento.
I nostri corpi sono praticamente attaccati e Matthew non mi lascia andare nemmeno quando si ferma davanti al bancone.

«Cosa vuoi bere?», parla al mio orecchio, sfiorandolo con le labbra.
«Acqua». Devo rimanere sobria.
«Va bene», annuisce. «Altro?»
«No. Solo acqua»
«Un calice di vino?», insiste con un sorriso divertito. L'idea di offrirmi da bere dell'acqua proprio non gli piace.
«Un succo di frutta, se possibile. Alla fragola». Ho bisogno di zuccheri. E intanto il mio cervello idiota pensa al bacio dal sapore di fragola che mi ha dato Evan.

Ordina subito due succhi di frutta alla fragola e mi scappa una risata quando me ne porge uno: «Mi hai fatto venire voglia di succo di frutta», spiega. «E voglio avere la mente lucida quando ti porterò a ballare. Non sono un gran ballerino quando bevo», strizza l'occhio e lascia scontrare i nostri bicchieri per un brindisi silenzioso.

NON SONO UNA SPIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora