Chapter 16

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Quel viaggio verso casa sembrava infinito e non tenevo conto dei minuti che passavano.
Non c'era silenzio a torno a me, Matt e Thomas sghignazzavano e Axel continuava a lanciargli delle occhiatacce dallo specchietto. Probabilmente stavano parlando di noi senza un preciso motivo, almeno secondo me. Nonostante volessi scendere il prima possibile, mi dispiaceva dover porre fine a quella nottata, percepivo che non era terminata nella maniera ideale.
"Siamo arrivati" disse Axel e a seguire lo
ripeterono anche gli altri due, sembrava fossi sconnessa e per un attimo tutti e tre si preoccuparono della mia assenza alla loro affermazione. Di scatto dopo qualche secondo mi resi conto di cosa loro mi avessero detto e mentre stavo ancora accettando che tutto stesse per finire, aprii la portiera della macchina.
Matt fece cenno ad Axel di raggiungermi con un colpetto sulla spalla e appena si avvicinò a me lo vidi immobilizzarsi. Sentivo il suo fiato profondo che mi scaldava, era caldo ma percepivo molta tensione in quel sospiro, non sapevo se si sentisse costretto a starmi accanto ma nel caso, non me lo faceva pesare affatto. I nostri occhi si incrociarono e io velocemente mi voltai, ero troppo debole in quel momento per mantenere un contatto visivo con uno sguardo così intenso come quello di Axel.
Era parecchio buio attorno a noi e si riuscivano a vedere solo i suoi occhi che brillavano e che non avrei voluto smettere di guardare.
Lo salutai e mi diressi verso casa ma la sua camminata pesante si percepiva ancora: mi stava venendo dietro.
"Ti sei forse dimenticata che non puoi entrare direttamente dalla porta se non vuoi farti beccare?"-non sapevo dare una risposta a quella domanda, non avendoci pensato gli dissi-"hai ragione" ma stavo divagando, mi mossi senza sapere dove dirigermi esattamente-"Ariadna ti vedo smarrita"-era la verità e tutto per colpa sua, io non volevo ritrovare la mia strada quella sera, ma sembrava che non lo volesse capire, allora gli chiesi incuriosita-"perché secondo te?"- lo vidi indeciso su cosa dire e nel frattempo notai che in macchina i due cercavano di capire cosa stesse succedendo, dovevo allentare la tensione e invece avevo complicato ancor di più la nostra situazione-"perché dovresti chiederlo a me?" -
"Dimmi, bella mossa rispondere a una domanda
con un'altra domanda, cosa ti aspetti che dovrei
dire in merito?" "Mi chiedo perché stia anche tu
rispondendo con una domanda alla mia, dovrei
veramente rispondere? Ariadna saresti disposta a
sentirti dire cosa io penso del tuo atteggiamento
ora?" " non ti sto chiedendo molto Axel, solo
sapere perché credi che io sia smarrita"- ma la sua reazione fu un'altra, prese le mie mani e le ripose nelle sue, si avvicinò sempre di più a me, i nostri corpi sembrava che stessero per fondersi per quanto vicini mentre lui cercava il mio sguardo e io con scarse speranze, lo abbassavo. Riprese la mia attenzione solo alla sua affermazione:-"ora non mi sembri tanto confusa, anzi certa di ciò che fai"-gli stavo trasmettendo sicurezza che di fatto non avevo, la trasparenza in quel momento non doveva avere la meglio, era la mia occasione per fargli capire che non fossi debole come poteva sembrare. Decisi di sfidarlo, dall'essere una buonanotte si passò ad un duello che non sarebbe mai terminato perché non si trattava solo di quella sera, tantomeno del giorno dopo. Era una continua sfida che ormai era in atto da giorni, prima ancora che mi facessi male. Fu quello ad incoraggiarmi di continuare:-"secondo te perché sono smarrita?cavolo Axel, sono stata in un fottuto ospedale e mia madre non se ne è nemmeno preoccupata troppo... continua a sottovalutare la situazione e questa cosa mi fa saltare i nervi. Per non parlare di te che sei così..."- Presi una pausa per fare un respiro profondo e per cercare di non far scendere le lacrime sul mio viso. Lui mi guardó ma non gli diedi molto peso e continuai - "tu sei così intrigante e così misterioso che mi stai confondendo sempre di più le idee. Sono giorni che ti penso e questa cosa mia fa tanta paura. Non so quello che provo per te e sinceramente non so se vorrei saperlo e poi..."-le lacrime iniziarono a scendere sul mio viso e me ne vergognai parecchio. Lui si avvicinò a me e con le sue dita anellate mi iniziò ad accarezzare le guance eliminando ogni traccia di bagnato da esse.
"Forse è meglio porre fine a questa serata ora, Ariadna"-dopo un breve silenzio parlò e avrei voluto che non pronunciasse mai quelle parole ma era giusto così, aprirsi improvvisamente e tentare la fortuna è un rischio che decisi di affrontare e in fondo non ricevetti né una conferma né un rifiuto. Dopo che disse ciò cominciai a muovermi bruscamente per
raggiungere la camera e lui, una volta rientrata, corse nella macchina e partì, intento a restare. Lo so perché osservai attentamente i suoi movimenti dalla finestra, forse ne era anche consapevole e forse era anche consapevole di quello che stava facendo in quel momento

MisunderstoodWhere stories live. Discover now