Chapter 15

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Infatti lui si trovava lì, sotto la mia finestra cercando di entrare. Inutile dire che stava fallendo miseramente. Ridendo mi alzai dal letto e aprii la finestra, lo feci entrare e inizialmente sbalordita gli chiesi: "cosa hai intenzione di fare questa volta?" Non sapevo più cosa immaginarmi, era capace di sorprendermi in qualsiasi maniera anche se poteva risultare pericoloso per questo. "Dato che il motivo per cui tu non puoi uscire ora è l'inutile punizione di tua madre, noi questa sera andremo alla festa di cui ti parlavo, perciò preparati che ti aspetto giù". Non mi fece finire di parlare che era già sceso. Io, incuriosita dal sapere come avesse fatto a raggiungermi su in camera, indossai qualcosa di decente. Un abito pronto lo avevo: era un vestito nero corto e attillato. Lo indossai e misi anche un paio di converse per restare comoda dato il movimento che si presentava per uscire e rientrare.
Quando mi affacciai fuori dalla finestra vidi Axel che mi urlò di scendere e io gli dissi di non urlare altrimenti mia madre si sarebbe svegliata. Mi bloccai proprio poco prima di scendere: forse mi stavo lasciando trasportare troppo, forse dovevo rimettermi il pigiama e sdraiarmi di nuovo sul letto. Ma alla fine c'era Axel con me, giusto? cosa sarebbe mai andato storto? Con lui sarei stata al sicuro. Creai un diversivo per non destare sospetto, mia madre non doveva assolutamente venire a sapere di quello che io quella sera avrei fatto. Misi sotto le coperte un paio di cuscini per ricreare il mio corpo, che era completamente coperto dal lenzuolo, come se non volessi rivolgerle la parola. Non era difficile fare ciò con lei dato che fortunatamente per questo non è mai stata invadente.
Ad aspettarmi sul balcone c'era Axel che mi prese delicatamente e mi pose a terra, io corsi in macchina ma sentendo due voci provenire dal retro della macchina, balzai: "chi siete voi?" urlai disperata. "Siamo amici di Axel tranquilla, verremo anche noi perché dobbiamo suonare" dissero alľ unisono. Sospirai e sorrisi presentandomi e loro ricambiarono dicendomi i loro nomi: Matt e Thomas.
Durante il viaggio in macchina non fui molto tranquilla. Sembravano ragazzi strampalati, avevano uno i capelli neri e viola, l'altro biondo platino, ma non erano tanto i capelli a rendere il tutto inquietante, avevano borchie sul giubbotto e sui vestiti, avevano la matita nera sotto gli occhi ben marcata che rendeva il tutto più cupo e interessante, anche se non era ciò che mi aspettavo dato che avrei voluto trascorrere del tempo da sola con qualcun altro. Alla fine, aldilà dell'aspetto, sembravano davvero convincenti così mi tranquillizai un attimo. E poi se dovevano suonare allora non doveva esserci da preoccuparsi, avrei comunque passato la serata con Ax senza qualcuno che disturbava.
Arrivvammo in un locale dove non conoscevo nessuno, erano tutte persone sulla trentina ed io non sapevo cosa ci stessimo facendo lì: "Scusami ma cosa dovremmo fare noi?"-chiesi impaurita ad Axel che mi rispose-"tu nulla, dovrai solo ascoltarci". Ancora più confusa mi accomodai al bancone del bar attendendo qualsiasi cosa fosse quello di cui parlavano i ragazzi.
Avevo chiesto un bicchiere d'acqua al barista e nel frattempo li vidi salire sul palco. In quel momento capii che anche Axel si sarebbe esibito insieme ai suoi due amici. Ero molto curiosa di sapere che cosa ne sarebbe uscito da questa esibizione.
Inizialmente i riflettori erano puntati su Matt e Thomas che suonavano una melodia soft ma al contempo rabbiosa. Già solo l'incipit mi stava travolgendo ma la curiosità mi stava consumando, volevo sapere cosa avrebbe combinato Axel su quel piccolo palco.
Dopo pochi secondi dalľ inizio della melodia, Axel salì sul palco e si posizionò al centro tra i musicisti. La sua voce iniziò a riempire il locale. Rimasi sbalordita dalla bellissima voce che non sapevo avesse. Suonarono varie canzoni ma ad un certo punto fui distratta da altro. Un ragazzo, probabilmente universitario, mi si avvicinò offrendomi da bere, ma io non avevo mai bevuto alcool in vita mia, se non in compagnia dei miei genitori. Non accettai ma non bastò, lui volle comunque sedersi di fianco a me; non riuscivo più a godermi la musica della band, ero in uno status di ansia che non mi faceva controllare la situazione. Speravo soltanto che finissero di esibirsi mentre risultavo sicura esternamente.
Mi voltai verso il barista chiedendo un altro bicchiere d'acqua: "quanto ancora questa band suonerà?"-chiesi gentilmente, e il barista seppe solo dirmi che non avevano a disposizione un ampio repertorio e che gli avevano comunque garantito una serata di musica. Insomma quell'affermazione non mi tranquillizzò, il ragazzo non se ne andava e non sapevo come fargli capire che non mi interessava. "Andiamo su non vuoi davvero nulla da bere?"e tentava di toccarmi il braccio, di accarezzarmi il viso, io in quell'attimo non stavo controllando più ľesibizione.
Quando mi alzai di scatto, poiché non smetteva di toccarmi, vidi Axel e gli altri ragazzi corrermi incontro. Avevano fermato la musica solo per aiutarmi: "Ariadna! Ari! Tutto bene si?" mi chiamò mentre mi circondava con le sue braccia, tenendomi forte e chiudendo le mani in un pugno per contenere la rabbia. Poi mi prese senza chiedere spiegazioni ma Matt rimase dentro con Thomas. Non so cosa combinarono, tantomeno mi interessava saperlo.
"Io-io non so cosa sia accaduto, ma stava cominciando ad essere fastidioso quel tipo e mi dispiace che ti abbia fatto perdere una grande occasione"-mi sentivo parecchio in colpa, la prima volta che passo del tempo fuori con altre persone, succede che tutta l'attenzione ricade su di me, danneggiando gli altri-"non devi dirlo neanche per scherzo, quello stronzo non doveva permettersi di avvicinarsi e avevo già capito che dovevo tenerlo d'occhio perché avrebbe tentato di darti fastidio. Sei una bellissima ragazza, innocente, questi capelli lunghi, con questi occhi dolci...poi la tua risata è magnifica, contagia chiunque. Solo al pensiero di non vedere mai più un sorriso sul tuo volto... gli spaccherei la faccia volentieri". "Ci abbiamo già pensato noi, tranquillo" dissero Tommy e Matt raggiungendoci. Io speravo vivamente che fosse una battutta. Stavo per chiedere spiegazioni ma i miei pensieri tornarono a ciò che Axel mi aveva detto prima.
Continuai a pensarci anche quando andammo in macchina. Probabilmente lui pensava che fossi scettica dato il mio silenzio in viaggio, pur non essendo così dato che stavo riflettendo sulle sue parole e che forse non me ne ero accorta prima ma era davvero un bel ragazzo.
Non solo d'aspetto, anche come pensava, il modo in cui lui si approcciava a me, tutto mi faceva desiderare lui come...come ragazzo.

MisunderstoodWhere stories live. Discover now