Chapter 9

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Quando mi ritrovai nel bel mezzo della strada, senza sapere cosa fare, cominciai a riflettere su dove andare. Non era molto complitcato, sapevo nel profondo dove il mio animo mi avrebbe diretta, ma speravo comunque in un' alternativa (ovviamente non ne trovai una).
Dunque mi diressi verso "il luogo del rifugio" per quelle ore in cui dovevo essere a scuola, dovevo solo raggiungerlo. Dopo una camminata di mezz'ora arrivai davanti una distesa verde con un' infinità di viole che rendevano il terreno ancora più morbido e confortevole. Inoltre tendeva ad essere come un cerchio concentrico poiché circondato da pini. Questo lo rende un posto particolarmente nascosto infatti è diffcile da trovare. Non per me ovviamente, lo raggiungo ogni qualvolta io necessito di riflettere.
Inizialmente accompagnata da mio nonno che poi cominciò a farmi compagnia dall'alto, il mio angioletto. Passavo le giornate a piangere sulla sua spalla, e lui sempre lì a confortarmi, un conforto che anche ora che non c'è più percepisco. Era un giorno strano del duemilaquindici, in cui ero particolarmente scossa per una brutta litigata con mia madre, così mio nonno decise di portarmi in questo posto che lui definiva magico. Presi e immediatamente lo seguii, non esitai un attimo al pensiero che sarei riuscita finalmente a liberare le mie emozioni contrastanti, se non fosse che la prima impressione non fu delle migliori, infatti nonostante mi piacesse l'ambiente avrei preferito che mio nonno mi portasse al mc o in qualche negozio per giocattoli a sfogare le mie emozioni:  solo ora mi rendo conto di quanto questo posto valga e sono contenta che abbia deciso di portarmi qui quel giorno. Lo proteggo gelosamente.
Lui riuscì a farmi cambiare idea quando dopo le mie lamentele, costate molto alla sua pazienza, sentimmo i suoni della natura, animali che si muovevano- anche velocemente- e foglie che vedevo attorno a me cadere, sembrava la ripresa di un film e lui ne era consapevole, sapeva che il movimento lieve che la foglia faceva era un antidoto a tutta la rabbia, agitazione che una ragazzina aveva. In effetti è proprio una terapia ed io ad oggi riconosco la vera magia della natura ma che non riuscirei a condividere con nessun altro...
Camminando in mezzo ai pini mi ricordai del suono degli uccellini che sentii con mio nonno e il frusciare delle foglie. Mi ricordo che sembrava tornare in un film, nel mio.
Tornando alla mia impresa per raggiungerlo questo posto magico, alla fine pensai a come ci arrivai con nonno. Furtivamente entrai dentro casa, mia madre non era lì, feci un sospiro e subito corsi verso il garage, dove cercai cercai e cercai una cosa che mi sarebbe stata particolarmente utile, la bussola. Avrei camminato e probabilmente ci avrei impiegato mezz'ora a raggiungerla, ma non era quello il problema, non quel giorno.

MisunderstoodWhere stories live. Discover now