quel paese là in abruzzo.

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10.

In macchina stiamo stretti, anche se è molto grande.
Viaggiamo in cinque: i tuoi davanti e noi con tua nonna dietro.
Mi fa male la schiena.
Sono stretta come una sardina e ho la cintura, per le curve, che mi taglia in due.
Ma non importa, non vale la pena preoccuparsi.
È più bello appoggiare la testa sulla tua spalla, come se nulla fosse;
Azzittire i problemi.
Isolarmi in un ritiro spirituale in un paese con pochi abitanti.
Dopo due ore di viaggio, ci fermiamo in un'area che si chiama proprio " La Sosta".
Tua mamma è ansiosa.
Vuole prendere a tutti i costi i Bocconotti, dolce tipico abruzzese ma alla fine e come sempre, la spesa non si è estesa solo a questi e ci ritroviamo le mani occupate da diverse buste.
C'è area di casa in questo bar, sembrano quei giorni prima di natale o quelli prima dell'inizio dell'estate. La famigliarità, il calore e la felicità di passare una settimana tutti insieme mi scalda il cuore.
Oppure, semplicemente, è causata dal tempo: nuvoloso e ventoso.
Un freddo che taglia le orecchie.
Sicuro che siamo ad Aprile?
Dopo altrettanti minuti spesi alla Sosta, finalmente ripartiamo come una ciurma all'arrembaggio.
Temerari con un tempo contro di noi e le curve che aumentano, peggiorano solo le cose.
Però, anche se la partenza non è delle migliori, in " alta montagna" il panorama è in pagabile ed è questo a risanare le ore infinite di viaggio.
Infatti, quasi arrivati alla meta, ci si para davanti una strada non del tutto spianata e piena di buche.
Non ci sono alberi, ma solo delle grandi distese d'erba e fiori.
L'erba, grazie al vento, fa dei strani movimenti: si sposta da una parte all'altra, prendendosi su di sé quei pochi raggi di sole che sfuggono dalle nuvole.
Sono incantata.
Sembrano i dettagli che vedi solo nei film di Miyazaki, quando la natura regna sovrana.
Io abito a Roma, chi ha mai visto na cosa del genere? O è troppo lunga l'erba o non c'è proprio.
Quindi mi sono detta: "non è che sto dentro un anime e mo me spunta Totoro? "
No, a parte gli scherzi, è stato un qualcosa che mi ha davvero colpito.
Al paese ci sono andata solo d'estate, quando invece di dieci abitanti ce ne sono forse ottanta.
Quando le cicale sono ovunque e la loro cantilena la senti anche da lontano.
Quando percepisci un caldo afoso e allora pensi che non abbiamo scampo se il
riscaldamento globale, con tutte le sue problematiche, ha raggiunto anche questo posto dimenticato da Dio.
Quando non ci sono fiori, perché con il troppo caldo rinsecchiscono, morendo dopo poco e la natura diventa successivamente smorta, priva di ogni colore.
Mica come adesso: Mo il campo, le distese d'erba sono piene di fiori ed a vederle così sembrano più belle, riempite di vita.
Io non so abituata, da me regna lo smog e la vita frenetica. Chi ci fa caso a ste cose?
Sono troppo superficiale, concentrata sulle cose effimere e che della vita in campagna, della fatica non sa niente.
Plagiata dalle ore passate a sentire tua nonna, che mi ripete questo e parla di tante altre cose: di guerre, di ginestre che diventano coroncine, del suo grande amore e unico, del legame che ha con una casa in cui ha speso tempo e denaro, del suo periodo in Francia.
Ore a guardarla negli occhi, piccoli e blu; contornati da fini occhiali d'orati, adatti a lei.
Ore a sentirla parlare con maria, l'altra tua nonna.
le risate e la gioia.
Nelle orecchie sorde, nei tratti smemorati, mi sembra la mia, di nonna.
La mia seconda madre.
forse è per questo che, dopo diversi giorni dal nostro arrivo, le cose mi appaiono più limpide.
La cupezza che mi perseguita, le voci che sento continuamente sono sparite.
Che sia il posto? Forse si.
O forse è sola la mia mente, il mio pensiero che si focalizza su tante e troppo cose:
sull'apparire, sul parlare a modo, sull'essere perfetta in una città come Roma, che non ha niente a che vedere con i luoghi incantati.
Perché se tu non mordi, se non hai la testa sulle spalle per sopportare le conseguenze, allora è sicuro che verrai schiacciato o mangiato.
So che è una frase fatta a modino, ma è effettivamente la realtà.
le città non perdonano, non l'hanno mai fatto.
Roma con la sua bellezza può ammaglia chi je pare, ma non me.
Ci vivo da diciotto anni, ormai.
Ho camminato, girato e guardato ogni suo angolo, capendo che non fa sconti a nessuno.
Anche per questo devo rimanere qui, al sicuro.
Non voglio tornare in quella macchina, che ora ha preso le sembianze di Caronte, il traghettatore.
Non guarderò il paesaggio incantata, come all'andata; per me rappresenta il tragitto che mi separa dall'altra riva dell'Acheronte. Ma sopratutto, anche se mi fa molto male scriverlo, non voglio tornare a Roma che ultimamente, nella mia testa, ha preso le sembianze dell'ade vero e proprio;
e le anime, che vagano disperate ed urlanti, sono ben marchiate a fuoco nella mia mente.



sono passati circa due mesi, ormai e posso dire che, a livello mentale, questi siano stati davvero pesanti

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sono passati circa due mesi, ormai e posso dire che, a livello mentale, questi siano stati davvero pesanti.

mi sono ritira in una sorta di "mutismo" sia qui che su instagram.
avevo/ho bisogno di stare bene, nell'effettivo.
infatti, si può ben vedere che questa " poesia" non sia finita nel migliore dei modi.
l'ho scritta circa due mesi fa, dopo le vacanze di pasqua e da quel momento non ho più toccato wattpad, non ho più scritto....

non voglio fare pena a nessuno, ma voglio solo spiegare questa mia improvvisa sparizione.
sinceramente non so come "strutturerò" fesin siopon e la mia permanenza qui su wattpad, vi farò sapere.

nonostante tutto questo, che ne pensate di questo nuovo capitolo?
avete qualcosa da chiedermi?

e voi invece, come state? che mi raccontate di bello?

come sempre, vi chiedo di lasciare una stellina e, se volete, anche un commento! 🤍

grazie di tutto, vi voglio benee 👹


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se beccamo🫶🏻

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⏰ Last updated: May 24 ⏰

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