Chapter 20

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Lungo la strada scorgevo distese di verde, montagne in lontananza con vette leggermente bianche, case che circondavano la vallata sulle quali rifletteva la luce del sole che pian piano tornava dopo la pioggia mattutina. Ero curiosa di sapere dove stessimo andando, soprattutto perché stessimo attraversando zone sempre meno urbanizzate.
A tratti inquietata, decisi di parlare:"Adesso puoi anche dirmi verso che posto siamo diretti, tanto immagino non manchi molto".
Lui sorrise leggermente, guardò fuori dal finestrino e subito dopo mi lanciò un occhita e disse: "Se è quello che preferisci, ti svelerò la sorpresa, anzi no, preferisco vederti ancora un po' agitata".
Se solo avesse capito che la mia agitazione era scaturita dal timore dell'essere dispersi completamente nel nulla...
A quanto pare non intuiva molto dai miei occhi, pieni di paura e desiderio, incomprensibili sì, ma percepivo l'assenza accanto a me di Axel. Avrei voluto essere in macchina con lui, almeno avrebbe reso il suo sguardo penetrante, sarebbe subentrato nella mia anima senza il mio permesso, mi avrebbe squadrata dalla testa ai piedi per capire cosa stessi provando. Era una sfida continua, che non percepivo nell'aria con Luke nonostante avesse degli occhi color ghiaccio. Mi chiesi dopo questi pensieri, quanto effettivamente stesse condizionando la mia mente Axel, che senza che io volessi pensarlo, c'era sempre, come se fosse parte di me. Eppure non si mostrava sempre propenso ad un confronto, propenso al dialogo, era complesso da capire. Mi faceva pentire di decisioni prese con consapevolezza. Anche solo pensare a lui mi rendeva vulnerabile, indifesa e insicura. Come poteva un ragazzo rendere così complessa la mente di una semplice ragazza come me?
Pensavo a questo, mentre Luke cantava a squarciagola convinto che nessuno lo sentisse. Beh, io sì e di certo non era un bello spettacolo per le mie orecchie.
Infastidita gli diedi nuovamente la possibilità di dirmi dove stessimo andando, lui mi disse:-" non capisco se la tua insistenza sia dipesa dall' inconsapevolezza di dove ti stia portando o da altro" -stava mettendo alla prova la mia pazienza, non avrei resistito ancora per molto. Dove stavamo andando? Era difficile rispondere?
"Ti sto portando lungo lago, non scenderemo, ma almeno ci goderemo la vista. Ora sei soddisfatta?" Più che soddisfatta, doveva chiedermi se mi fossi calmata, eppure sembrava non rendersi conto di nulla. Con Axel mi sentivo nuda; i miei pensieri, le mie sensazioni sembravano smascherarsi di fronte a lui. Perché in quel momento non si capiva neanche che avessi paura dell'ignota destinazione?
"Ti sei deciso a parlare Luke, mi fa piacere, sai?"- cominciò a ridere e a contorcersi, lo divertiva la mia affermazione, ma io di divertente non ci trovavo nulla.
Appena si fermò con l'auto, non riuscivo a rimanere immobile, lo evitavo e non gli parlavo poiché offesa dal suo comportamento, così decisi di scendere dalla macchina nonostante la sua precedente affermazione. Non capivo, infatti, come mai dovevo rimanere obbligatoriamente lì, in auto con lui. Non ne avevo voglia, ormai mi ero arresa, la sua autostima lo rendeva imbattibile ed io distraendomi da quei pensieri contrastanti su Axel, non riuscivo a stargli dietro, a tenergli testa. Non mi voltai a vedere neanche la sua reazione dopo esser scesa, ma ero sicura non fosse delle migliori.
Perché avevo proposto proprio a Luke di fare un giro se la mattina stessa stavamo litigando? Cosa mi aveva portata a pensare che qualcosa potesse cambiare? Sono fin troppo sicura riguardo quello che credo e lui non può di certo ostacolarmi. Non deve.
Quando mi voltai vidi lui saltare giù dalla macchina, esausto perché non rispondevo ai suoi cenni da dentro:-"anziché chiedermi perché non scendere, hai deciso di fare di testa tua. Ti rendi conto che non si può avere neanche una conversazione sensata con te?"- quell'approccio non avrebbe di certo migliorato le cose, che senso aveva rivolgersi in tale maniera per poi accusarmi e giudicarmi?-" se è quello che pensi, fa come vuoi, a me sembra tutto calmo qui" "Ariadna devi stare attenta a quest'ora, tra cacciatori e persone di zona, potremmo attirare la loro l'attenzione, e non possiamo dato che è proprietà privata"- aveva deciso di portarmi a vedere un posto e inoltre senza un'effettiva possibilità di ammirarlo tranquillamente, con disinvoltura.
Nel mentre il mio telefono vibrava e io non me ne rendevo conto, mi stavano contattando le mie amiche e anche Axel. Esatto, proprio lui che di norma avrebbe dovuto prendermi davanti scuola, come d'accordo. L'avrebbe dovuto fare seppur controvoglia, era una promessa, ma chi più di tutti mi preoccupava era Elsa, mia madre che, già una volta mi fece passare un pomeriggio orribile,  quel giorno avrebbe fatto di peggio, e non ero pronta ad ascoltarla, a sopportarla. Perciò non presi il cellulare e non prestai attenzione alle notifiche: avevo il timore di un possibile scontro con lei. Ma non sapevo che mi sarei ritrovata ad affrontare qualcun altro.
In quel momento dovevo approfittare e temporeggiare per il rientro a casa; avrei fatto preoccupare mia madre ma non potevo rischiare così tanto, dunque decisi di chiarire con Luke qualsiasi fraintendimento, qualsiasi affermazione fatta: "sono consapevole che ora pare un po' insensato, ma voglio dirti che tengo al nostro legame e non permetterò a nessuno di rovinarlo. Sei un grande amico per me, e mi ferisci facendomi sentire incapace di proteggermi da sola" calmai le acque tra di noi e la tensione svanì. Lui tirò un sospiro, temeva davvero che finissimo a non parlarci più e la prima cosa che fece fu abbracciarmi. Mi strinse forte, ma lo assecondai, di fatto fare pace era anche l'unico modo per evitare casa il più a lungo possibile ed ero disposta ad andare oltre quel giorno. Passammo un paio d'ore a ripensare alle serate trascorse insieme negli anni, l'estate con il sole che calava tardi e attimi infiniti, momenti indimenticabili che valorizzavano sempre di più la nostra amicizia, e fu tra quelle risate che ci perdemmo senza renderci conto dell'orario. Fu Luke a guardare per primo il telefono e a controllare l'orario; io nemmeno avevo la forza di fare ciò. Lui lo notò: "come mai non prendi il cellulare in mano da questa mattina? Di solito ti preoccupi anche solo di controllare il meteo"-stava capendo tutto, era abbastanza intuibile che avessi il timore di scoprire qualcosa che potesse scomodare i miei piani- "hai perfettamente ragione, lo farò ora"-non so con quali intenzioni pronunciai quelle parole, ma alla fine risultò meglio l'aver compiuto quell'azione.
Mi guardava stupito, confuso, non sapeva cosa dire e come reagire a qualsiasi cosa facessi, ma la cosa più bella fu che mi assecondò e che comprese il motivo per cui mi sentii attaccata quella mattina. Alla fine mi fece piacere rimanere qualche ora in più con lui, ma come già accennato, al rientro da quell'uscita, mi ritrovai a fronteggiare una persona, e non era Elsa, ma Axel.
Arrivammo davanti casa e nascosta tra i cespugli che circondavano l'abitazione si scorgeva una macchina nera, avevo già capito chi fosse e questo non avrebbe portato a qualcosa di buono: io ero nell'auto di Luke e a pochi passi si trovava quella di Ax, in cui però c'era solo lui. O almeno credevo. In realtà era vuota, lo so perché appena convinsi Luke che non si doveva preoccupare e che avrei provveduto io a parlare con mia madre, corsi a controllare e non c'era nessuno. E di fatto era così, lui si trovava davanti al cancelletto, lo stesso dove mi lasciò andare la sera da cui tutto il mio mondo fu messo alla prova da quella persona. La stessa che stavo cercando disperatamente in quel momento, come una necessità, un bisogno irremovibile; chi avrebbe mai potuto capirmi in quelle circostanze? Chi avrebbe mai pensato che sarebbe stato lui a farmi una (la prima e non l'ultima) ramanzina? "Eccoti Ariadna, sembrava passare un'eternità prima che ti facessi viva..."- si fermò, ma la sua pausa fu abbastanza breve da non farmi pronunciare neanche una vocale-"...non dire nulla, ok? Vorrei parlare io ora, per favore"- mi stava implorando di tacere, come potevo dirgli di no-"ti rendi conto che con quello che hai fatto oggi non hai messo a rischio solo te? Ci hai pensato almeno un attimo? No perché me lo sto chiedendo da ore ormai, come è possibile che lei, Ariadna, stia trascinando con sé anche gli altri, verso non so dove. Spero davvero che tu abbia ora da darmi una spiegazione, bastava dirmelo che non volevi passare altro tempo con me e io mi sarei fatto da parte"- avrei voluto passare tutto il tempo possibile con lui, come poteva non capirlo? Ero rimasta stupita dal suo discorso, approcciandosi anche con un atteggiamento distaccato. Tutto ciò a causa mia?-"Hai ragione Axel, sono stata un'egoista a pensare di passare il peggio solo io, credevo in realtà che non ti avrebbe pesato la mia assenza, ma scusami davvero, e ti prego non farti mai da parte con me"- più chiara di così non potevo essere, gli avevo espressamente chiesto di interessarsi sempre a me, di non lasciarmi da sola o con qualcun altro che non fosse lui, ma a quel punto la domanda sorse spontanea-"se non dovrei farmi da parte allora cosa vuoi da me, Ariadna?"-"cos'è? Questa volta non riesci a leggermi nel pensiero? Dai sforza quella mente"- nel mentre mi avvicinavo a lui nella speranza di avergli fatto capire qualcosa, ma era così incomprensibile, enigmatico che mi pietrificava ad ogni passo in avanti-"credo di aver capito"- disse-"bravo, sei arrivato alla soluzione del problema. Ora esponimela"- in quella tensione le sue mani delicate contornarono il mio viso. Aveva capito tutto: lì un bacio ci travolse, percepivo il suo affanno e al contempo desiderio. Fremeva di passione il suo corpo, ormai fuso con il mio.
Io mi ero lasciata andare, ma confusa, non mi resi neanche conto che si allontanò da me a un tratto. Sorrise lievemente, e senza dire niente salì in macchina e se ne andò. Ma in quel momento non avevo tempo per prestare attenzione ai suoi giochetti, ero rimasta al fantastico bacio e proiettata in una nuova discussione, quella con Elsa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 09 ⏰

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