"come te pare".

231 68 205
                                    

3.

Seduta, con il culo che mi fa male e intorbidito, sto zitta e non fiato.
Però, con un coraggio che non possiedo, mi giro e ti guardo. Me ne pento subito.

Anche tu ti giri e mi guardi, con un'intensità che mi fa rimpiangere di aver tirato il sasso e nascosto la mano. Al coraggio, ci aggiungo la spavalderia e ti parlo, con tono convintissimo.

"Ti va di andare a prendere una peroni? Altrimenti questa situazione non va avanti."
Specifico, facendo un cenno con il capo verso il minimarket, riempito di persone fino a strabordare.

"No, non c'ho voja e la situazione non si risolve con una birra."
Ribatte, molto velocemente e non ho il tempo di ideare un' ipotetica risposta, poiché ricomincia subito.

"Mi hai fatto male. So come sei fatta e ho voluto sorvolare, perché ti voglio bene, ma ora hai raggiunto il limite."
Dice con enfasi e con un rancore palpabile.

Smetto di guardarlo. 

Mi concentro sulla luna, sola in una notte senza stelle e rido, rido così tanto che inizia a farmi male la bocca, la pancia e mi ritrovo la vista sbiadita dalle lacrime.

Lui zitto, con serietà da avvocato, si alza e mi si mette di fronte.

"Si può sapere perché ridi? Sembri stupida."
Continua inviperito, alzando leggermente i toni ed iniziando a sbattere il piede sul marciapiede.

Mi prendo giusto due secondi, per asciugarmi le lacrime con la felpa e per cercare di ricompormi un attimo.
Successivamente, lo guardo di nuovo.

Occhi contro occhi.

"Non lo so, Edo. Ti ricordi quella volta in cui abbiamo aperto quella schweppes con le inferiate di una casa e c'è finita poi tutta addòsso? Oppure quando abbiamo ordinato un aperitivo e il mojito faceva così schifo che l'hai praticamente vomitato? E ti ricordi dove? Qui, in questa piazza, a età diverse ma sempre io e te."
Farfuglio, incespicando in alcuni tratti per la paura di piangere e la sensazione di una felicità lontana, ma presente.
Per ora.

Allungo le mani verso il retro dei miei pantaloni, alzandomi un poco e, con movimenti abbastanza goffi, recupero accendino e Marlboro rosse.

Mi rendo conto, aprendo il pacchetto, che le sigarette sono quasi tutte spezzate e la colpa, sicuramente, è della mia posizione scomoda di qualche secondo prima.
Tutte, eccetto una.
La prendo con delicatezza, come se fosse il Santo Graal.

"Solo per allontanare un po' la tensione."
Aggiungo, per poi affrettarmi ad accenderla, rompendo il patto che avevamo stipulato giorni prima.

Lui è più veloce: si piega e me la toglie dalla bocca, buttandola da qualche parte.
Con l'indice, mi alza la testa,
costringendomi a guardarlo per la terza volta nel giro di cinque minuti.

"No. Non puoi sempre scappare, non si scappa dai problemi e io sono stanco di rincorrerti dietro, aumenterebbe solo il tuo ego. Dobbiamo parlarne ora, adesso."
Rammenta, in tono fermo questa volta.

Ed è vero, ha ragione.
Mi farebbe stare così bene e avvertirei un senso di pacatezza viscerale. La cosa che mi compiace di più è il fatto che, nonostante questo mio problema, lui rimanga comunque. Però, di parlare di quello che è successo e in questa piazza, sporcandola e sbiadendo i ricordi felici, non me va;
Perché sono una codarda e voglio preservare gli unici momenti in cui, almeno per una volta, il mio sorriso non era di circostanza.

Quindi, come sempre, opto per la cosa che so fare meglio: svio i problemi.
Ti rincuora, sapere ti poter stare tranquilla, di poter dormire e non rimanere sveglia, pensando a ciò che dovrai fare in seguito.
È l'unico modo che ho trovato per sopravvivere ed ormai ha intaccato il mio cervello, autoproclamandosi sovrano.

Quindi, tolgo il suo dito dal mio mento, mi alzo in piedi e metto le mie mani sulle sue spalle, scuotendolo.

"Lo so, Edo. Sono fatta male, sbagliata, ipocrita e una merda, ma so ancor più bene che tu senza di me non ci sai stare".
Lo sfido. Perché insultarlo è l'unico modo per distrarlo, per non far pensare al problema principale, in questo momento me e far concentrare, invece, la sua attenzione su una cosa più importante: il suo l'orgoglio.

Per esagerare gli sorrido e, come se non bastasse, riceve da parte mia anche una pacca sulla spalla.

Lui mi guarda, occhi vuoti e labbra chiuse.

"Sai che c'è? Me so rotto popo er cazzo. Prima me sembravi pentita, manco me riuscivi a guardà nell'occhi. Poi inizi a ride, a parlarme de ricordi e tutto quello che abbiamo fatto in questa piazza, nella nostra piazza e te giuro, ho davvero pensato che pe na vorta, iniziassi ad esse una donna e no na' ragazzina, che invece de parlà se va a nasconne dietro la gonna della madre."
Si ferma per prendere fiato e calmarsi.

La rabbia gli ha deformato il volto:
incurvando le sopracciglia e rendendo più visibili le rughe d'espressione.

"Prendi sempre tutto come una gara e io sono stanco. Non c'è niente de bello ad esse una brutta persona, ficcatelo in quella testa. Più le fai desiderà e più te lasceranno sola".
Prosegue, cercando di regolare il suo respiro e riprendendo a parlare italiano, nel modo migliore che può.

"Ho comunque ragione, tu senza di me non ci riesci a stare"
Ribatto, continuando la farsa.

"Vuoi vedere? Ora io me ne vedo e ti giuro che, se non mi chiedi scusa per ciò che stai facendo e hai fatto, a me non me vedi più." Dice ridendo, con una risata del tutto nervosa e forse, sapendo già la riposta, inizia mano a mano ad allontanarsi.

"Allora vattene, no?"
Lo provoco ed è la goccia che fa traboccare il vaso: mi osserva, percorre tutta la mia figura ed appena àncoro i miei occhi ai suoi, fa un sorriso di circostanza e se ne va.

"Come te pare, Lavì"


"Come te pare, Lavì"

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


ciao, come state?

io sono al mare, ma se more de freddo, dettagli.

spero con tutto il cuore che questo nuovo " capitolo" vi sia piaciuto, diverso dal solito, ma edo e lavi sono nati nella mia testa e dovevo per forza dar loro voce, spero di esserci riuscita.

sono cosciente del fatto che lavinia può non piacere, ma è un personaggio abbastanza difficile, pieno di insicurezze e traumi.
il suo meccanismo di difesa, per chi se ne intende, è la "rimozione" e anche qualcosa di "regressione".
quindi, non giudicatela subito, è un'anima pia. giuro. 🫡

come sempre, mi scuso per eventuali errori grammaticali. segnalatemeli!

nome insta:
fumodiunasigarettaaa_watt

nome tik tok:
fumodiunasigaretta_watt

se beccamo 🫶🏻

Fesin siopon Where stories live. Discover now