CAPITOLO 24

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La serata continua bene, sono più tranquilla ora e credo se ne sia accorto anche lui. Derek è davvero un bravo ragazzo e non capisco la preoccupazione che avevano gli altri.

"Allora, li vuoi questi pancake?" mi sorride

"Certo che sì" rispondo sorridendo, così li ordiniamo.

Quando arrivano hanno un aspetto delizioso.

"Vorrei davvero mi guardassi come guardi quei pancake" dice ridendo

"Mi dispiace, loro sono la mia priorità".

Rispondo scherzando, ma non posso fare a meno di pensare che forse c'è una persona che guardo così.

Dopo poco notiamo che sono le 23:00, così decidiamo di tornare.

Anche il viaggio di ritorno è tranquillo, fin quando giungiamo a casa mia. Scendo e lui mi segue.

"Grazie della serata, Derek"

"Grazie a te, spero tu sia stata bene"

"Si certo"

Mi si avvicina e mi porta una mano sul fianco. Mi si avvicina e mi porta una mano sul fianco. Perché non mi fa lo stesso effetto di altre mani? Perché non ho i brividi a ricoprirmi il corpo, perché non sento quella parte di pelle bruciare. Perché per quanto Derek sia il ragazzo giusto, non sento che lo sia per me?
"Sei veramente molto bella, Soleil"

"Grazie" rispondo con freddezza, non tanto contenta di questo si avvicinamento.

"Spero di rivederti"

"Magari ci organizziamo" dico cercando di mettere le distanze ma lui non molla

"Buonanotte Derek" continuo, con la speranza che lui capisca che sia ora di andare.

"Buonanotte Soleil" mi dà un bacio sulla guancia e va via.

Tiro un sospiro di sollievo, non so perché ma per un attimo ho pensato volesse baciarmi.

Entro in casa, inserisco l'allarme e vado a spogliarmi.

Non è molto tardi, così decido di rilassarmi un po'. Metto un costume e scendo giù in piscina.

Faccio un bagno e resto a mollo per un po'.

Penso a papà, gli ho scritto che sono tornata ma non mi ha risposto, starà dormendo. È così strano stare senza di lui, ormai rappresenta tutto ciò che ho nella vita. Inevitabilmente penso alla mamma.

I miei incubi continuano ogni notte, per un po' sembravano essere meno dolorosi, ma poi sono ritornati forti, prepotenti.

Immergo la testa in acqua.

Se forse quel giorno non fossi andata a danza, tutto questo non sarebbe successo.

Se non fossi nata, magari l'amore della tua vita sarebbe ancora qui, papà.

Risalgo a galla, le mie lacrime sono un tutt'uno con l'acqua.

All'improvviso sento il cellulare squillare. Chi sarà mai a quest'ora?

Esco dall'acqua, metto il telo interno al mio corpo e prendo il cellulare. Non conosco il numero ma rispondo con la paura che possa essere successo qualcosa a papà, sento il cuore già a mille.

"Pronto" dico

"Soleil" ma cosa...

"Justin?"

"Sei tornata a casa?" Mi sta chiamando per sapere questo? E come cazzo ha fatto ad avere il mio numero?

"Come cavolo fai ad avere il mio numero?"

Sun & Dark. Il sole oltre l'oscurità.Where stories live. Discover now